Domani – Motus Liberi: la necessità di un approccio diverso

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Il 9 aprile 2021 termina la validità dell’ultimo Decreto Legge in materia di contrasto alla diffusione del virus Covid-19.

DOMANI – Motus Liberi, come già più volte espresso, richiede al Governo l’applicazione di misure logiche e strettamente legate all’effettivo contrasto del virus, conferendo mandato al proprio Segretario di Stato di proseguire nella linea di apertura intelligente di tutte le attività del Paese, affiancate ovviamente dall’utilizzo di tutti i presidi e da un adeguato piano di controlli.

La terribile emergenza sanitaria in cui è caduto il mondo con l’avvento della diffusione del virus è stata una degli eventi più drammatici di questo inizio secolo. Nessun Paese era pronto ad affrontare una situazione tale, ma dopo oltre un anno oggi sarebbero necessari interventi mirati e logicamente sostenibili alla luce anche della campagna vaccinale in corso e che deve proseguire in modo spedito e continuativo.

Partiamo dal presupposto che l’eliminazione del rischio di contagio si otterrebbe solo ed esclusivamente azzerando qualsiasi rapporto umano tra i cittadini, è evidente che si tratti di una circostanza impossibile.

Quanto umanamente possibile è invece: non eliminare il rischio ma ridurlo quanto più possibile. In che modo? Adottando tutti i presidi che oramai sono entrati nel nostro quotidiano: mascherina, distanziamento, sanificazione. Se il rispetto rigoroso di queste misure è complesso in contesti molto grandi, ciò non è nel nostro Stato, dove le piccole dimensioni diventano un vantaggio peculiare perché il rispetto delle misure, che si basa sempre sul buon senso del cittadino, può essere garantito da un preciso piano di controlli nei punti critici del Paese.

Oggi, peraltro, si deve fare i conti anche con un’esasperazione generalizzata che non esisteva al momento dei primi “lock down”, motivo per il quale riteniamo che l’impostazione più ragionevole e sensata per garantire il rispetto delle misure sia paradossalmente quella di allentare intelligentemente le prescrizioni e ciò affinché da una parte ogni cittadino le percepisca come effettivamente necessarie, dall’altra affinché gli stessi possano svolgere le proprie attività, che in ogni caso svolgerebbero – magari in abitazioni private impossibili da controllare -, in luoghi altamente controllati e controllabili e dunque maggiormente sicuri.

Nella stesura del prossimo Decreto Legge riteniamo necessario, dunque, solo per fare alcuni esempi: abolire qualsiasi forma di coprifuoco; provvedere all’apertura di tutte le attività economiche con l’utilizzo degli specifici presidi previsti per ognuna; provvedere all’apertura delle attività di somministrazione di cibi e bevande anche durante l’orario serale mantenendo il distanziamento già previsto; abolire la chiusura dei parchi prevedendone un adeguato controllo con l’utilizzo anche dei militi volontari; prevedere un ingresso contingentato nei giorni festivi e nei week end all’interno dei centri commerciali o nelle medie e grandi strutture; abolire l’utilizzo della mascherina all’aperto in caso di mantenimento delle dovute distanze.

Non dobbiamo dimenticare in ogni caso che la struttura sanitaria va sempre salvaguardata pertanto, se risulta persistere la pressione sulla terapia intensiva con i suoi attuali 12 posti in formazione “ordinaria”, la proposta è di convertire nuovamente la struttura a struttura-Covid portando i posti di terapia intensiva ai 18/20 implementati durante il “lock down” fino alla fine della campagna di vaccinazione. Ovviamente dovrebbero essere garantite l’accoglienza delle emergenze e le cure dei pazienti oncologici o comunque più deboli

Comunicato Stampa