Le forze politiche sul crollo della raccolta bancaria

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San Marino. Non può lasciare indifferente nessuno il vistoso crollo della raccolta bancaria: 570 milioni di euro nel secondo trimestre del 2017 evidenziato da una nota ufficiale di BCSM.  Il rischio è che i mesi successivi siano anche peggiori, visto il calo di fiducia e la voluminosa fuoriuscita di denaro a seguito della liquidazione coatta di Asset, della vicenda titoli, delle dimissioni a raffica in Banca Centrale e Carisp, delle vicende giudiziarie ancora per nulla chiarite. Investitori esterni non se ne vedono e, per il momento, neanche finanziatori interessati a San Marino. Anche il FMI sembra piuttosto freddino, e comunque sarebbe davvero l’ultima ratio.

“C’è stato un brutto scivolone tra maggio e giugno – riconosce Giuseppe Maria Morganti, capogrupo SSD – ma si parte da una situazione molto critica determinata dalla congiuntura internazionale e non solo dagli errori di gestione. Il problema vero è che questo sistema ha assolutamente bisogno di rigenerarsi”. Morganti ritiene che “la politica, se ancora vuole giocare un ruolo, debba farlo sul piano del progetto-Paese, ovvero mettendo insieme una task-force in grado di indicare esattamente quali siano i percorsi che San Marino voglia intraprendere. Si deve fare in modo di convivere con il debito, perché il punto è che occorre ricapitalizzare un po’ tutto il sistema. Cassa è solo uno dei casi, ci sono altri settori che hanno bisogno di capitali freschi, di nuova operatività”. In controtendenza con la posizione di gran parte della Maggioranza, insiste poi che quella di Wafik Grais è stata una grande perdita per la Repubblica: “L’ex Presidente Bcsm – ricorda – intravedeva che per San Marino l’unica possibilità fosse quella di fare un progetto e poi rivolgersi al Fondo Monetario”.

Alessandro Cardelli, capogruppo PDCS, puntualizza: “Siamo più che disponibili a ragionare in maniera diversa rispetto a come lo si è fatto finora perché in un momento di emergenza è la politica unita che deve emergere, fermo restando il dialogo irrinunciabile con tutte le parti in campo, Abs in primis, via via le altre parti sociali”. Restano tuttavia le forti critiche, insieme alla preoccupazione, sulle scelte messe in atto dal Governo in questi mesi: “Soprattutto il dato da marzo a giugno – annota Cardelli – ha dimostrato come le modalità del commissariamento di Asset Banca abbiano arrecato grave danno non solo alla banca stessa ma all’intero sistema”.

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