Consiglio: c’è un paese da salvare, ma lo scontro è feroce

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San Marino. Il riferimento del Segretario di Stato per le Finanze Eva Guidi, sul report conclusivo della missione articolo IV del Fondo monetario internazionale, apre i lavori della prima giornata di Consiglio di febbraio. Il comma Comunicazioni prosegue quindi con un dibattito caratterizzato dal muro contro muro tra maggioranza e opposizione su ogni tema sollevato.

Nel riferimento, il Segretario Guidi ribadisce le criticità indicate dal Fmi sul settore finanziario e le raccomandazioni fatte. Compie un passaggio anche sull’eventualità di finanziamenti da parte dell’organismo internazionale: “Rimane aperta – spiega – anche se non c’è stata alcuna concretizzazione, la possibilità di ricorrere all’assistenza finanziaria da parte del Fmi, per sostenere le azioni auspicate dal Fondo, lo sviluppo dell’economia, l’aumento delle riserve di liquidità di San Marino e la necessità di ricapitalizzazione degli istituti bancari”.

Per l’opposizione il Segretario ha solo tradotto in Italiano il pre report, omettendo di riferire quanto il Fondo ha detto alla politica. “Ha tirato le orecchie al paese – racconta Roberto Ciavatta – perché il Governo non ha tenuto fede agli impegni presi, anzi peggiorando la situazione bancaria”.
Alessandro Mancini rivela che all’incontro con la Commissione, la maggioranza si è alzata dal tavolo, lasciandolo solo con Ciavatta a difendere il paese e a “spiegare che la riforma dell’iva con aliquote aggressive significava distruggere il settore commerciale”. “Sottovalutate la situazione e non risolvete i problemi – attacca Federico Pedini Amati – chiedete aiuto, diamoci un tempo e poi andiamo al voto”. No ad una soluzione ponte ma elezioni subito, invita Teodoro Lonfernini, chiedendo mandato pieno ai cittadini “perché per la prima volta nella storia dovremo salvare il paese”. “Staremo qui una settimana per ratificare qualche decreto – commenta Dalibor Riccardi – basta questo per fare capire l’inconcludenza e la presunzione del Governo”.
La maggioranza non ci sta, punta il dito contro “un potere politico che ha tenuto fermo il paese per 20 anni”. Roger Zavoli si scaglia contro un’opposizione che distorce la realtà, che tace su anni di avvertimenti, sull’allarme sui conti di cassa. “Nelle difficoltà – dice – al posto di fare sistema si cerca di affondare la barca”. Emmanuel Gasperoni critica chi urla senza contenuti, spara nel mucchio, radendo al suolo al posto di costruire. “Basta coi cecchini – dice – l’odio logora, fa vacillare le fondamenta della democrazia, inquina la popolazione. Invita la coalizione a ripartire dal programma elettorale. “Le idee sono ancora valide. Anzi, lo sono di più”. Si parla poi di tribunale, “non potete sanare con la vostra passività incompatibilità ai vertici della magistratura” avverte Elena Tonnini. Per Mimma Zavoli il consigliere di Rete fa azioni militari usando le parole, offendendo chi, fuori dall’Aula, non può difendersi, coperta dall’immunità parlamentare. L’incompatibilità del Dirigente del tribunale al centro anche dell’intervento di Marco Gatti. Nicola Renzi invita a riportare il dialogo nelle sedi opportune, rivolgendo la domanda a Guzzetta in Consiglio Giudiziario Plenario. Si torna anche sui rapporti con l’Italia, alla luce della recente trasferta a Roma. “Mai come in questa legislatura – assicura Renzi – i rapporti sono stati così intensi e produttivi”. Affronta anche la questione targhe: “Abbiamo fatto presente quanto sta diventando insostenibile la situazione attuale. Sappiamo che tra i ministeri italiani c’è discussione in corso per risolvere il problema e spero vivamente che alla soluzione si arrivi quanto prima”.

Non sono mancati i riferimenti sulla Giustizia: in primis, le critiche dell’opposizione per la nomina di Guzzetta alla dirigenza del tribunale, quindi la sentenza Brunelli sull’ordinanza Morsiani, temi che restano terreno di scontro aperto con la maggioranza.

L’Aula trova condivisione solo con la presentazione di un Ordine del giorno, sottoscritto da tutti i gruppi, da parte di Matteo Ciacci, C10. L’ordine del giorno è volto a istituire la Giornata internazionale dell’educazione alla cittadinanza il 15 marzo di ogni anno e ad impegnare il governo alla “realizzazione di pertinenti iniziative di carattere culturale ed istituzionale”.

 

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