“1°: Dichiarare fallimento!”

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La barca sta affondando. E’ chiaro. Altrimenti non si spiegherebbe la lunga litania di interventi pubblici di personaggi politici, soprattutto appartenenti a Civico 10 e SSD, che in queste ultime settimane di agosto lanciano accorati appelli all’”unità di intenti” per fare fronte alla difficile situazione.

Al grido di “condivisione”, “condivisione”, giovani invecchiati anzitempo e uomini per tutte le stagioni, richiamano tutti e in particolare l’opposizione, al senso di responsabilità, naturalmente nell’interesse del Paese: questo è sempre sottinteso.

Ma come? L’attuale Governo e la maggioranza che lo sostiene (per il momento), si erano presentati a petto in fuori – li ricordate i magnifici 7 sotto la stella di Natale situata in Piazza della Liberta? – con una ricetta per tutti i mali di San Marino, mentre annunciavano il rinnovamento, il cambiamento, la rivoluzione rispetto al passato.

Ricordo che ad esempio SSD lamentava la mancanza di un progetto, che però, dopo circa tre anni di governo ancora non si vede; ricordo che scriveva: “Ecco come rilanciare l’economia: Occorre un’opera riformatrice di altissimo livello che punti senza indugi all’attrazione di investimenti e progetti imprenditoriali esteri, alla occupazione piena e qualificata dei sammarinesi e alla tutela delle attività economiche già insediate in territorio”.

Mentre Civico 10 stilava addirittura un “Programma reperimento risorse: Trovare nuova imprenditoria competitiva – semplice, no? – e poi via con un bell’elenco di risparmi e di introiti per “reperire 80/95 milioni di euro da dedicare alle politiche di sviluppo economico e a nuove politiche di protezione sociale e ed infrastrutturali”.

Repubblica Futura aveva messo in campo addirittura un decalogo risolutore dei nostri mali.

Ora invece, ultimo in ordine di tempo, il capo gruppo di SSD ci dice che c’è la possibilità “che la nostra economia sia degradata a livelli di completa inaffidabilità” e che la “liquidità dello Stato ha raggiunto livelli di massima allerta”. Concludendo che “ora la ricostruzione può avvenire solo con il più ampio consenso”.

Ma la Coalizione Adesso.sm che cosa ha fatto in questi due anni e nove mesi? Ha girato i pollici? Se ne accorge solo ora che le cose stanno così?

E allora perché tanta sicumera, tanta sufficienza, tanta spavalderia, anche di fronte ai numerosi richiami che giungevano da più parti e denunciavano i disastri compiuti nel settore bancario, nel turismo, nella politica estera?

Tutti saranno disposti a dare una mano al nostro Paese, ognuno per quel che può e dal ruolo che gli è assegnato, ma ciò che è stato prodotto a tutt’oggi ha un solo nome: fallimento!

La Coalizione Adesso.sm ha fallito e il fallimento va certificato, perché solo nella chiarezza delle cose può risorgere San Marino con l’aiuto di tutti coloro i quali saranno disponibili, altrimenti si rischia di confondere il sacro con il profano e di traghettare nella nuova situazione residui di incompetenza, di

di opportunismo e di estraneità completa rispetto agli interessi della Repubblica, e il nostro Paese non ha bisogno di questo ma di tutt’altro.

Mi auguro che nessuno si presti a questo gioco pericoloso magari per di intraprendere presunte scorciatoie verso il Governo.

Mi auguro che finalmente, nella chiarezza, possano svilupparsi politiche che pongano gli interessi generali al di sopra di tutto e possa vedere cooperare esperienza, novità e gioventù, abolendo le pseudo categorie create dai mediocri. Perché in politica esistono solo persone capaci e persone incapaci, dette anche mediocri.

Augusto Casali

 

 

 

 

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