La Baha’i International Community (BIC) celebra i due secoli di vita

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In tutto il mondo ad ogni livello dalle più piccole località fino a quello internazionale si sta celebrando lo storico 200° anniversario della nascita di Baha’u’llah.
I recenti ricevimenti organizzati dalla Baha’i International Community (BIC) a New York, Ginevra e Bruxelles per celebrare il bicentenario hanno consentito alcune riflessioni sulle sfide che l’umanità deve affrontare oggi e su come le idee che scaturiscono dagli insegnamenti di Baha’u’llah possono contribuire a chiarirle.
New York
In un suo discorso durante l’incontro organizzato dall’Ufficio della BIC presso le Nazioni Unite a New York, uno degli ospiti d’onore, la Rappresentante permanente di Panama presso l’ONU Laura Elena Flores Herrera ha detto: «Baha’u’llah chiede a ciascuno di noi di sviluppare il senso della cittadinanza mondiale e di impegnarci di gestire bene la terra. Voi baha’i avete una consapevolezza che può spianare la strada verso un futuro migliore per le generazioni a venire e ora, più che mai, la voce dei seguaci di Baha’u’llah deve essere ascoltata e gli insegnamenti baha’i devono essere estesi al di là di quello che ogni giorno voi lavorate duramente per fare».
«Accogliamo con soddisfazione il vostro sostegno e la vostra collaborazione mentre insieme costruiamo un mondo dove non ci sia posto per l’estraniamento, dove la pace non sia un’illusione e si possa così veramente realizzare la visione di Baha’u’llah di un paradiso sulla terra».
Il ricevimento del 10 ottobre a New York prevedeva un programma devozionale con brani tratti dagli scritti di Baha’u’llah messi in musica e la proiezione di una selezione di clip tratti da un film preparato presso il Centro Mondiale Baha’i in occasione del bicentenario.
Azza Karam, un alto funzionario delle Nazioni Unite, ha parlato con calore della forte relazione tra la BIC e le Nazioni Unite.
«Vorrei riportare alcune cose che ho letto nella dichiarazione della Baha’i International Community», ha detto il dottor Karam in suoi commenti conclusivi. «“Fra le esigenze di questo giorno che Baha’u’llah ha enunciato vi sono, ma non solo, la parità dei sessi, l’indipendente ricerca della verità, l’armonia tra la religione e la scienza e l’eliminazione degli estremi di ricchezza e povertà”. Signore e signori, questo è il mandato delle Nazioni Unite, nelle parole di un Profeta. Quali parole più potenti si potrebbero dire?».
Ginevra
Poche ore prima nell’Ufficio della BIC presso le Nazioni Unite a Ginevra, una celebrazione del bicentenario ha avuto luogo nell’Hotel de la Paix, dove ‘Abdu’l-Baha ha alloggiato durante la sua visita a Ginevra nel 1911. Il programma comprendeva discorsi di vari ospiti illustri tra cui Ibrahim Salama, direttore della Divisione per i Trattati sui diritti umani dell’Ufficio dell’Alto Commissario per i diritti umani.
«Una delle prime citazioni che mi ha colpito dalla Fede baha’i è che “tutti gli uomini sono stati creati per portare avanti una civiltà in continuo progresso”», ha detto il signor Salama nelle sue osservazioni.
«Nella Fede baha’i ci sono due caratteristiche distinte, credo, che sono chiarissime. Una è questa comunanza per cui tutti contribuiamo a qualcosa. È una Fede aperta e questa è la prima caratteristica di un salutare contributo all’umanità. In secondo luogo, essa è una comunità molto attiva negli affari del mondo, gli affari sociali, gli affari economici, gli affari delle Nazioni Unite, non nel quadro di una prospettiva teologica, ma da un punto di vista umano», ha detto il signor Salama.
Joelle Fiss ha parlato dei suoi primi contatti con la Fede baha’i quando ha saputo della persecuzione dei baha’i in Iran. I suoi commenti in serata hanno toccato l’idea baha’i che la religione è progressiva, che si sviluppa nel corso del tempo. Parlando della fede che i baha’i hanno nell’unità del genere umano, ha detto: «L’idea di universalità che caratterizza la Fede baha’i è sorprendente.”
La signora Fiss è membro del gruppo di esperti dell’Ufficio per le istituzioni democratiche e i diritti umani riguardanti la libertà di religione o di credo e dell’Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa.
Bruxelles
Durante il ricevimento nell’Ufficio della BIC a Bruxelles il 17 ottobre i principali oratori sono stati Mairead McGuiness, vice-presidentessa del Parlamento europeo e Jan Figel, inviato speciale dell’Unione Europea per la libertà di religione o di credo al di fuori dell’UE.
Una brillante selezione di brani tratti dagli scritti di Baha’u’llah sovrapposti ai vivaci dipinti di un artista baha’i scorreva alle spalle degli oratori.
«La Fede baha’i offre una visione particolarmente preziosa del patrimonio spirituale comune di noi tutti, dando a tutti la possibilità di trovare ciò che è bene in ogni sistema di religione e di credo», ha detto la signora McGuiness. «Il riconoscimento della nostra comune umanità ci può portare a una migliore comprensione non solo tra le diverse comunità religiose, ma anche al di là delle barriere nazionali ed etniche. Infatti, questa è anche l’idea fondamentale condivisa dai padri fondatori dell’Europa in ambito politico. Come dice la vostra Fede: “La vera religione trasforma il cuore umano e contribuisce alla trasformazione della società”».
Jan Figel ha parlato degli insegnamenti di Baha’u’llah sull’unità del genere umano e sull’universalità di questi valori, che sono stati sanciti nella Dichiarazione universale dei diritti umani. Ha detto: «Il ruolo della religione nella vita delle comunità o delle persone riguarda la trascendenza, la spiritualità, il senso della vita e del suo orientamento. Ma significa anche relazionarsi, religare, religione. Sono legami che ci uniscono. E qui voglio sottolineare che l’importanza non è distinguersi dagli altri, ma collegarsi con loro e capire che il mondo è uno, che l’umanità è una e che se siamo seguaci sinceri di una verità deve esserci unità anche nelle menti e nei cuori».
Parlando dei valori universali che legano l’umanità, il signor Figel ha detto: «Sono contento che la comunità baha’i promuova questo approccio, perché abbiamo bisogno di mostrare l’unità in qualcosa di reale, non solo a parole, ma nella pratica».

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