Consiglio, è scontro totale su nomine e dimissioni in Banca Centrale

0
23

San Marino. Le dimissioni di Wafik Grais cambiano il quadro entro cui avrebbe dovuto essere condotto il Consiglio Grande e Generale, che oggi pomeriggio ha aperto la sua seconda sessione di settembre. Una sessione d’urgenza, convocata per esprimere il gradimento al nuovo direttore generale di Banca Centrale, Raffaele Capuano.

Tuttavia, la formalizzazione delle dimissioni alla Reggenza, pubblicate dai giornali, ma non rese note all’Aula, impongono una riunione improvvisa dell’Ufficio di Presidenza, che si conclude con un nulla di fatto. “Una mezz’ora di ordinaria follia” viene definita la riunione perché un membro di maggioranza si oppone alla divulgazione in Aula. Si apre un comma comunicazioni di fuoco.

Viene fatto notare anche che la nomina ufficiale di un direttore, in assenza di un presidente e di un Consiglio Direttivo legalmente in carica, è in contrasto con la prassi e con la legge. In quest’ambito, arriva anche la notizia che le dimissioni irrevocabili del vice presidente di Banca Centrale, Silvia Cecchetti, vengono ritirate. Pare su richiesta dello stesso Grais. Entrambe le questioni vengono sollevata dal Consigliere Pasquale Valentini.

La confusione è totale. Sono tutti elementi fondamentali per il successivo dibattito previsto al comma 2.

Anche il capogruppo di Rete, Roberto Ciavatta sottolinea come la procedura sia irrituale. Era necessario saperlo, aggiunge, dal momento che si tratta di un membro che dovrebbe essere nominato dall’opposizione. È stato un partito della maggioranza, aggiunge, a non volere inserire le dimissioni di Grais come proposto dai Capi di Stato. E Ciavatta rileva, nella sua gravità, che la maggioranza ha smentito la richiesta della Reggenza. Su Grais e sulla sua presidenza, rimarca, si apre un problema politico. O facciamo squadra come Paese dice, tornando a chiedere le dimissioni di Celli, o di qui non ne uscite. Diventiamo ridicoli, aggiunge Teodoro Lonfernini. D’ora in poi parliamo di Banca Centrale in seduta segreta. Il buonsenso avrebbe dovuto portare a un altro tipo di scelta, commenta Alessandro Mancini definendo l’ufficio di presidenza “mezz’ora di ordinaria follia”. Della maggioranza, commenta, oggi è uscita una fotografia a molti colori mentre il Paese affonda. Il capogruppo di Repubblica Futura ricorda che a caratterizzare le scelte della maggioranza sul sistema bancario e finanziario è stata l’urgenza, soprattutto per le scelte non fatte negli anni. È certamente anomalo convocare 3 settimane di Consiglio ma è molto urgente che Banca Centrale torni operativa nei suoi ruoli istituzionali. Il Paese, ripete Giorgetti, non può permettersi rinvii. Su Grais afferma che l’elemento importante è prendere atto a livello politico delle sue dimissioni per poi formalizzarle più avanti. E’ più importante trovare un terreno comune sulla nomina del suo sostituto. 
In serata, Matteo Zeppa dà la sua interpretazione sulle dimissioni di Grais. È per colpa del decreto 101, con cui il governo gli ha tagliato la faccia, portando al CCR il potere di autorizzare azioni di vigilanza sul sistema bancario.

 

 

 

LASCIA UN COMMENTO

Please enter your comment!
Please enter your name here