BIENNALE D’ARTE DI VENEZIA: INAUGURATA ALLA FUCINA DEL FUTURO “NOMADER”

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BIENNALE D’ARTE DI VENEZIA: INAUGURATA ALLA FUCINA DEL FUTURO “NOMADER”

Il progetto dell’artista nomade Eddie Martinez a cura di Alison M.Gingeras.

 

Si sono aperta ieri le porte de “La Fucina del Futuro” in Calle S. Lorenzo a Venezia, sede contemporanea del padiglione della Repubblica di San Marino alla 60esima edizione della Biennale d’Arte di Venezia.
Dico “sede contemporanea” perché la Fucina del Futuro rivitalizza un’antica rimessa artigiana, ottimamente rispettata dalla curatrice della mostra che anzi ne esalta l’aspetto di ennesima meta di un artista errante alla ricerca costante della sua essenza, Eddie Martinez.
Al di là della cifra stilistica dell’artista che personalmente trovo riposante per l’anima nei quadri e confortante nelle sculture, l’intero corpo delle opere mi è apparso come un diario di bordo, taccuino del viandante che con silenziosa etica tira le somme a fine giornata di un cammino non ancora concluso e che mai terminerà.
Intendo dire che Eddie Martinez è un artista dall’animo dolce e pacato che ti invita ad entrare nel suo mondo con grazia e modestia, non prendendoti a pugni nello stomaco. Perché dobbiamo sempre ricordare che per un corretto approccio all’arte si dev’essere pronti a separare ciò che ci appare bello da ciò che pensiamo essere anche buono ed un’opera non può essere fruita del tutto senza conoscere la storia che c’è dietro.
Così il grande tavolo centrale della Fucina del Futuro che custodisce sotto vetro gli schizzi e gli appunti di viaggio dell’artista diventa vero e proprio piedistallo portante del Padiglione San Marino.
Critici d’arte, curatori e galleristi che hanno dato l’anima per costruire questo evento mi perdoneranno se trovano la mia disamina delirante ma vorrei ricondurre il significato che ho colto ieri al cammino che la nostra Repubblica ha compiuto in passato e sta compiendo nel presente

Io credo ancora che in un piccolo territorio come il nostro, cionondimeno Stato sovrano e repubblica più antica al mondo, l’unione delle forze pubbliche e private sia la leva promotrice del nostro genius loci. Per noi “Stranieri ovunque”, titolo della Biennale di Venezia, più che un suggerimento è condizione necessaria da accettare e da mettere a servizio di un paese che può e deve presentarsi alle porte d’Europa e del mondo con la competenza e l’allenamento di chi vuole cavalcare un’onda potentissima e non farsi travolgere da uno tsunami che comunque è già qui, ci piaccia o no.
In questo caso non è il mio solito approccio imprenditoriale alle cose che mi suggerisce il concetto, bensì la consapevolezza di poter essere sempre “noti a noi…ed anche agli altri”, a prescindere dal luogo e dal momento.


Ne sanno qualcosa i soci di FR Istituto d’Arte, Alessandro Bianchini, dottore commercialista sammarinese che con Roberto Felicetti e Vincenzo Rotondo, da sempre imprenditori del settore hanno cominciato, diciotto anni fa, a risalire la china di quel mondo dell’arte che a San Marino ebbe il suo apice nelle gloriose Biennali d’Arte Contemporanea che dal ’56 al ’67, sotto la guida di Gerardo Filiberto Dasi, in seguito patron del Centro Pio Manzù e Giulio Carlo Argan, tra gli storici dell’arte più incisivi ed influenti del secolo scorso, furono in grado di portare a San Marino artisti del calibro di Cristo e Jeanne-Claude, Andy Warhol, Michelangelo Pistoletto, Pino Pascali e Jim Dine, tra gli altri. Ed è lì che bisogna ritornare.
Agire “qui ed ora” con etica e competenza, in una partnership snella tra istituzioni ed imprese private è l’unica strategia vincente per San Marino, anzi, vorrei dire “di successo”. Smettiamola di ricondurre sempre tutto a chi vince e chi perde! Pensiamo con la testa di chi vuole costruire il futuro con costanza ed in modo coerente con le nostre radici millenarie ma sostenuti da ali giovani e forti.

Pensiamo di più alla felicità sociale ed un po’ meno a quella alimentata dal narcisismo egocentrico ed egoista suggerito dall’algoritmo dei social network. Pensiamo a chi siamo, a cosa possiamo fare per la nostra comunità reale e non ad apparire per cinque secondi alla volta, mostrando solo forma senza sostanza.
La cultura, la passione e l’arte in particolare ci sono di grande aiuto per [ri]scoprire chi siamo e per ispirare chi vogliamo diventare.

Vi auguro buon week end con un aforisma che parla appunto del miglior modo in cui l’essere umano si può approcciare alle cose, ricordandoci che l’Arte è “l’unica scienza in grado di spiegare l’animo umano” e che ognuno di noi può essere un artista a suo modo.

“Chi lavora con le proprie mani è un lavoratore
Chi lavora con le mani e con il cervello è un artigiano
Chi lavora con mani, cervello e cuore è un artista”

Francesco Chiari