Legge elettorale: chi vuole cambiarla e chi no

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San Marino. Forse ha ragione il governo quando, a proposito di riforma della legge elettorale, liquida la questione affermando: “Le priorità sono altre”. Viste le enormi difficoltà del sistema economico finanziario, le carenze strutturali del bilancio, la disoccupazione, il crollo del turismo, il debito estero che avanza al galoppo, come dargli torto? È anche vero però che la legge elettorale è il perno di una democrazia rappresentativa e, quella attuale, ha mostrato tutte le sue carenze. Per questo è tornata di grande attualità durante la Festa dell’Amicizia del PDCS, dove addirittura è stato lanciato un prossimo referendum in materia.

Nel mirino ci sono consiglieri entrati a Palazzo con un pugno di voti. “Alcuni di loro – ha fatto notare Iro Belluzzi – non hanno mai preso parola”. Una legge che per la minoranza va cambiata perché nata – hanno spiegato – per un bipolarismo all’anglosassone. “Stiamo organizzando il comitato promotore che sarà aperto non solo ad esponenti del Pdcs ma anche ad altre forze politiche” ha annunciato Alessandro Cardelli. Il quesito introduce la possibilità di accorpare coalizioni o liste dopo il primo turno. “La nostra proposta è che ci sia la possibilità di evitare il ballottaggio dando la possibilità di formare una coalizione con oltre il 50% dei voti, tra il primo ed il secondo turno, mantenendo la norma antiribaltone per dare stabilità al governo”.
“La proposta della DC – ha dichiarato durante la serata politica a Serravalle il capogruppo PS Alessandro Mancini – sarà sostenuta dal Partito Socialista e penso da altri partiti. Le regole del gioco devono essere messe in discussione affinché il rapporto tra eletto ed elettore sia più diretto”.
Roberto Ciavatta di Rete, non ha dubbi: “La legge va cambiata, non funziona. Sul contenuto della proposta referendaria della DC, ci ragioneremo. Però, mi vorrei impegnare anche per presentare un progetto di legge di modifica della legge elettorale”.

Per la maggioranza, è una legge migliorabile, ma non è da buttare, riconoscendole il merito di aver dato una risposta al problema della governabilità. Eva Guidi ha avvertito: “Non si torni indietro, al periodo della grande instabilità”. “Non è perfetta, era stata studiata su un sistema politico diverso” ha commentato Luca Boschi, che sugli apparentamenti fra primo e secondo turno dice: “Preferiamo che le alleanze si facciano prima, sulla base di un programma comune”.
In questo momento, però, il Governo ha altre priorità su cui concentrarsi. “Non entriamo nell’agone di questi giorni, ci sono problemi ben più importanti – ha affermato Guerrino Zanotti – stiamo lavorando al piano di stabilità, per sbloccare la situazione con sindacati e associazioni con i quali vogliamo riaprire il confronto. Abbiamo molto tempo davanti a noi, prima di ragionare di eventuali modifiche.”

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