A soli tre mesi dalla visita in Repubblica della Commissione Antimafia italiana, il consigliere Marianna Bucci interviene ricordando il percorso intrapreso dalla Repubblica di San Marino per dare effettività al contrasto della criminalità organizzata. Passi normativi, azioni concrete. L’adesione alla Convenzione ONU contro la criminalità organizzata ha aperto le porte ad accordi in materia di scambio e sinergie internazionale tra istituzioni, autorità giudiziarie, di polizia.
Poi le norme: in materia di antiriciclaggio, di abolizione del segreto bancario e delle società anonime; ancora, l’istituzione di organismi, dall’AIF e alla Centrale Operativa interforze, per il monitoraggio e lo scambio di informazioni.
Una azione vigorosa, richiamando anche la normativa sulle intercettazioni, i reati di falsa fatturazione e di associazione a delinquere di stampo mafioso.
Sul fronte internazionale, ancora, ricorda l’adeguamento agli standard in materia di rogatorie internazionali, di contrasto al riciclaggio, al finanziamento al terrorismo.
Tutti strumenti – dice Marianna Bucci – che sono alla base della creazione di canali di legalità, ma tanto si deve poi fare in termini di azione concreta, con la creazione di procedure codificate, nella collaborazione tra autorità, nello scambio di esperienze. Un lavoro comune che possa incidere sulla cultura della legalità, la valorizzazione reciproca.
L’appello di San Marino davanti alla Commissione antimafia nazionale, e a tutti i responsabili delle commissioni regionali.
Ad aprire il convegno il presidente del Senato Pietro Grasso, che nel contrasto alla criminalità vede la chiave per la crescita. Chiede una politica eticamente ineccepibile, nel disegnare un volto delle mafie che cambia ponendo sfide ancora più insidiose: l’aggressione è al patrimonio, l’attacco è al cuore della PA.
Sgombra il campo dalle polemiche sul codice antimafia, il presidente Rosy Bindi che rivendica autonomia della Commissione e della politica dagli altri poteri, chiamando proprio la politica ad una maggiore responsabilità, in un contesto – quello dello stivale – che gode di consapevolezza maggiore sul fenomeno rispetto al resto del mondo, come anche di strumenti per combatterle.
(Fonte: San Marino RTV)