Il decennale delle monache dell’Adorazione

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Sono dieci anni che le Monache del Montefeltro, o meglio le monache dell’Adorazione Eucaristica, sono presenti nella Diocesi e, da dicembre scorso, anche a San Marino. Una ricorrenza speciale, dunque, che ieri è stata celebrata con una Messa Solenne nella Chiesa di San Francesco, a cui hanno presenziato Il Segretario di Stato per gli Affari Esteri Nicola Renzi

Il Nunzio Apostolico, Monsignor Adriano Bernardini, Decano del Corpo Diplomatico e Consolare accreditato a San Marino, appositamente convenuto in Repubblica, insieme al Vescovo della Diocesi, Monsignor Andrea Turazzi, hanno officiato una funzione arricchita da singolari canti da parte delle monache che, al termine della messa, hanno voluto presentare il proprio “carisma”, attraverso una selezione di immagini proiettate sull’abside e commentate dalla Madre Superiora, Suor Gloria Riva.

La presenza delle monache, chiamate a mantener viva l’attività del Convento di San Francesco, in seguito alla partenza dallo stesso dei frati francescani, assume un particolare significato anche per la valorizzazione del patrimonio artistico e culturale del Convento attraverso lezioni e incontri organizzati per parlare d’arte e spiritualità.

Sono dieci anni che nella diocesi di San Marino Montefeltro vive la comunità monastica della Adoratrici dell’Eucaristia che si ispira alla vita e spiritualità della beata Maria Maddalena dell’Incarnazione e professano i voti di povertà, castità e obbedienza secondo la regola di Sant’Agostino.

La madre superiora è suor Maria Gloria Riva. Fu l’allora vescovo Luigi Negri che caldeggiò il loro arrivo e, dopo qualche tempo di residenza nella canonica di San Leo di Carpegna, la comunità s’è trasferita nel vicino convento di Pietrarubbia, lasciato dai Cappuccini.

La crisi delle vocazioni non sembra segnare la comunità monastica delle Adoratrici che in questi anni sono cresciute diventando dieci e ora si sono divise per animare un altro storico convento nel cuore della repubblica di San Marino, vicino alla porta di San Francesco. Storico perché fondato con San Francesco ancora in vita. Anche lì, dove fino a due mesi fa circa vivevano i conventuali francescani, s’è insediata la comunità di suor Gloria, il 6 dicembre scorso.

È la stessa suor Gloria a spiegare come e perché è nata la nuova avventura.

“Premetto che al momento del nostro arrivo in questa diocesi nel 2007 noi eravamo destinate a San Marino. Questa idea iniziale non andò in porto. Così, come la Madonna e San Giuseppe che non avevano trovato posto da nessuna parte si sono dovuti sistemare nella capanna a Betlemme, il nostro primo posto fu quello di San Leo in Carpegna. Un luogo che ci è piaciuto molto e dove la gente ci ha accolto a braccia aperte; un luogo tuttavia che s’è subito rivelato piccolo tant’è vero che già a quel tempo ipotizzammo di andarcene addirittura in un’altra diocesi, a Radicondoli. Invece la Provvidenza ci ha indirizzato al convento di Ponte Cappuccini a Pietrarubbia. Abbiamo saputo che veniva lasciato nel luglio 2008 e a metà settembre ci siamo trasferite. E li siamo rimaste. Ora però negli ultimi tempi, anche in base ad alcune richieste di nuovi ingressi, pure il convento di Pietrarubbia era diventato piccolo anche perché si sono uniti a noi Angelo e Cristian che stanno coadiuvando la nostra opera. Ora vivono in una casa vicina al monastero in attesa di concretizzare più stabilmente la loro presenza monastica. Tuttavia il nostro non è un ordine misto né vuole esserlo. Eravamo quindi già alla ricerca di un altro luogo. Tant’è che i Cappuccini, che sono molto contenti di come abbiamo valorizzato il convento di Pietrarubbia, ci avevano proposto altre soluzioni, tra cui quella del bellissimo monastero di Cagli, che però avrebbe avuto bisogno di costosi interventi e inoltre è piuttosto distante da Pietrarubbia e per me sarebbe stato un impegno troppo gravoso, visto che le comunità hanno bisogno di un po’ di tempo per diventare autonome. Chissà, forse in futuro potrà essere una soluzione per gli uomini…”

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