Sicurezza nei luoghi di lavoro e cittadinanze sammarinesi: i temi al centro del dibattito in Consiglio

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Il Consiglio Grande e Generale nella seduta del pomeriggio esamina due progetti di legge presentati in prima lettura. Il primo, il Progetto di legge “Modifiche alla Legge 18 febbraio 1998 n.31 – Legge quadro in materia di sicurezza e salute nei luoghi di lavoro”, è a firma della Segreteria di Stato per la Sanità e la Sicurezza Sociale. Per il secondo, presentato dalla Segreteria di Stato per gli Affari interni, che interviene a modifica della Legge sulla cittadinanza n.114 del 2000, viene richiesta e approvata la procedura d’urgenza.

In particolare, nel dibattito sul pdl presentato dal Segretario di Stato Elena Tonnini, si rileva a livello bipartisan la necessità di intervenire come previsto dalla proposta di legge, in primis, per eliminare discriminazioni tuttora in essere, segnalate anche dalla Consulta dei cittadini sammarinesi non residenti, rispetto la riacquisizione di cittadinanza per figli e nipoti sammarinesi per linea materna. Non solo, il Pdl interviene anche per estendere i termini della Sanatoria prevista dalla legge n.121 del 2019, a causa dei ritardi inevitabili nell’iter procedurale delle domande, causati dall’intercorsa emergenza sanitaria.

Nel corso del dibattito, i consiglieri di Libera aprono una parentesi sul problema della rinuncia della cittadinanza di origine, anticipando la presentazione di un emendamento a riguardo. Sul tema, lo stesso Segretario di Stato Tonnini ammette la necessità di approfondimenti, anche se non in sede di discussione a questo progetto di legge. Nel corso dell’esame dell’articolato, a seguito della bocciatura dell’emendamento relativo alla rinuncia di cittadinanza, Michele Muratori di Libera propone la presentazione di un ordine del giorno, aperto ai gruppi che lo vorranno sottocrivere, per prevedere una tempistica e la volontà di intervenire su questo aspetto.

I lavori si interrompono e riprenderanno in seduta notturna per terminare l’esame dell’articolato e giungere al voto del provvedimento. Seguirà l’esame in prima lettura del progetto di legge sulla variazione al Bilancio di Previsione dello Stato.

Di seguito la relazione di presentazione al Pdl presentato al comma 11 e un estratto del dibattito al comma 12.

Comma 11. Progetto di legge “Modifiche alla Legge 18 febbraio 1998 n.31 – Legge quadro in materia di sicurezza e salute nei luoghi di lavoro” (presentato dalla Segreteria di Stato per la Sanità e la Sicurezza Sociale) (I lettura)

Roberto Ciavatta, Segretario di Stato per la Sanità dà lettura della relazione al Pdl

Dopo oltre venti anni dall’emanazione della Legge del 18 febbraio 1998 n. 31, Legge quadro in materia di sicurezza e salute nei luoghi d i lavoro, è necessario dotare il paese degli opportuni decreti delegati conseguenti alla Legge stessa , alcuni dei quali emanati a suo tempo ma inevitabilmente da aggiornare, mentre altri non previsti all’epoca, non emanati a tutt’oggi, quelli con delega decaduta , per tale motivo risulta indispensabile prevedere l’aggiornamento delle deleghe presenti nei vari articoli ed aggiornamenti in riferimento alle direttive comunitarie.

L’art. 1 prevede la modifica dell’articolo 10 della Legge n.31/1998 per ciò che riguarda il Responsabile del Servizio di Prevenzione e Protezione, che è possibile designare sia all’interno dell’azienda che al di fuori di essa, per cui sono aggiunti i requisiti professionali, oltre attitudini e capacità adeguate alla situazione specifica , da stabilirsi in apposito Decreto Delegato da emanarsi entro il 31 dicembre 2022. All’articolo 2 viene modificato l’articolo 10 della Legge n. 31 del 1998, che riguarda il contenuto della sorveglianza sanitaria e medico del lavoro , in cui si specificano gli accertamenti finalizzati alla verifica di assenza di condizioni di alcol dipendenza e di assunzione di sostanze psicotrope e stupefacenti nei casi e nei modi previsti da apposito decreto, delegato, da emanarsi entro il 31 dicembre 2022. L’articolo 19 “altre responsabilità” della Legge n. 31/1998 viene modificato dall ‘art. 3 del presente progetto di legge. Al comma 4 è previsto che

le prescrizioni riguardanti l’organizzazione e formazione delle squadre di primo soccorso aziendale e i contenuti minimi dei corsi di formazione per addetti alla prevenzione incendi, lotta antincendi e gestione delle emergenze, stabilite con apposito decreto delegato da emettere entro il 31 dicembre 2022. L’art. 4 modifica l’articolo 32 della Legge 18 febbraio 1998 n. 31 che riguarda gli “altri fattori”. Al punto f) sono aggiunte le norme dirette alla protezione dei lavoratori contro i rischi delle attività lavorative che comportano l’uso di attrezzature munite di videoterminali, tenuto conto dei principi contenuti nella Direttiva 90/270/CEE del 29 maggio 1990, che saranno stabilite con apposito decreto delegato entro il 31 dicembre 2022.

Comma 12. Progetto di legge “Modifiche ed integrazioni alla Legge 30 novembre 2000 n.114 (Legge sulla cittadinanza) e successive modifiche e all’articolo 6 della Legge 2 agosto 2019 n.121 – Integrazioni alla Legge 30 novembre 2000 n.114 (Legge sulla cittadinanza). a procedura d’urgenza).

Elena Tonnini, Sds per gli Affari interni dà lettura della relazione al Pdl:

L’adozione del Progetto di Legge in epigrafe si rende necessario onde rispondere ad alcune questioni da tempo emerse e lungamente dibattute in seno alla Consulta dei cittadini sammarinesi all’estero, a sua volta sollecitata dai propri rappresentati in merito a problematiche e inconvenienti che sono state riscontrati su specifiche fattispecie in materia di assunzione e riassunzione di cittadinanza , L’intervento di cui all’art. 1 costituisce una risposta a quei casi concreti che si sono verificati e che costituiscono una discriminazione esistente tra soggetti aventi diritto alla cittadinanza per via materna ed al contempo si inserisce in un percorso di assimilazione della disciplina in materia di trasmissione della cittadinanza per via materna a quella paterna. Con particolare riferimento al comma 1 dell’articolo 5 della Legge n, 114/2000 e successive modifiche (oggetto di modifica dell’articolo 1 del progetto di legge) l’attuale formulazione non contempla la facoltà di chiedere la cittadinanza sammarinese, ai figli di donna, che era cittadina sammarinese per origine prima di aver contratto matrimonio con cittadino straniero. Si tratta, in sostanza, di riconoscere la possibilità di assumere la cittadinanza sammarinese anche ai figli di cittadina sammarinese per origine, divenuta forense a seguito di matrimonio contratto con cittadino straniero (sulla base dei principi vigenti precedentemente alla Legge n. 32/1984) e che non ha iter per la richiesta di riassunzione nella cittadinanza sammarinese. Allo stesso modo, con l’intervento sull’ultimo periodo del comma 1 dell’articolo 5, della Legge n. 114/2000 e successive modifiche, si accorda il diritto di chiedere la riassunzione della cittadinanza al figlio il cui genitore sia deceduto senza aver presentato a sua volta domanda di assunzione di cittadinanza quale figlio di cittadina sammarinese, pur avendone avuto diritto. Si sana così anche la distorsione per cui, se il figlio di donna sammarinese sia deceduto, il nipote non potrebbe beneficiare della assunzione in quanto il suo ascendente (genitore) è venuto a mancare interrompendo la consequenzialità della discendenza. La modifica di Legge proposta, garantisce quindi la trasmissione della cittadinanza per via materna anche nel caso in cui la discendenza sia interrotta da un decesso.
L’articolo 2, modifica la norma di sanatoria di cui all’articolo 6 della Legge n. 121/2019: in primis, allinea il comma 3 con le modifiche effettuate nell’articolo 1. In sostanza le medesime fattispecie introdotte dall’articolo 1 – e cioè la possibilità di assumere la cittadinanza sammarinese, riconosciuta anche ai figli di cittadina sammarinese per origine, divenuta forense a seguito di matrimonio e che non ha riassunto la cittadinanza o al figlio il cui genitore sia deceduto senza aver presentato domanda pur avendone avuto diritto – sono in tal modo riconosciute anche dalla norma di sanatoria. Con lo stesso articolo 2, appare poi opportuno e conveniente prorogare la scadenza concessa dalla recente Legge 2 agosto 2019 n. 121 – Integrazioni alla Legge 30 novembre 2000 n. 114 (Legge sulla cittadinanza), che concede – in materia di sanatoria per le richieste di assunzione o riassunzione di cittadinanza – il termine di due anni decorrenti dalla data di entrata in vigore della Legge citata. In tanti casi, per una serie di ragioni tra le quali non ultima l’emergenza sanitaria derivante dalla pandemia da Covid-Sars 19, non si è riusciti a rispettare tale scadenza. Il Progetto di Legge prevede che entro il termine del 31 ottobre 2021 sia presentata la dichiarazione di voler ottenere la cittadinanza, personalmente presso l’Ufficio di Stato civile o presso l’Autorità diplomatica o consolare sammarinese, oppure in alternativa, mediante l’inoltro per via telematica dell’apposito modulo unitamente a copia di documento di identità, al Dipartimento Affari esteri, il quale ne cura poi l’invio all’Ufficio di Stato Civile. Alla richiesta così avanzata dovrà seguire la consegna – qualora non già effettuata contestualmente al momento della sottoscrizione della domanda di cui sopra – della documentazione necessaria, entro il 30 giugno 2023, all’Ufficio di Stato civile, oppure all’Autorità diplomatica o consolare sammarinese. Nel caso in cui si sia proceduto tramite l’invio telematica del modulo di richiesta secondo la procedura di cui alla lettera a), gli istanti dovranno consegnare, unitamente alla certificazione utile alla definizione della procedura, anche l’originale della domanda già inoltrata al Dipartimento Affari Esteri. Tale soluzione permette agli istanti di reperire documenti e certificati mancanti al completamento della pratica. L’ultimo periodo dell’articolo 2 recepisce l’interpretazione autentica di cui alla Legge 2 marzo 2021 n. 47, affinché la trasmissione della cittadinanza si intenda estesa a tutti discendenti degli aventi diritto a presentare domanda di sanatoria ex art.6 della L. n. 121/2019).

Nicola Renzi, Rf

Rimarco che senza il voto delle opposizioni, la procedura d’urgenza non sarebbe passata e ci troveremmo a dire a tanti cittadini residenti all’estero che i tempi per la sanatoria erano spirati. Questo bisogna ribadirlo, a causa del vostro modo di procedere sempre a forzature e non per dare risposte a cittadini. Sull’articolo 1 della legge, ci sembra un principio di civiltà. Abbiamo sempre cercato una posizione mediana e moderata rispetto ai temi sulla cittadinanza e ci pare che l’articolo 1 possa essere accolto. Il punto centrale però non è nei primi tre commi, ma il comma quattro. Prego l’aula di valutare anche la nostra proposta, e che anche Libera ne fa una per ottenere lo stesso obiettivo relativo all’estensione dei termini della sanatoria. Ad oggi, proprio perché la legge del 2019 prevedeva tempi di due anni dalla sua entrata in vigore, la scadenza risulta quella di agosto 2021. Nel frattempo sono intercorse problematiche legate al reperimento di documenti nel paese di residenza durante l’emergenza covid, poi in secondo ordine le difficoltà del conferimento della documentazione raccolta alle autorità diplomatiche/consolari sammarinesi che dovevano recepire entro il 15 agosto la documentazione che gli aspiranti cittadini avrebbero dovuto presentare, a causa delle limitazioni dovute sempre all’emergenza pandemica. Le difficoltà sono poi acuite dalle forze esigue che mettiamo in campo da dedicare all’attività consolare. Si è così immaginato un meccanismo anche razionale: il governo dice ‘comunque entro ottobre chi vuole aderire alla sanatoria lo deve fare inderogabilmente’. Noi abbiamo detto invece che ci sono enorme problemi per realizzarla così come propone il governo, problemi di natura burocratica, è un meccanismo lecito, ma farraginoso. Immaginare che uno si faccia carico prima di inviare una mail al Dipartimento esteri che lo archivia e gli dà riscontro per trasferirla al console di residenza che deve a sua volta archiviarla. Ed entro un anno e mezzo l’interessato deve portare la pratica al consolato. E poi una mail non ha valore legale. Poi dobbiamo impiegare più funzionari del Dipartimento esteri a inviare mail e risposte. Terza cosa il lavoro dei Consolati viene raddoppiato. Sono motivazioni di buon senso: la nostra proposta dice di discutere sul lasso di tempo da applicare e di trasformare la scadenza effettiva della sanatoria a un anno in più, al prossimo agosto. Si eviterebbero mail e scartoffie e tanto lavoro sprecato dell’amministrazione.

Maria Cristina Albertini, Pdcs

Con questo Pdl l’Aula è tenuta finalmente a risolvere il problema legato all’assunzione e riassunzione di cittadinanza a tutti coloro che ne hanno diritto. Spesso snobbiamo l’importanza dell’essere cittadino sammarinese, non capendo il valore di questo status che ci trasmette tutta una serie di benefici di natura civile, politica e sociale che permettono all’individuo di assumere precisi diritti. Personalmente ho avuto diverse occasioni di raccogliere considerazioni e richieste di delucidazione in merito a norme che regolano questa tematica e ho constatato quanto forte fosse la motivazione e il desiderio di riappropiarsi dell’essere cittadini sammarinesi da coloro che vivono nei paesi oltre confine o dall’altra parte del mondo. La Consulta dei sammarinesi residenti all’estero già da tempo ha manifestato desiderio di venire a capo a una serie di problematiche che coinvolgono i nostri cittadini non residenti in territorio. Dai lavori della Consulta si evince come a tutti i componenti delle comunità sta a cuore la possibilità di estendere il diritto-dovere di cittadinanza a tutti coloro che ne possiedono i requisiti. E’ un atto dovuto ai sammarinesi che sono stati esclusi dall’opportunità di appartenenza al nostro tessuto sociale. Il Pdl vuole trovare in particolare soluzione a una grave discriminazione che stanno vivendo finora i soggetti avendo diritto a trasmissione di cittadinanza per via materna.

Michele Muratori, Libera

Il pdl è sicuramente migliorativo rispetto alla situazione e dà soluzioni a questioni irrisolte. Anche io sottolineo che i voti per la procedura d’urgenza siano stati garantiti dall’opposizione. Mi fa piacere parlare all’interno dell’Aula della cittadinanza, in tutte le legislature passate si è arrivati a predisporre un pdl che riguarda l’acquisizione della cittadinanza sammarinese. Penso i tempi siano maturi anche per fare un salto di qualità e discutere anche appunto della doppia cittadinanza all’interno del nostro paese. Il mio gruppo ritiene che rinunciare alla cittadinanza di origine in favore di quella sammarinese sia una forzatura intollerabile. Possiamo aprire un dibattito sul tema e ne trarrà beneficio tutta la cittadinanza. Mantenere una sola cittadinanza è in controtendenza alla realtà mondiale. Penso sia una violenza. L’invito è di fare un dibattito. Come Libera siamo disponibili a trattare il tema.

Gian Matteo Zeppa, Rete

Grazie ai Segretari che hanno messo fine a una vecchia distorsione legata alla trasmissione della cittadinanza attraverso la linea della madre che ha portato a diverse battaglie politiche in passato. E’ stata una discriminazione ‘bella forte’. Ricordo mia madre che contraendo matrimonio con un italiano dovette rinunciare alla sua cittadinanza sammarinese, per poi riacquisirla successivamente: era una discriminazione rivolta nei confronti delle donne. Il Pdl trova approvazione del movimento Rete perché si innesta all’interno di un percorso di chiusura del cerchio, riguardando figli e nipoti sammarinesi di linea materna.

Poi c’è la proroga della sanatoria stabilita nel 2019, che tiene conto dei problemi legati al covid e alle sue conseguenze in questo anno e mezzo orrendo. Ritengo giusto prevedere una doppia data come proposto dal governo. Difficile capire cosa intende chi parla di burocratizzazione delle cose.

Opportuno lavorare per step.

Denise Bronzetti, Npr

Sicuramente andavano sanati aspetti procedurali, rispetto alle difficoltà di un iter procedurale interrotto e impossibilitato dalla pandemia. Ma alcune osservazioni: spesso in quest’Aula si agisce a spot su leggi fondamentali, come quella sulla cittadinanza, quando invece servirebbe tempo per completare interventi che riguardano uno status di cittadinanza. La questione cittadinanza e sua acquisizione andrebbe affrontata in tutte le sue sfaccettature, limiti ed eventuali aperture in maniera più coordinata e complessiva.

Gloria Arcangeloni,Rete

Per ribadire quanto già espresso dal consigliere Zeppa sulla bontà di questo provvedimento che di fatto va ad equiparare i diritti legittimi della discendenza tra padre e madre rispetto la cittadinanza. Bronzetti parla di interventi spot, in linea generale posso essere d’accordo, ma in questo caso qui si vanno semplicemente a modificare distorsioni di una legge già esistente. Poi, se la nostra unica colpa è nella procedura d’urgenza, altro mal non venga.

Maria Luisa Berti, Npr

Il tema della cittadinanza è molto sentita in una realtà statuale così piccola come la nostra, il pdl risponde ad esigenze pratiche in relazione a norme che prevedono una sorta di sanatoria per la richiesta di documentazione che, causa emergenza sanitaria, non si è potuto rispettare i termini della legge in vigore. In quella specifica parte, il testo di legge prevede interventi normativi che avevano necessità estrema di urgenza di intervento per riconcedere termini di adempimento. Invece sulle norme che riguardano più sostanzialmente la concessione di cittadinanza, in riferimento al primo articolo, rilevo che non è di poco impatto sul nostro sistema normativo. Avrebbe forse meritato maggiori approfondimenti in termini di valutazioni su quali e quanti sarebbero stati i casi interessati dall’estensione della norma. Sicuramente la disciplina in passato ha fatto discriminazioni quando si prevedeva la discendenza solo da parte paterna. Ma non facciano confusione, la norma che introduciamo oggi dà possibilità di avere cittadinanza a figli di soggetti che nascono da donne che hanno perso la cittadinanza a seguito di matrimonio. Questo articolo non rientra nell’ambito della materlinearità. Sicuramente ci sono esigenze di intervenire e tante richieste di nostri cittadini all’estero, però secondo me servirebbe un approfondimento sulle vere esigenze e una valutazione dei casi.

Marica Montemaggi, Libera

Rilevo ancora una volta che in certi progetti di legge non solo l’opposizione non sia coinvolta, ma a quanto pare neanche la maggioranza. Alla luce di questo terzo Pdl visto in questa sessione, abbiamo visto interventi di maggioranza che hanno rilevato infatti una mancanza di confronto. Preoccupa la mancanza di confronto su un provvedimento come questo, che va a sanare distorsioni su temi come quello della cittadinanza che ha tante sfumature e casistiche. Sulle proposte del provvedimento sono assolutamente favorevole, la distorsione relativa alla madre e alla discriminazione che si faceva è legata al fatto che, avendo perso diritti in passato, le donne hanno subito discriminazioni, e oggi siamo ancora qui a cercare di mettere in riga le disparità che vengono avanti.

Chiedo se è possibile presentare in una commissione un dibattito sulla cittadinanza per capire meglio le esigenze venute fuori negli anni, sui numeri, e capire come mettere fine agli effetti distorsivi che ancora cerchiamo di correggere. Sulla rinuncia alla cittadinanza di origine: si potrebbe fare un ulteriore passo in avanti, oggi potrebbe essere l’occasione per poter affrontare anche quel passaggio e superare la rinuncia di un cittadino che acquisisce la nostra cittadinanza.

Paolo Rondelli, Rete

Con questo pdl si affronta una tematica importante su alcuni aspetti, ci sono stati spunti positivi nel dibattito, uno lo ha lanciato la collega Montemaggi e una possibilità di dialogo forse su questa proposta potremmo considerarla come idea costruttiva. Vanno portati prossimamente in Aula i dati su tipologie di pratiche che affrontiamo per capire l’andamento delle riacquisizioni di cittadinanza e tutte le casistiche.

Potrebbe essere una buona occasione discutere del mantenimento di cittadinanza di origine, anche questo potrebbe essere uno dei temi da affrontare. Colgo poi la richiesta e segnalazione della collega che spero sia posta con spirito costruttivo perché su queste tematiche non ci possono essere bandiere, ma solo l’interesse per i cittadini che hanno necessità di stabilire un contatto con la nostra terra.

Elena Tonnini, Sds Affari interni, replica

Mi sembra ci sia la comprensione sulle necessità che riguardano questi interventi a livello procedurale per i termini della sanatoria e sulla linea materna. Sto guardando gli emendamenti delle opposizioni di proroga di un anno della sanatoria per risolvere problemi procedurali, mentre noi diamo più tempi. È chiaro che la proroga di un anno è la soluzione più semplice. Noi mettiamo un termine alla sanatoria, venendo incontro a problemi legati al covid e alla mobilità senza dover poi aspettarci di dover prorogare nuovamente il termine di sanatoria. Capisco le preoccupazioni ti tipo procedurale. Anche il Dipartimento affari esteri ha partecipato alla stesura del Pdl e anche per le domande telematiche c’è piena consapevolezza delle procedure. Entro il 31 ottobre la domanda può essere presentata di persona al consolato più vicino, ma si apre anche alla modalità telematica per chi ha difficoltà nel presentarsi al consolato o allo stato civile.

Il tema della cittadinanza è delicato e questa legge non esclude la possibilità di ragionare sul tema anche sulla rinuncia alla cittadinanza, ma qui serve un confronto allargato con tutti i gruppi, mentre con questo pdl si interviene in modo molto circostanziato su determinate casistiche.