Visitatori a quattro zampe nelle strutture sanitarie

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San Marino. È stata depositato in questi giorni alla Segreteria istituzionale il progetto di legge di iniziativa popolare “Disciplina per l’accesso degli animali di affezione nelle strutture sanitarie e socio sanitarie pubbliche e private in caso di paziente ricoverato”.

L’obiettivo, si  legge nella relazione al provvedimento, è quello di “consentire alle persone ricoverate nelle strutture sanitarie e sociosanitarie (ospedali, cliniche, case di riposo, ecc.) di poter incontrare i propri animali di affezione, qualora ciò non comporti problemi per le stesse o per gli altri degenti, e dopo che i responsabili del reparto abbiano acconsentito all’ingresso”.

Con questa proposta di legge “si intende rispondere all’esigenza di tante persone, costrette a lunghe degenze in ospedale, che desiderano avere la possibilità di incontrare il proprio amico a quattro zampe”.

Gli effetti positivi del rapporto con gli animali d’affezione sono stati “ampiamente dimostrati da una notevole mole di esperienze e di ricerche, che evidenziano la valenza dell’interazione uomo-animale, con conseguenti miglioramenti sulla qualità della vita in generale, sulle funzioni fisiche, sociali, cognitive e emozionali dell’uomo”.

Ogni struttura sanitaria e sociosanitaria “deve recepire con un proprio regolamento interno, predisposto dall’Authority sanitaria e approvato dalla direzione sanitaria, le disposizioni contenute nel presente progetto di legge, integrandolo con le peculiarità di ogni struttura”.

Il regolamento “deve contemplare modalità differenti per l’accesso degli animali d’affezione in aree esterne agli edifici di ricovero e cura di pertinenza della struttura sanitaria; aree interne comuni (sala d’attesa, di ricreazione e svago, corridoi, terrazze, giardini, ecc.); e reparti di degenza.

Il progetto di legge “prevede prescrizioni a garanzia della pulizia e della salubrità dei luoghi in cui vengono accolti gli animali nel rispetto anche degli altri pazienti ricoverati e norme precise sulla modalità di accesso, lo stato di salute e benessere psicofisico degli animali in visita”. Nello specifico, i cani che accedono alle strutture sanitarie “devono essere iscritti all’anagrafe canina e identificati, condotti con guinzaglio della lunghezza non superiore a 2 metri (e museruola al seguito)”.

Il conduttore, “così come previsto dall’articolo 4 della legge n. 101 del 2012, è sempre responsabile del benessere, del controllo e della conduzione dell’animale e risponde, sia civilmente che penalmente, dei danni o lesioni a persone, animali e cose, provocati dall’animale stesso”.

Gatti e conigli raggiungono il paziente “alloggiati nel trasportino almeno fino al cospetto del paziente e, se liberati, devono essere mantenuti con apposito guinzaglio”.

Per gli altri animali d’affezione diversi da cani, gatti e conigli “l’accesso è consentito con modalità e prescrizioni diverse a seconda della specie in oggetto”. Tali indicazioni sono “stabilite dalla direzione sanitaria”. In ogni caso l’animale “viene condotto in visita solo se abituato al contatto con le persone, ovvero solo se socializzato”.

Gli accompagnatori devono essere “maggiorenni, portare con sé tutti gli strumenti per la raccolta delle deiezioni e dei peli, oltre alla documentazione sanitaria che certifica la buona salute del peto”. Devono inoltre “monitorare lo stato di benessere psicofisico dell’animale ed in caso di necessità interrompere la visita”.

Il visitatore a quattro zampe “deve entrare ben pulito e in buono stato di salute nella struttura sanitaria o socio-sanitaria”.

Il provvedimento “specifica anche gli ambiti in cui è consentita la visita dell’animale d’affezione”. Sono “esclusi, per esempio, i reparti di terapia intensiva, chirurgia ed emergenza”. Gli animali d’affezione “sono parte integrante degli affetti di molte famiglie sammarinesi” ed è “importante assicurare la continuità della relazione empatico-affettiva tra degenti e i loro animali, che genera un effetto motivazionale utile a superare le difficoltà in atto del paziente”.

Lo scopo è quello di “rievocare l’ambiente domestico e le condizioni di vita normali dei pazienti per procurare benefici terapeutici importanti, finalizzati alla salute psicofisica dei malati”. Anche la vicina Regione Emilia-Romagna, “così come diverse Regioni italiane, ha riconosciuto il contributo che gli animali forniscono alla qualità della vita e dunque, il loro valore per la società civile, consentendo l’ingresso agli animali di affezione nelle strutture ospedaliere”.

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