Contratto PA e atto organizzativo ISS, due impegni che vanno realizzati nonostante la crisi di governo

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La necessità di non interrompere per effetto della crisi di governo la trattativa per il rinnovo del contratto della PA e di definire l’atto organizzativo dell’ISS, è stata sottolineata dal Segretario FUPI Antonio Bacciocchi nell’ultima puntata di “CSdL Informa”.

Il contratto PA è fermo da oltre 10 anni; un rinnovo atteso da circa 3.800 lavoratori del settore pubblico e dalle loro famiglie, e che si rende necessario e urgente soprattutto a fronte di un’inflazione sempre più alta che continua a erodere il potere d’acquisto delle retribuzioni.

“Sicuramente nel periodo immediatamente precedente la crisi di Governo non eravamo affatto vicini alla firma del contratto”, ha sottolineato Antonio Bacciocchi. “Infatti la Segreteria Interni ha presentato una proposta molto corposa e complessa, che va a toccare molteplici aspetti normativi. A fronte di ciò il sindacato ha chiesto di alleggerire i temi sul tavolo del confronto, per concentrarci prevalentemente sugli adeguamenti delle retribuzioni.

L’ultima versione del documento era addirittura provocatoria, quasi a voler sollecitare una risposta negativa da parte del sindacato. Sul rinnovo del contratto chiediamo dunque che la maggioranza di governo ‘superstite’ sia disponibile a proseguire la trattativa, con documenti che siano fortemente alleggeriti da molti aspetti di carattere normativo, per arrivare in tempi brevi ad un accordo in grado di aggiornare le retribuzioni dei lavoratori del settore pubblico, per recuperare almeno una parte dell’inflazione.”

“Questa crisi – ha aggiunto Bacciocchi – ha messo fuori gioco le due Segreterie di Stato competenti rispetto all’ambito sanitario: la Segreteria Interni come coordinatore e primo interlocutore per la PA, oltre naturalmente alla Segreteria Sanità. Si tratta di capire se le linee fin qui tracciate di politica sanitaria saranno confermate o se ci saranno dei ripensamenti o modifiche. Il Direttore Generale dell’ISS oggi in carica era molto in sintonia con il Segretario di Stato Ciavatta; vedremo se questa sintonia continuerà con chi si assumerà la delega della sanità.

Abbiamo avuto l’incontro con il Comitato Esecutivo ISS e il Segretario Sanità per la presentazione dell’atto organizzativo il 19 maggio, il giorno dopo l’incontro sul contratto PA. Due fronti molto importanti; il paradosso è che sono stati presentati una serie di progetti da parte dei due Segretari di Stato competenti, pur sapendo che non li avrebbero portato avanti.

Lo stallo nell’azione di governo è negativo per tutti, soprattutto se riguarda la sanità.  Non fare nulla adesso per migliorare la sanità pubblica, che registra i problemi che tutti conosciamo, significa andare sempre più indietro in termini di organizzazione  ed efficienza dei servizi ai cittadini.

Siamo stati travolti dalla pandemia e tutto l’apparato sanitario ha risposto in maniera egregia. Ma una volta finita l’emergenza c’è stato un affievolimento delle politiche di rilancio di tutta l’organizzazione sanitaria. Questo ci preoccupa molto; la sanità sammarinese ha bisogno di una svolta per uscire dallo stato di profonda difficoltà in cui si trova, e l’impulso non può che partire dal livello politico.”

Il Segretario FUPS Elio Pozzi ha nuovamente rimarcato gli effetti della riforma pensionistica sulla rivalutazione delle pensioni. “È stato un aspetto non affrontato nel confronto sulla riforma, ma nel testo approvato ci siamo trovati con una percentuale massima di rivalutazione del 2,2% per le pensioni più basse, e a scalare per le fasce successive, a fronte di una inflazione – il dato più recente risale a gennaio – del 7,7%.

Con questa enorme differenza si toglie potere d’acquisto alle persone; si tenga conto che gli aumenti dei generi alimentari a San Marino in percentuale sono superiori al dato inflativo generale. Peraltro i pensionati in particolare devono fare i conti con spese ulteriori, come ad esempio quelle per gli integratori a pagamento, che sempre più spesso vengono prescritti dai medici al posto dei farmaci del prontuario.

Quasi il 60% dei pensionati sammarinesi è nella fascia che percepisce non più di 1.500 euro al mese, quindi cifre piuttosto modeste, ed ha difficoltà a fare fronte ad un costo della vita così elevato.”

“Recentemente – ha aggiunto il Segretario FUPS – c’è stato un incontro con le Segreterie Interni e Finanze sull’ICEE – che è un punto nodale anche della riforma tributaria. L’incontro è stato organizzato per dirci, in sostanza, che la riforma non è pronta. In uno sciopero del 2013 tutti abbiamo esibito dei cartelli con la scritta equità; la vogliamo realizzare a San Marino o continuiamo a mantenere questo stato di cose, dove qualcuno di fatto paga quello che vuole? Ricordo che nella dichiarazione dei principi dell’ordinamento sammarinese – la nostra ‘Costituzione’ – è scritto che ognuno deve pagare le tasse in base ai propri redditi e patrimoni, per il bene del paese. Un principio molto chiaro ma purtroppo sempre dimenticato da chi governa.”