Le residenze elettive in commissione esteri

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San Marino. Residenze elettive al centro dei lavori della Commissione consiliare Affari esteri che prosegue il relativo comma n.7, continuando la sessione avviata nel pomeriggio. Il Segretario di Stato per gli Affari esteri, Nicola Renzi, assolve al compito previsto per legge di aggiornare ogni 3 mesi l’organismo parlamentare, relazionando rispetto l’esito e lo sviluppo delle pratiche istruite. Nell’ultimo trimestre del 2017 sono state presentate due pratiche per residenza elettiva a seguito di investimento immobiliare, ma “solo una ha avuto seguito positivo e ha completato il percorso di perfezionamento della pratica previsto per legge”. La seconda (quella del finanziere saudita, Ali Turki), “non ha ultimato la procedura di deposito di documenti richiesti, con conseguente decadenza della delibera di concessione”. Infine, qualche aggiornamento sui primi 4 mesi del 2018 in cui “non sono state presentate nuove istanze”. Dai commissari di minoranza diverse sono le domande sollevate: Denise Bronzetti, Ps, chiede maggiori informazioni sulla pratica portata a compimento, ma soprattutto aggiornamenti “sull’iniziativa di acquisto di un istituto bancario da parte del signor Ali Turki”, arrivato sul Titano proprio per comprare Banca Cis. A quest’ultima richiesta si unisce Francesco Mussoni, Pdcs, per la rilevanza dell’investimento, che interessa il settore bancario. Mussoni evidenzia anche il fallimento della normativa che ha introdotto le residenze elettive, alla luce dei dati riferiti dal Segretario. Questa legge non ha funzionato”, osserva e ne sollecita modifiche, “cercando di mantenere lo spirito della norma il più ancorato possibile alla realtà, provvedere alla semplificazione della normativa e al ridimensionamento della portata economica”. Anche Gian Matteo Zeppa, Rete, ritiene necessario migliorare la legge che “è sbagliata strutturalmente”. Nel dettaglio, il civico si dice contrario alla discrezionalità dell’esecutivo: “Non accetto la delega in bianco del congresso”. Quindi torna su Turki per conoscere se è ancora legato a San Marino per un progetto imprenditoriale: “banca, monototaria, albergone- chiosa- quello che ha detto” in una nota intervista rilasciata a SmRtv.

Dalla maggioranza Jader Tosi, C10, difende il provvedimento: in sei mesi “è difficile valutare gli effetti della norma”, spiega. Mentre sull’investitore saudita sottolinea come il governo non abbia mai definito Turki “un salvatore- precisa- ha solo detto che ben vengano gli investitori nel rispetto delle regole”. Margherita Amici, Rf, ritiene legittimo fare autocritica sulla legge, ma ne ridimensiona l’importanza rispetto l’attrattività di uno Stato per gli impreditori: “Non spendiamo all’estero una legge, ma un Paese”. Alessandro Bevitori, Ssd, e presidente della commissione, interviene per definire il provvedimento “un primo passo per l’ammodernamento della nostra legislazione e delle opportunità che si possono dare a chi vuole investire a San Marino”.

Nella sua replica, il Segretario Renzi giudica comunque un risultato la legge con cui “abbiamo infranto un tabù consolidato nella Repubblica- spiega- abbiamo detto che chi vuole fare un investimento consistente, perché sceglie di venire a vivere effettivamente nel paese, lo può fare”. Renzi apre in ogni caso a possibili modifiche della normativa: “C’è ancora da lavorare molto su questo testo, lo sapevamo- ammette- quando verranno proposte costruttive e concrete ci sarà sempre disponibiltà e voglia di parlarne per recepire i suggerimenti e magari intervenire sulla legge”. E risponde ai consiglieri di minoranza su Turki e il suo investimento sul Cis. “A quanto mi risulta- si limita a dire- la trattativa è ancora in piedi e non ho novità in merito”.

 

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