Continuano le contraddizioni di Rete

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Dopo aver fatto il Governo con chi ha sempre osteggiato politicamente, dopo aver glissato sul principio che chi ha sospesi con la giustizia non deve ricoprire incarichi politici di primo piano, dopo aver nominato in commissioni create ad hoc persone che hanno sempre contrastato, dopo aver accettato le nomine dei consoli di nomina politica in Commissione Esteri sempre criticate, dopo l’avallo di norme sulla giustizia che rischiano di andare ad acuire gli scontri sul Tribunale mentre i cittadini chiedono solo che i processi possano andare avanti, dopo le nomine ad hoc in gruppi di lavoro all’Iss di persone senza particolari requisiti ma vicine elettoralmente, dopo un silenzio assordante in questi primi mesi di Governo dove si è accettata qualsiasi cosa proposta dagli alleati, il Movimento Rete esce con un comunicato per difendere l’indifendibile ovvero il clamoroso dietrofront sulla raccolta porta a porta dei rifiuti e il ritorno al cassonetto stradale… intelligente, ci mancherebbe.

Il sistema organizzativo di differenziata esistente ha generato in tutti i cittadini, a partire dai più giovani che rappresentano il nostro futuro, una responsabilizzazione e un senso civico per il rispetto dell’ambiente che deve essere la base per la ripartenza economica e lo sviluppo del nostro Paese.

Estendere il porta a porta a tutto il territorio, visto che nei Castelli dove è già operativo si è dimostrato che si possono raggiungere le percentuali di differenziata in linea con gli obbiettivi stabiliti, ottimizzare i costi, ragionare sull’introduzione di correttivi in specifici contesti – come le isole ecologiche videomonitorate a supporto delle attività commerciali, in particolare del Centro Storico, per rendere il sistema di raccolta più funzionale e decoroso, lavorare sugli accordi coi consorzi di filiera per il riciclo dei materiali. Questi pensavamo dovessero essere gli obbiettivi da raggiungere per migliorare il modello esistente, non per smantellarlo e ripartire da zero con nuovi costi e buttando al vento ciò che di buono è stato fatto in questi anni.

Siamo dunque di fronte all’ennesima incongruenza del Movimento di Ciavatta che amava fare la morale, anche con metodi al limite della decenza, con cattiveria e attacchi personali, ma che alla prova dei fatti, da forza di maggioranza ha perso completamente la bussola e, evidentemente, la coerenza.

Noi vorremmo ricollocare la Repubblica di San Marino in un contesto green basato su un’economia ecosostenibile. Un Paese capace di visione, ovvero di pensare alle generazioni future e di guardare oltre gli orizzonti dei nostri 61 km quadrati.

Auspichiamo, infine, che questi frequenti dietrofront non avvengano anche sul tema estremamente strategico, proprio per il futuro e la prospettiva della nostra Repubblica, dell’indebitamento del Paese verso soggetti terzi dove, anche Rete, ha sempre caldeggiato servisse un coinvolgimento di tutta la nostra comunità e un piano di riforme strutturali per sostenerlo.

Libera

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