“Sanità pubblica: ripartire dalla medicina di base”

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Riceviamo e pubblichiamo un comunicato di Elio Pozzi, Segretario FUPS-CSdL.

La pandemia ha dimostrato in maniera evidente l’importanza della sanità pubblica per tutti; le spinte verso una privatizzazione della sanità hanno subito un netto ridimensionamento, esaltando invece l’aspetto fortemente democratico del sistema di protezione sociale dello Stato, il quale deve essere supportato finanziariamente dalla fiscalità generale e di conseguenza diventa fondamentale l’equità fiscale, obiettivo imprescindibile per un paese moderno.
Ora, grazie alla vaccinazione che ha dimostrato chiaramente la propria efficacia dopo la “messa in sicurezza” delle fasce di popolazione più deboli, occorre un ritorno alla normalità ripartendo dalla medicina di base.

Una medicina di base rinnovata, potenziata, nella quale le nuove tecnologie siano massicciamente impiegate per rispondere alle necessità che nascono dall’invecchiamento della società per consentire di ampliare l’autonomia, l’indipendenza e la partecipazione degli anziani con disabilità alla via sociale, di primaria importanza per un invecchiamento attivo ed in salute.

L’utilizzo più ampio di prodotti e servizi per l’invecchiamento attivo potrebbe migliorare l’efficienza dei sistemi sanitari e di assistenza sociale, rendendoli potenzialmente più sostenibili; la telemedicina, il telesoccorso, l’utilizzo del cellulare per le comunicazioni con il medico di famiglia possono diventare ausili importanti per la semplificazione delle comunicazioni che attualmente risultano essere un dei punti più problematici.

La limitata capacità di spesa di alcuni può essere mitigata dalla sanità gratuita e di buona qualità. Sarebbe importante individuare la figura di un Facilitatore Informatico, una persona che possa fare da tramite tra gli utilizzatori e le istituzioni per l’uso di ausili informatici soprattutto per le persone più anziane non abituate all’uso delle moderne tecnologie.

Occorre valorizzare ed implementare il Servizio Territoriale Domiciliare, con l’obiettivo di rendere il proprio domicilio il luogo privilegiato per la cura delle persone fragili, evitando per il maggior tempo possibile l’ingresso in RSA o l’ospedalizzazione. È fondamentale l’attività di cura familiare, in gran parte affidata alle donne, e la necessità che fare da “badante” ad un proprio congiunto diventi possibile anche oltre il periodo della pandemia, come è previsto per ora. Rimangono sempre da rivedere le procedure di assunzione di una badante per una reale e necessaria semplificazione per le famiglie.

A livello di centri di aggregazione è necessario quanto prima – quando la situazione medica lo permetterà ed in massima sicurezza – la riapertura del centro Vivi la Vita di Serravalle e la ripresa dell’attività di ginnastica dolce gestita dall’associazione Vita Sana: la socializzazione ed il movimento con una moderata attività fisica sono fondamentali per un invecchiamento in salute. Per ricominciare queste attività è necessario risolvere quanto prima, con l’aiuto di tutti, l’attuale carenza di spazi.

In definitiva è chiaro che una persona anziana autonoma ed in buona salute, oltre ad essere un valore per la persona stessa, non è un peso per la propria famiglia ma una risorsa per l’intera società.