Italia, il decreto sicurezza colpisce i cittadini sammarinesi

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Controlli ed assistenza della Polizia Stradale sul tratto di Autostra A1-Firenze in vista dell'esodo estivo, 20 luglio 2018. ANSA/ CLAUDIO GIOVANNINI

San Marino. Una bella grana è appena piovuta sulla testa degli automobilisti sammarinesi che circolano in Italia. Le recenti modifiche al Decreto Legislativo del 30/4/1992, art. 93, relativo alla sicurezza stradale ed entrate in vigore il 1 dicembre scorso, multano pesantemente coloro che guidano veicoli non immatricolati in Italia non essendone proprietari.

L’intento del legislatore italiano è quello di perseguire la circolazione di auto straniere, spesso di provenienza illegittima e altrettanto spesso prive di assicurazione o con assicurazioni fasulle, talvolta usate per perpetrare illeciti. La multa va da 422 a 1697 euro, con sequestro immediato del veicolo.

Ci sono circa 13 mila sammarinesi residenti fuori territorio, molti di essi con doppia cittadinanza, moltissimi dei quali residenti in Italia. Sono proprio loro ad essere investiti dalla nuova disposizione, che prevede multe salatissime e macchine sequestrate. Può capitare a chi presta la macchina al figlio, alla compagna, o a un parente, o guida una macchina aziendale. In questa categoria rientrano i rappresentati di commercio, i camionisti, gli spedizionieri, eccetera. La normativa colpisce anche quei frontalieri che hanno una macchina targata RSM o guidano una macchina aziendale.

La Polstrada non fa sconti, anche se attualmente si trova molto in imbarazzo perché gli agenti non possono avventurarsi in una interpretazione della norma. Oltre tutto San Marino è paese extra EU e non appartiene neppure allo spazio economico europeo, anche formalmente lo è non avendo dogane e anche se c’è in corso una trattativa proprio su questa problematica. Pertanto, non può usufruire delle agevolazioni di cui può godere ad esempio un albanese, o un rumeno, (paesi EU) dimostrando la parentela o la dipendenza da una ditta. Però i sammarinesi si servono di compagnie assicurative nazionali, quindi sono facilmente identificabili, anche per quanto riguarda le norme di sicurezza.

In ogni caso è un pasticcio. Vista la gravità della situazione, alcuni cittadini, in via del tutto personale, hanno già preso contatti con le autorità italiane rivendicando la necessità di un’interpretazione della legge, visti i rapporti bilaterali esistenti tra i due paesi. Ma il livello personale ha ben poche speranze di sortire un risultato efficace. Occorre una trattiva di livello istituzionale. Anche piuttosto veloce, visto e considerato che San Marino: 1) non è stato interpellato dagli organismi italiani; 2) non ha diramato nessuna informativa nei confronti dei suoi cittadini; 3) e forse, sul fronte istituzionale, non c’è neppure consapevolezza di quanto sta accadendo. Il che è molto grave.  Intanto, i sammarinesi del circondario stanno pensando di immatricolare le loro auto in Italia. Così, un danno personale, diventa danno economico per le casse dello Stato.

Il problema è stato sollevato in Consiglio da Federico Pedini Amati (DIM – Rete/MDSI) che ha avanzato specifica richiesta al governo di aprire subito il dialogo con l’Italia su questo specifico argomento.

Va precisato che i cittadini sammarinesi, che girano con l’auto di proprietà in quel di Rimini, o altrove, non sono investiti dalla nuova normativa e quindi non hanno problemi.

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