Vertice sulla scuola, scontro tra governo e Regioni

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Preparativi per la riapertura delle scuole presso il Convitto Nazionale Statal Umberto I , Torino, 26 agosto 2020 ANSA/ALESSANDRO DI MARCO

Fontana: ‘Dall’esecutivo solo dubbi, servono certezze’. Boccia: ‘Ci sarà coordinamento permanente’

GESTIONE DEI CASI – ‘Il documento dell’Iss sulla gestione di eventuali casi Covid nelle scuole è “robusto e strutturato” e vale come “protocollo condiviso da adottare in tutto il paese” anche se resta “un testo aperto che potrà essere arricchito con il passare dei giorni, un vademecum per l’apertura delle scuole che può essere sempre aggiornato con l’esperienza sul campo”, ha detto il ministro della Salute Roberto Speranza durante la videoconferenza tra governo e regioni.

‘Abbiamo il dovere di dare a famiglie e scuole la garanzia di ricominciare nella massima sicurezza. Per questo motivo il coordinamento con Regioni e enti locali sarà un coordinamento convocato in maniera permanente fino all’avvio dell’anno scolastico per intervenire in tempo reale se dovesse presentarsi qualsiasi necessità”. Così il ministro Francesco Boccia al vertice sulla scuola. Boccia ha definito il documento elaborato dall’Iss “serio” su come gestire casi di contagio nelle scuole o tra le famiglie di studenti e personale della scuola e ha proposto ai Presidenti di Regione e agli enti locali di adottare formalmente in Conferenza Unificata il documento Iss “con eventuali integrazioni o suggerimenti operativi per le attività delle asl sui territori”. “L’obiettivo dev’essere ottenere un documento condiviso da applicare su tutti dalla Valle D’Aosta alla Sicilia”, ha aggiunto.

Per l’Emilia Romagna c’è il via libera al documento dell’Iss sulla gestione dei casi Covid nelle scuole ma serve condividerlo con tutte le Regioni domani in conferenza delle regioni, ha detto il presidente Stefano Bonaccini al vertice, durante il quale ha posto il tema degli organici degli insegnanti e del trasporto pubblico locale “perché se non si interviene in questi giorni chiarendo i limiti delle capienze sul trasporto pubblico locale si rischia il caos”.

Fontana invece attacca: ‘Dal Governo solo dubbi e incertezze. Sindaci, presidi, insegnanti e governatori attendono invece risposte concrete e attuabili. Non è più possibile andare oltre’, ha detto il presidente della Lombardia, commentando la videoconferenza sulla riapertura delle scuole. “E’ giusto fare questa premessa – ha aggiunto – perché siano chiare le responsabilità di un disordinato e inaccettabile avvio del nuovo anno scolastico”.  Ingressi scaglionati a scuola e ancora didattica a distanza: Fontana considera “necessario” cambiare modello per far partire l’anno scolastico. “Appare evidente – ha detto dopo l’incontro delle Regione con i ministri coinvolti – che, per quanto stiamo apprendendo in queste ore, sarà necessario un cambiamento del modello di organizzazione scolastica con scaglionamento degli orari di ingresso e di uscita combinato alla didattica a distanza”.

Critico anche Toti: “L’ennesima riunione con il Governo, a pochi giorni dall’inizio della scuola, si è conclusa con un nulla di fatto: nessuna decisione sull’uso o meno delle mascherine in aula né sulle modalità di rientro così come sul trasporto pubblico locale”, scrive il governatore ligure. “E’ impensabile far tornare le persone al lavoro e a scuola con le regole ventilate in questi giorni dal Governo per il trasporto pubblico locale. Dobbiamo fare i conti con i mezzi che abbiamo e, per garantire che tutti possano arrivare a destinazione nei tempi previsti, è indispensabile che non ci siano regole che risulterebbero totalmente inapplicabili”. “Credo che il no all’obbligo della mascherina in classe sia una posizione ampiamente condivisa dalle Regioni. Così ho sentito esprimersi tanti governatori, mi sembra poco proponibile tenere i bambini seduti con una mascherina per molte ore”, aveva affermato il governatore ligure stamani a Genova. “La mascherina non è l’unico problema che abbiamo, va risolto quello della rilevazione della temperatura, come portare a scuola i ragazzi su un sistema di trasporto pubblico per il quale il Governo continua a dare regole impraticabili, così come i banchi singoli, che non sappiamo a chi sono stati ordinati”.

Nel caso si imponesse la necessità dell’utilizzo delle mascherine anche in classe per gli studenti, laddove dunque non fosse possibile il distanziamento, si potrebbe valutare l’utilizzo dei dispositivi di protezione in maniera differenziata a seconda delle situazione e dei territori, attraverso specifici parametri di riferimento che potrebbero essere variabili a seconda degli indici di contagio e di eventuai focolai”. E’ una delle proposte dei governatori, a quanto si apprende da fonti della Conferenza delle Regioni, sull’eventuale utilizzo delle mascherine in classe. Aspetto sul quale nei prosismi giorni si pronuncerà il Comitato Tecnico Scientifico. In generale, le Regioni si dicono contrarie all’uso delle mascherine in classe laddove fosse consentito il distanziamento e che fossero utilizzate solo negli spostamenti e nei locali comuni.

“O c’è la distanza di un metro o c’è la mascherina, serve buon senso. Sarà molto difficile farla tenere a bambini da 6 e 10 anni, ma dobbiamo ridurre le chance che il virus circoli e la mascherina è sicuramente un ausilio importante quando i bambini sono vicini. Quando sono distanti a mio avviso se ne può fare a meno”. Così il viceministro della Salute, Pierpaolo Sileri, durante la trasmissione L’aria che tira, su La7, rispondendo in merito all’uso della mascherina in classe.

ORGANICO – Sul fronte del personale scolastico la ministra Azzolina rassicura: “Grazie alle risorse stanziate per l’emergenza ci saranno oltre 70mila unità di organico in più per la ripartenza tra docenti e Ata”, ha detto la titolare dell’Istruzione durante il vertice. E da venerdì prossimo saranno distribuiti i primi banchi monoposto alle scuole, mentre comincia oggi la distribuzione di mascherine e gel per i vari istituti. E’ quanto avrebbe fatto sapere la struttura commissariale per l’Emergenza nell’ambito del vertice, al quale ha partecipato anche Arcuri.

TRASPORTI – Resta la questione trasporti il nodo principale emerso dopo il vertice. Dopo un confronto serrato tra i governatori e l’Esecutivo, è stato concordato che le Regioni presenteranno delle proposte per far fronte al tema del trasporto pubblico, in particolare per le ore di punta che coincidono con gli orari di entrata e uscita dalle scuole. A quanto si è appreso il ministro De Micheli sarebbe disponibile ad eventuali deroghe sul tema. Più cauto, invece, il ministro Speranza, che ricorda le indicazioni del Cts, contrario ad eventuali deroghe rispetto a quanto già stabilito per la tutela della sicurezza.

Intanto due delle proposte emerse nel confronto tra De Micheli e i rappresentanti delle Regioni per il trasporto pubblico locale sono: l‘adozione a bordo dei mezzi di separatori morbidi coerenti con le prescrizioni di sicurezza e la differenziazione degli orari di apertura e di chiusura delle scuole, che permetterà di diluire nel tempo i flussi di accesso.  Tra le altre proposte relative al trasporto pubblico locale spiegate dalla ministra, per l’incremento della capienza in condizioni di sicurezza sui mezzi ci sono la definizione più ampia del concetto dei congiunti, estesa anche a compagni di classe e di lavoro, e dei tempi di permanenza a bordo per derogare al distanziamento di un metro, certificazione dei sistemi di aerazione e filtraggio dei mezzi, obbligo di mascherina chirurgica e differenziazione degli orari per diluire i flussi di passeggeri.

La Commissione Trasporti delle Regioni ha chiesto al governo di valutare il “principio del gruppo abituale esteso ai componenti della stessa classe per derogare al metro di distanziamento per il raggruppamento di ragazzi che viaggiano insieme”. La proposta potrebbe essere passata al vaglio del Comitato Tecnico Scientifico che dovrebbe riunirsi nel pomeriggio.

Intanto sono partiti nel Paese i test sierologici al personale della scuola, mettendo già in luce una serie di dati che alimentano timori. Solo in Umbria i 1.334 test sierologici per il Covid ai quali è stato sottoposto il personale scolastico hanno evidenziato che 20 persone sono entrate a contatto con il virus: sono momentaneamente in isolamento in attesa del risultato del tampone. Ci sono invece sei casi di positività tra i test Covid effettuati tra il personale scolastico nel Trevigiano, ora richiamato per effettuare il tampone. E a Bergamo sono già oltre seimila le persone prenotate per il sierologico in vista della riapertura dei plessi scolastici. “Potremmo avere rilevazioni positive alte, fino al 50% anche in altre aree”, avverte Maddalena Gissi della Cisl Scuola.

Per arginare difficoltà e preoccupazioni, gli Enti proseguono in ordine sparso con propri provvedimenti: a Roma il Comune ha stabilito che la misurazione della temperatura sarà per bimbi, genitori, prof e a tutti gli altri operatori direttamente nei nidi e nelle scuole dell’infanzia così come la Campania ha deciso di acquistare termoscanner da assegnare agli istituti scolastici. In Sardegna i collegi dei docenti per diversi istituti saranno ancora a distanza, su piattaforme telematiche.
E in qualche scuola nella Capitale, nonostante l’arrivo dei banchi, sarà necessario ricorrere comunque alla didattica a distanza.

Fonte ANSA

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