Taglio degli stipendi pubblici, incomprensibile l’accanimento del Governo

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San Marino – Nell’incontro tenutosi questa mattina tra Organizzazioni Sindacali e Governo, i rappresentanti dell’Esecutivo hanno candidamente affermato che di tutta l’attività “riformatrice” del governo è rimasto vivo solo un capitolo: il taglio agli stipendi dei dipendenti pubblici.

Per il momento, infatti, niente riforma IGR e nessuna attività tesa a recuperare, da chi paga poco o nulla, le risorse di cui il paese ha bisogno, perpetrando il leit motiv di questa amministrazione e di quelle passate: evadere è bello e in questo paese è permesso! Ma non per tutti, visto che i residenti stanno pagando la famigerata patrimoniale, con addendum di sanatoria edilizia rinviata di qualche mese. Cavalcando l’onda di un certo pregiudizio, che vedrebbe il lavoratore pubblico un “fannullone”, si impongono al settore tagli agli stipendi che si aggiungono a quelli già vigenti (0.5%  + 10% sulle indennità).

Le Federazioni Pubblico Impiego della CSU hanno provato a spiegare come tali misure, oltre che inique, siano anche controproducenti. Colpiscono infatti i redditi che rimangono per la maggior parte nel paese, riducendo anche la capacità di spesa di questi residenti; in tal modo si arreca un danno all’economia. Cosa ancora più grave: ci si appresta ad introdurre i suddetti tagli in un momento che ha già visto una contrazione della capacità di spesa pari a -3.1% nel territorio, che ha visto cali pari a 8.6% rispetto, ad esempio, alla spesa per cenare fuori di casa; a -6.9% nell’acquisto di beni e servizi; a -6.8% nelle spese per istruzione nel solo anno scorso! Va rilevato che anche nel 2016 i cali erano stati consistenti, con una diminuzione del 2.1 % della capacità complessiva di spesa.

A chiudere il quadro va aggiunto che il contratto del settore pubblico non si rinnova da 10 anni e che in questo lasso di tempo il salario ha perso il 12,9% della capacità di spesa; non tenere conto di quanto le famiglie possono spendere prima di imporre misure draconiane è altamente irresponsabile!

L’obiezione che  ci viene fatta è legata alla necessità di fare cassa,  pena l’inevitabile chiusura del bilancio in deficit; in tal senso vorremmo confrontarci rispetto a cosa ci riferisce quando si parla di debito dello Stato, visto che il nostro paese non emette titoli di debito pubblico, ed anche sul perché non si possa chiudere un bilancio in deficit quando in tutto il mondo non si discute di pareggio di bilancio ma di quanto sia necessario sforarlo. Vogliamo anche qui ribadire che se cala il PIL il deficit aumenta, non il contrario. Le misure proposte, infatti, diminuendo quanto viene speso in territorio, non fanno altro che abbassare il PIL. Tutto ciò è talmente ovvio – e i dati statistici lo confermano – che non riusciamo a capire il perché di tale veemente e controproducente volontà politica.

Nell’incontro abbiamo poi rilevato come si possano produrre economie andando ad operare su altri fattori di spreco; quella dei salari è infatti la parte meno rilevante della spesa pubblica, che per oltre 2/3 è composta da altre voci. Perché non andare a verificare se queste spese vengono effettuate seguendo le migliori pratiche?

Abbiamo ribadito la necessità di aprire un confronto “a libri aperti” sul tema appalti di acquisto beni e servizi, e soprattutto sui lavori pubblici; scandagliare tali ambiti potrebbe fornirci delle sorprese, forse però è proprio questo il motivo per cui non si vuole andare in tale direzione, preferendo invece applicare tagli sui salari pubblici, probabilmente attraverso degli emendamenti all’ultimo minuto su un testo di provvedimento che inizialmente non li prevederà, con il solo intento di evitare la mobilitazione sindacale.

Noi abbiamo un altro concetto di democrazia…

FUPI-CSdL   FPI-CDLS

 

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