San Marino. La riforma della Giustizia è legge con l’approvazione in Consiglio

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Con l’approvazione dei primi due progetti di legge del ‘pacchetto giustizia’, si conclude a fine seduta l’esame del comma 4. In particolate, dopo giorni di dibattito viene infine approvata la legge costituzionale “La Magistratura. Ordinamento giudiziario e Consiglio giudiziario” con i 43 voti a favore di tutti i consiglieri presenti in Aula. Al momento del voto i consiglieri di Libera e Repubblica futura invece escono per non parteciparvi. La legge ottiene comunque la necessaria maggioranza qualificata. Viene discusso e licenziato molto più velocemente, a fine seduta, il progetto di legge “Commissione consiliare per gli Affari di Giustizia”, approvato con 37 voti a favore, 8 contrari e un non votante.

Nel pomeriggio i lavori sono ripresi dalla messa al voto dell’articolo 15 sul Consiglio giudiziario e l’Aula ha poi affrontato altri emendamenti aggiuntivi all’articolo di Rf e Libera (relativi a seduta ordinaria, trasparenza e codice di condotta per i giudici), respinti. Quindi si è affrontato l’articolo 16 relativo al Giudizio disciplinare. Al momento della dichiarazione di voto, i capigruppo di Libera e Rf ribadiscono tutta la loro contrarietà al provvedimento e annunciano l’uscita dall’Aula durante il voto. Dall’opposizione, Rossano Fabbri, gruppo misto, invece anticipa il suo voto favore. I lavori consiliari riprenderanno lunedì con la presentazione della relazioni della Commissione d’inchiesta su presunte responsabilità politiche o amministrative che hanno coinvolto la Società Credito Industriale Sammarinese – Banca CIS e sulle crisi bancarie.

Di seguito gli estratti delle dichiarazioni di voto ai due provvedimenti votati nella seduta del pomeriggio.

Comma 4. a) Progetto di Legge Costituzione “La Magistratura. Ordinamento giudiziario e Consiglio giudiziario” /Approvato con 43 voti a favore di tutti i presenti in Aula, i consiglieri di Libero e Rf escono al momento del voto

Dichiarazioni di voto 
Eva Guidi, Libera
E’ stato un dibattito particolarmente lungo in cui abbiamo presentato una serie di considerazioni cercando di condividerle con l’Aula, sin dall’inizio ritenuto che un intervento di questo genere vada a modificare l’assetto istituzionale e di equilibrio tra i poteri dello Stato e abbiamo fatto presente che questo passaggio delicato viene fatto con una superficialità disarmante, dettato anche dalla fretta con cui si è voluto procedere in modo incomprensibile. C’era infatti ancora possibilità di fare ulteriori approfondimenti e chiarimenti. Abbiamo cercato di portare questo elemento alla vostra attenzione, ma abbiamo ritrovato totale sordità. Si abbandona il criterio di cautela che aveva rappresentato la nostra peculiarità, ovvero l’esistenza di pesi e contrappesi nelle nostre istituzioni. Abbiamo ribadito la non condivisione del metodo di lavoro portato avanti, che ha escluso l’opposizione. Non si trattava di una legge di una parte del Consiglio e di una parte del Paese, era una legge che ci sarebbe piaciuto fare con il Consiglio Grande e Generale tutti assieme. 
L’impianto è così complesso, anche da un punto di vista tecnico, che abniamo voluto portare un contributo migliorativo, ma non è stato semplice riuscire a farlo. Tuttavia ci siamo accostati al dibattito e ai nostri emendamenti per portare

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contributi migliorativi rispetto alla grande distorsione che si viene a introdurre nel nostro assetto istituzionale. 
La scusa del ‘Greco’ non giustifica la fretta. Tante le raccomandazioni rimaste senza risposta. 
La critica più forte che portiamo è quella per cui riteniamo ci sia concentrati troppo sull’attuale assetto di poteri del tribunale e dove ora ci manca una necessità di pacificazione e concordia e si riperpetua invece una situazione che di concordia ne porterà veramente poca. Non si è fatto lo sforzo su quale era il tipo di tribunale che il nostro paese aveva bisogno. Serve un tribunale che dia risposte di giustizia celere e questo pdl, secondo noi, non dà risposta alla cittadinanza sulla de-negata giustizia a centinaia di fascicoli che vanno in prescrizione. Non si cancellano le fazioni in tribunale, non si dà voce a tutte le anime presenti. Si va a creae invece un triubnale con organi rappresentativi che vanno nella direzione di autoreferenzialità. Ancora un paio di aspetti restano molto critici: abbiamo fatto una lotta in modo costruttivo per la mancanza completa di qualsiasi discorso di trasparenza e accessibilità degli atti. E’ un problema molto grave che si riscontra solo nella magistratura e non in altri organi. Poi il potenziale conflitto di interesse con la presenza degli avvocati all’interno del Consiglio giudiziario. Si può mettere anche la persona più onesta, ma si crea comunque quel condizionamento e conflitto di interesse nell’attività del magistrato che rende il suo lavoro ancora più complesso. 
 Vogliamo dire che non ci riconosciamo assolutamente in questa legge che non doveva essere solo legge di governo e maggioranza. Abbiamo evidenziato criticità che andremo presto a toccare con mano e chissà se riusciremo a rivederle, essendo legge costituzionale. Esprimiamo dunque la nostra totale contrarietà e, con il massimo rispetto verso la Reggenza e l’Aula, annuncio che non parteciperemo alla votazione e non saremo neanche presenti in Aula. Non riteniamo di dover assistere alla votazione, è una pessima scelta per il Paese e per il tribunale. Non è una cosa che facciamo a cuor leggero e non l’abbiamo mai fatto in questa legislatura. Insieme a Rf usciremo dall’Aula per questa legge, ve la lasciamo votare.
Nicola Renzi, Rf
E’ una legge di cui il dibattito ha evidenziato tutte le contrarietà, vari sono stati i distinguo anche dalla maggioranza. E’ un dato di fatto. Il confronto non solo non c’è stato, in alcuni casi – come per la proposta di voto dei 2/3 della maggioranza- è stato un confronto da presa in giro, ve lo dobbiamo dire. Dopo due anni dalla nascita di questa maggioranza e del governo noi sapevamo su cosa era basata questa alleanza: fare terra da ceci in tribuale. E state cercando di farlo per arrivare fino in fondo. Una sanità è in frantumi, la spirale del debito estero, lo sfascio delle aziende di Stato, lo sviluppo pari a zero: è il bilacio di questo governo. Si potrebbero aggiugere le denunce ai cittadini sammarinesi che hanno provato a dire qualcosa contro il padrone del vapore e contro i giornalisti. Si potrebbero aggiungere forse anche le indimidazioni che, aihmè, non hanno tardato e non tarderanno ad arrivare. Questa maggioranza fin dalla passata legislatura ha fatto di tutto per bloccare il processo del secolo, il Conto Mazzini, per occupare, con nomine fatte in solitudine della sola maggioranza, il Collegio garante e per fare chiara pulizia etnica in tribunale e gli interessi degli amici degli amici o dei clienti. Noi non possiamo e non vogliamo prendere parte a questa votazione. La responsabilità di ciò che abbiamo discusso oggi, irreversibile, deve ricadere in maniera chiara su ciascun consigliere che la vorrà portare avanti e sostenere. Non è una responsabilità penale, ma di coscienza e politica. Molti di voi, in maniera trasversale, si rendono conto e sentono il peso di questa responsabilità ma preferiscono che le battaglie le facciano altri. Noi non ci siamo sottratti, malgrado intimidazioni e irrisioni. Questa legge non va bene perchè è non è organica e sconvolge gli equilibri tra i poteri istituzionali nel Paese, creando camere stagne nelle quali non c’è possibilità di dialogo. Crea giudici di serie A e di serie B. Mette le mani della maggioranza sul tribunale in maniera istituzionalizzata. Una votazione di 2/3 in una maggioranza come questa significa che, come ha già fatto, puo’ prendersi i 4 membri del Consiglio giudiziario che andremo a nominare. C’è la volontà di favorire le fazioni tra i magistrati e tesa a sminuire il ruolo di certi magistrati. Saranno in pochi a decidere sulla politica giudiziaria: chi sarà nel Consiglio giudiziario decreterà sanzioni, assunzioni e promozioni degli altri giudici. Il fine non è accettabile, si porta al parossismo il conflitto di interessi ponendo gli avvocati dentro il Consiglio giudiziario. Noi usciremo dall’Auala, la responsabilità ricadrà su chi

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vorrà votare questa legge. E sarà una responsabilità politica con cui dovrete fare i conti.
Michela Pelliccioni, Dml
Siamo arrivati alla fase conclusiva di un dibatitto molto acceso, comprensibilmente visto la rilevanza del tema per il Paese. La posizione di Dml è stat quella di richiedere il massimo confronto sul tema, e non per dilatare i tempi all’infinito, ma perché abbiamo la convinzione che una riforma come questa non possa assumere il connotato di riforma di maggioranza, ma del paese. Ci siamo resi conto purtroppo che questo obiettivo non è stato raggiunto, o solo in parte, e ne siamo dispiaciuti. Si poteva fare di più e fare meglio. Non vuole essere una critica al Sds Ugolini il cui impegno lo riconosciamo, ma più confronto avrebbe fatto cadere le strumentalizzazioni di chi dice che questa riforma è solo il preludio di una crisi di governo. Il nostro partito, che non nasce contro qualcuno ma per costruire qualcosa, ha richiesto per questo il confronto. Dml ha sin da subito portato il suo contributo per rendere questo testo equilibrato e riteniamo che il testo vada perfezionato anche con le nostre osservazione e meriti in definitiva il nostro voto con la speranza che il metodo in futuro cambi davvero. 
Manuel Ciavatta, Pdcs
Dichiaro a nome della nostra forza politica la votazione favorevole alla legge che si inserisce in un percorso di cambiamento di tutto l’assetto della magistratura, partito dall’avvio di legislatura con la nomina del dirigente del tribunale che ha cambiato anche le modalità di lavoro all’interno del tribunale, a partire dal completamento degli organismi. A questo dirigente è stato chiesto anche di attuare percorsi di riforma e questa è la prima fondamentale riforma di questo percorso. E’ evidente che con questa riforma, che ridefinisce gli organismi del potere giudiziario e di autogoverno, andremo in seguito anche a dover fare altre riforme, come quelle calendarizzate, che sono fondamentali per fare in modo che tutto il lavoro della magistratura sia efficace, trasparente e che consenta di dare quella garazia che la magistratura deve dare in quanto potere dello Stato. A fronte della paura dell’autogoverno della magistruta torno a dire che la politica deve fare politica. Forse non ce l’abbiamo fatta a farlo in modo unitario, visto che l’Aula in parte non parteciperà al voto. Ma il fatto che larga parte dell’Aula abbia convidiso questo pld ritengo sia un risultato importante. E’ una prima grande riforma di questa maggioranza che ne attende tante altre.
Gian Nicola Berti, Npr
Esprimo dispiacere per il fatto che qualcuno ritenga di dover abbandonare l’Aula. All’appello fatto dall’opposizione ‘vi dovete assumere la responsabilità di questo pdl’, rispondo che noi, come Npr, la responsabilità ce la siamo assunta già un anno e mezzo fa, quando abbiamo assunto la necessità di una riforma della giustizia. La pagina più brutta in passato è stata quella di vedere alcuni magistrati che si sono fatti prendere dalla pressioni della politica. E’ stata causa di perdita di crebilità del tribunale. 
Noi ci assumiamo la responsabilità di questa legge e verso l’evoluzione dello stato di diritto della Repubblica di San Marino. La riforma assume un ruolo decisivo per la formazione etica e professionale dei magistrati del tribunale di San Marino. Il potere giudiziario non ce l’ha il Consiglio giudiziario ma il magistrato, noi non discutiamo l’esercizio del potere giudiziario ma la sua casa a cui assicurare indipendenza, autonomia, correttezza e legalità da parte del magistrato. Non so se sarà responsabilità o colpa di questo ordinamento, al di la della strumentalizzazione di parte, se lo applicheremo con senso di responsabilità verso i cittadini, questo sarà il pdl che porterà il paese a fare dei passi in avanti. Noi vorremo finalmente che la politica lasciasse stare il tribunale. Il voto a questo pdl di Npl sarà favorevole. 
Alberto Giordano Spagni Reffi, Rete
In questo momento ci sarebbe tanto da dire sugli interventi dell’opposizione e si potrebbe obiettare ‘da che pulpito viene l’intervento’, …ma non ho voglia di farlo. Qui siamo a tratteggiare un punto zero e piuttosto che cadere nel livore generato negli anni passati, vorrei guadare avanti. In maggioranza sono state fatte anche critiche in questo dibattio, sono state portate idee diverse qualche lamentela ma si è parlato di proposte e di futuro del tribunale, che è l’ultimo argine della democrazia. Dall’opposizione sono sempre e solo arrivate parole distruttive, tanto che un gruppo ha proposto emendamenti totalmente soppressivi di tutta la riforma, anche del titolo. Difficile trovare sintesi così. Questa riforma rappresenta una possibilità di evoluzione per un paese terribilmente ancorato dallo spirito conservatore e, se non abbiamo coraggio di disancorarci da

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posizioni che ci hanno portato in na situazione rovinosa come quella attuale, non riusciremo a vedere la luce. Questo è un primo passaggio e coraggioso, e il terrore che si vive nel farlo non può essere un ostacolo. Non si può voler continuare a vivere con istituti e prassi che ci hanno portato a questa situazone. Questa riforma quanto meno è un cambiamento rispetto ciò nella Repubblica di San Marino è fermo da troppo tempo. Il mio movimento appoggia questa riforma che non sarà la migliore possibile a avrà sicuramente dei difetti, ma cambia un’idea, toglie la politica dalla magistratura, le lascia maggiore responsabilità e ci auguriamo permetta di vivere situazioni più serene che in passato.
Denise Bronzetti, Gruppo Misto
Con molta poca serenità d’animo faccio dichiarazione di voto per i consiglieri di maggioranza del gruppo misto con cui ci si appresta a votare questa legge. Sono stati anni di duro scontro in Aula e dentro la magistratura, 4 anni in cui anche alcuni di noi, ricoprendo ruoli di primo piano all’interno della Commissione Giustiziam, nel Consiglio giudiziario plenario e anche nel massimo incarico dello Stato, hanno vissuto sulla pelle quello che non sarebbe mai dovuto succedere in uno Stato democratico. Abbiamo subito di ogni, cercando di fare la nostra parte per evitare una situazione grave che avebbe potuto compromettere il buon nome di San Marino e messo a repentaglio anche la vita delle persone- perchè in tribunale ci finiscono le persone che cercano di avere fiducia nella giustizia. E spesso anche alla chiamata anche il tribunale è mancato. Ci sono responsablità diffuse a più livelli, dentro il tribunale e dentro la politica. Noi non siamo convinte questa legge possa sistemare del tutto il rapporto dei poteri dello Stato, in mod tale da mettere la parola fine ad anni di situazione che avrebbero dovuto essere denunciate con forza, come è stato, nelle sedi istituzionali. Vogliamo comunque dare fiducia al nuovo dirigente del tribunale e tentare di apprezzare lo sforzo che la politica, ancora una volta, fa. Vogliamo metterci la fiducia che francamente traballa, per quanto noi riusciamo a fare buone leggi infatti, le leggi camminano sulle gambe delle persone e non ci è piaciuto per niente quanto accaduto in queste ore in quest’Aula. Siamo persone libere e quindi i richiami che arrivano da più parti perché ci sia un giudizio favorevole a noi non piacciono. Noi votiamo se lo riteniamo giusto. Su questo bisogna che iniziamo ad essere chiari, dentro e fuori di qui. E’ un richiamo che ci sentiamo di rivolgere all’Aula. 
Rossano Fabbri, Gruppo misto opposizione
Arriviamo alla fine dell’iter di una legge importante per la Repubbica perché ha la presunzione di chiudere un periodo durato parecchi anni dove le dinamiche nella giustizia hanno sfiorato l’allarmante e il pericoloso. Oggi abbiamo questa legge, cui hanno partecpato persone di grande pregio e rispetto per la dottrina italiano, nomi che sotto l’aspetto dottrinale sono garanzia di buon lavoro rispetto quello di cui questo Paese aveva necessità. Questa riforma non costituirà la migliore normativa possibile, tutte le norme hanno necessità di essere applicate e riviste. Ci sono in effetti alcuni aspetti criticati che ho condiviso, la partecipazione degli avvocati può lasciare adito a pareri difformi, ma ce ne sono anche tante altre. E’ però una legge che ha evidenziato il peggio, o quasi, che la politica ha saputo mostrare, una evidente contrapposizione di fronti dove si è superata la normale dialettica e il confronto fra fazioni. Si è andati davvero oltre, sintomatico di come le ragioni di questa legge vadano al di là delle norme proposte. Ho avuto l’impressione si trattasse proprio di un esercizio del potere che potesse con questa legge spostarsi o troppo da una parte per qualcuno, o avere un riequilibio per qualcun altro. Credo sia sotto gli occhi di tutti la situazione della giustizia: questa legge non potrà che essere una legge che va verso la giusta direzione, perchè peggio di così non può essere. Al di là degli auspici degli organismi internazionali, la fuorisciuta della politica attiva dall’organo di autogoverno della magistratura ritengo vada in questa direzione. Se qualcuno rimpiange o ha rimpianto i momenti in cui la politica con una telefonata faceva partire qualche indagine, se ne dovrà fare una ragione. La politica oggi è bene che stia distante dal tribunale. Quando determinati processi giungeranno alla fine, la cittadinanza avrà possibilità di vedere cosa è successo con chiarezza. Io stesso, anche se considero che questa maggioranza non saprà far altro che approvare questa riforma, anche dall’opposizione voterò questa legge di un governo sfilacciato che dovrà prendre poi le dovute conseguenze. Questa maggioranza non è in grado di affrontare le

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grandi sfide.

Comma 4 b) Progetto di legge qualificata “Commisisone consiliare per gli Affari di Giustizia”/ approvata con 37 voti a favore, 8 contrari e un non votante.Dichiarazioni di voto Giuseppe Maria Morganti, Libera
Per esprimere rammarico per un pomeriggio nero per le istituzioni della Repubblica di San Marino e la speranza che gli effetti di queste deliberazioni adottate a maggioranza assoluta del Consiglio- con 43 voti su 43 presenti- non siano foriere di problemi seri e siano poi riprese in mano presto. Il provvedimento in questione è minimale, è teso ad esautorare questa Commissione Affari di giustizia dai poteri in precedenza, non si capisce la ratio. Ma c’è un fatto oggettivo, l’emendamento che ha impedito ad avvocati e notai la presenza nella Commissione: qui li avrei lasciati, hanno il potere di decidere se avviare un procedimento disciplinare, mentre nel Consiglio giudiziario hanno il potere di decidere il decorso del procedimento. Sono particolamente rammaricato e ricordo la storia delle nostre istituzioni, fatta di equilibri infinitesimali che sono stravolti da questi provvedimenti.

Nicola Renzi, Rf 
Stiamo votanto una legge inutile, la Commissione Affari di giustizia, dopo l’accoglimento della legge precedente, è ridotta praticamente ad un orpello e potrà essere usata giusto per avviare procedimenti disciplinari ai magistrati, cosa fatta molto poco in passato. La cosa più simpatica è che in questa commissione gli avvocati non li volete, quando forse sarebbe stata l’unica in cui potevano essere accettati e li mettete invece dove avranno il potere di reclutare e valutare i magistrati e irrogare loro sanzioni. E’ totalmente illogico. 
Manuel Ciavatta, Pdcs
Voteremo favorevolmente anche questo pdl, la Commissione giustizia mantiene le sue prerogative, i suo membri non fanno più parte del Consiglio giudiziario plenario, ma si è fatto in modo che la politica uscisse da quell’organo ed è stata una scelta condivisa. Avremo occasione di interpellare poi il magistrato dirigente e la commissione sarà sempre un osservatorio privilegiato di tutto quello che avverrà in Consiglio giudiziario. E’ comunque un organismo importante cui è stata mantenuta la possibilità di intervenire per sanzionare. E’ vero, ad oggi poche sono state le circostanze, ma è vero anche che non c’era una differenza fra sanzioni e l’unico esito poteva essere quello di togliere un giudice dal tribunale, in questo caso ci si può muovere anche per circostanze meno gravi. Resta quindi uno strumeto di vigilanza. A nome della maggioranza voteremo a favore del provvedimento.