“San Marino tra Russia e Stati Uniti, giochi diplomatici all’ombra del Titano?”

Altro Stato pare essere interessato ai rapporti con la Serenissim Repubblica: l’Iran. Un’indiscrezione questa non ancora smentita dai diretti interessati.

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La nascita delle prerogative di Stato indipendente di San Marino, riconosciute dallo Stato Pontificio nel XIII secolo, pone le sue radici in un’espressione attribuita al santo che dà il nome al Paese, fondatore di quella comunità sul Monte Titano che avrebbe costituito il primo nucleo della Serenissima Repubblica, il quale nel 366 in punto di morte avrebbe riunito i suoi discepoli dicendo loro: “Vi lascio liberi da entrambi gli uomini”. L’imperatore di Roma da un lato, il Papa dall’altro. Esercizio di neutralità che ha una curiosa risonanza con quanto avviene oggigiorno: San Marino si mantiene in dialogo aperto e costante con tutti i principali attori delle relazioni internazionali, comprese Stati Uniti e la Russia, i due “uomini” contemporanei tra cui il Titano punta a districarsi e dalle cui attenzioni è ultimamente interessato.

Viavai diplomatico sul Monte Titano

Due visite di grande spessore hanno animato, negli ultimi mesi, la tranquilla e sonnolenta Repubblica, che da diversi anni è principalmente concentrata sugli affari interni politici e, soprattutto, economici, data la necessità di rilanciarsi dopo un periodo buio caratterizzato dal dimezzamento del numero di banche ed imprese.

In tal senso sono stati salutati con favore gli investimenti russi in cooperazione economica e turismo promessi dal Ministro degli Esteri di Mosca Sergej Lavrov nel corso della sua visita a San Marino del marzo scorso, che lo ha portato ad incontrare  i maggiori esponenti del governo di San Marino, compresi i Capitani Reggenti Mirco Tomassoni e Luca Santolini. Lavrov ha mostrato un notevole garbo diplomatico applaudendo alla scelta di San Marino di non unirsi alle sanzioni euroatlantiche contro Mosca, dichiarando: “Apprezziamo il fatto che San Marino, nonostante le pressioni esercitate sulla Repubblica dall’esterno, non abbia aderito alla spirale sanzionatoria anti russa promossa da Bruxelles, su dirette istruzioni di Washington. Questo approccio autonomo e pragmatico del vostro Paese, che favorisce lo sviluppo ulteriore dei nostri legami economico-commerciali e finanziari, merita il più profondo rispetto”. Oltre al rilancio del turismo, che ha subito i contraccolpi del calo delle partenze russe verso la Riviera Romagnola, San Marino e Russia mirano a rafforzare la cooperazione in ambito agroalimentare e accademico, avendo firmato un memorandum d’intesa ad hoc.

La Russia chiama, gli Usa rispondono. La nicchia di neutralità di San Marino, per quanto estesa poche decine di chilometri quadrati, non è sfuggita allo sguardo di Washington, che teme una trasformazione del Titano, dal punto di vista russo, nell’equivalente di ciò che Monaco, avamposto del 5G di Huawei, è per la Cina. Per questo motivo, Washington ha ritenuto necessario rispondere alla mossa di Mosca: l’1 agosto scorso, l’ambasciatore a Roma Lewis Eisenberg ha raggiunto il Monte Titano accompagnato dal console generale a Firenze Benjamin Wohlauer. “Tanti i dossier sul tavolo nel faccia a faccia con i segretari di Stato agli Esteri e alle Finanze Nicola Renzi ed Eva Guidi e alcuni rappresentanti delle associazioni bancarie locali”, scrive Formiche (Vedi articolo sotto). “Dallo status dei rapporti bilaterali alla doppia cittadinanza, e poi cybersecurity e investimenti. C’è stato spazio anche per parlare di 5G e sicurezza. Il tema è particolarmente caro al Dipartimento di Stato Usa, che teme che aziende straniere (in particolare quelle cinesi) controllate dallo Stato possano accedere a dati sensibili, anche americani. La piccola repubblica parlamentare non è esente dai moniti Usa, si apprende, va da sé che quel che vale per l’Italia vale per San Marino”, Paese che per collocamento geografico è assimilato al resto della Penisola.

Riuscirà San Marino a trovare una quadra tra pressioni tanto divergenti? Difficile dirlo, sebbene la certezza sia che, comunque vadano le dinamiche internazionali, sono scarse le probabilità di vedere il Titano recedere dalla sua tradizionale posizione di neutralità e multilateralismo, intensificato dall’ingresso del Paese nell’Onu in poi. Il monito del fondatore dello Stato risuona, a secoli di distanza, nelle orecchie dei suoi eredi. E l’esercizio di libertà implica, al tempo stesso, la necessità di difendere l’autonomia e l’indipendenza.

di Andrea Muratori / Politica, Insideover

Fra Usa e Russia (e Iran?). Le strade che portano a San Marino

Da Le Formiche.net del 1° agosto 2019  https://formiche.net/2019/08/1175412/

L’ambasciatore Usa in Italia Lewis Eisenberg si è recato in visita a San Marino con il Console generale Usa a Firenze Benjamin Wohlauer. Sul tavolo 5G, investimenti e cybersecurity. Ma agli Usa non è sfuggita la visita di Sergei Lavrov a marzo, e le crescenti attenzioni russe sulla Serenissima

Serenissima di nome, non di fatto. La Repubblica di San Marino, balzata agli onori delle cronache per una nuova inchiesta che vede indagato per riciclaggio l’ex sottosegretario leghista alle Infrastrutture Armando Siri, è recentemente finita al centro di crescenti attenzioni diplomatiche da parte di Washington e Mosca.

Proprio oggi l’ambasciatore americano in Italia Lewis Eisenberg vi ha fatto visita accompagnato dal console generale a Firenze Benjamin Wohlauer. Tanti i dossier sul tavolo nel faccia a faccia con i segretari di Stato agli Esteri e alle Finanze Nicola Renzi ed Eva Guidi e alcuni rappresentanti delle associazioni bancarie locali. Dallo status dei rapporti bilaterali alla doppia cittadinanza, e poi cybersecurity e investimenti. C’è stato spazio anche per parlare di 5G e sicurezza. Il tema è particolarmente caro al Dipartimento di Stato Usa, che teme che aziende straniere (in particolare quelle cinesi) controllate dallo Stato possano accedere a dati sensibili, anche americani. La piccola repubblica parlamentare non è esente dai moniti Usa, si apprende, “va da sé che quel che vale per l’Italia vale per San Marino”. In chiusura una visita all’archivio di Stato per osservare la lettera che Abraham Lincoln inviò ai Capitani Reggenti nel 1861.

Quella di Eisenberg non è la prima visita americana di rilievo che “il Titano” ha ricevuto quest’anno. Di recente vi ha fatto tappa anche Philip Reeker, già console generale degli Usa a Milano, da marzo sottosegretario di Stato per gli affari europei e asiatici.

Il tempismo non è casuale. Non è passata inosservata agli occhi dei diplomatici Usa la visita del ministro degli Esteri russo Sergei Lavrov lo scorso 21 marzo. Un evento storico per la piccola repubblica nella provincia riminese, che ha insignito l’ospite della Gran Croce dell’Ordine di Sant’Agata e avviato le trattative per aprire una sede diplomatica russa fra le sue mura. Lavrov, che per l’occasione ha siglato un memorandum d’intesa, aveva ringraziato ufficialmente il governo sammarinese per aver rifiutato di aderire alle sanzioni Ue.

Questa, ha spiegato bene a Dagospia Igor Pellicciari, docente di Relazioni internazionali all’Università di Urbino e all’Università statale di Mosca, la vera ragione della tappa davvero inedita del ministro russo.

“Nel rapporto bilaterale tra Stati sovrani e dell’ “uno-vale-uno” — spiega il professore — la Russia ha visto la possibilità di premiare questa scelta di San Marino dandole massima visibilità sia sul piano internazionale che davanti alla sua opinione pubblica interna, ovviamente sensibile sul tema”.

La visita, si diceva, ha attirato l’attenzione dei media russi, ma anche delle cancellerie occidentali. Dal 2015 il Titano, assieme ad Andorra e Monaco, è in trattativa con Bruxelles per un accordo di associazione con l’Ue. Il doppio forno non sembra preoccupare il governo sammarinese, che continua a inviare in Russia i suoi prodotti agroalimentari venduti a prezzi stellari con buona pace delle sanzioni, e proprio mentre stendeva tappeti rossi al diplomatico n.1 di Putin, scrive Il Sole 24 Ore, ospitava in casa una delegazione del gruppo Efta, l’associazione europea che promuove investimenti e libero scambio.

Il governo nega fermamente di voler costruire una zona franca per gli investimenti russi o di altri Paesi sotto sanzioni, ma il dubbio che, per citare un roboante titolo della popolare Rossiyskaya Gazeta del 2016, San Marino divenga un “ponte con la Russia per aggirare l’embargo” continua a sibilare tanto fra le opposizioni quanto fra i diplomatici occidentali.

Accusa che è stata rivolta in questi giorni al governo dal consigliere di Rete Matteo Zeppa in merito a un altro Stato interessato ai rapporti con la Serenissima: l’Iran. Un’indiscrezione agita le opposizioni in Paese e non è ancora stata smentita dai diretti interessati: un gruppo di “facoltosi iraniani” vorrebbe trasferire in città “una enorme somma di contanti” in “bancali da 500 euro” in cambio di “un passaporto diplomatico a vita” accusa Zeppa. Secca la risposta del segretario Renzi, che chiude:” Ci siamo sempre attenuti ai dettami della legge”.

Fonte https://formiche.net/2019/08/1175412/    del 1° agosto 2019

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