Consiglio: è guerra sulla giustizia

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San Marino. Da ieri il Consiglio discute sul comma 5, dedicato al tema della giustizia, con la nomina di due membri di maggioranza della Commissione Affari di Giustizia e l’esame in seconda lettura del Pdl di Adesso.sm per la modifica delle regole relative alla composizione della Commissione stessa.

Come emerge dai primi intervenuti al dibattito, l’opposizione – dopo più votazioni in cui non ha permesso di raggiungere il quorum necessario alla nomina dei due componenti di maggioranza – ha dato la sua disponibilità, nel corso di questa sessione consiliare, a consentire la sostituzione, a fronte però di una richiesta: il ritiro del Progetto di legge dei gruppi di maggioranza, volto a cambiare le regole per la nomina dei membri della Commissione Giustizia, progetto che avrebbe bypassato comunque l’ostacolo del quorum.

Invece la maggioranza ha portato in Aula il Progetto di legge giunto in seconda lettura, ma lo ha fatto presentando un emendamento che interviene anche su un altro impasse relativo alla giustizia: ovvero il nodo della nomina del Prof. Guzzetta quale dirigente del tribunale, non magistrato. Dal momento della sua nomina infatti, l’opposizione ha più volte sollevato la questione dell’opportunità di aver messo a dirigere il tribunale una figura esterna, non togata, a cui la legge attribuirebbe solo una funzione temporanea e amministrativa. A questa figura vengono assegnati privilegi, come indennità, non previste dalla legge. Non solo, ma Guzzetta ha anche molte incompatibilità.

Il capogruppo di Ssd, Giuseppe Maria Morganti, l’emendamento fa chiarezza sulla normativa del 2011 che ha istituito la figura del dirigente del tribunale, senza però definirne le attribuzioni. E la proposta della maggioranza abbraccia così “una interpretazione più esplicita per cui le funzioni del dirigente devono essere assimilate a quelle del magistrato dirigente, escluse quelle giurisdizionali”.  L’iniziativa viene fortemente criticata dall’opposizione: per Teodoro Lonfernini, Pdcs, l’emendamento è “un fulmine a ciel sereno”. La legge infatti era stata portata in aula pochi minuti prima dell’avvio dei lavori. Non solo, ma si doveva  trattare solo della composizione della Commissione Affari di giustizia, mentre gli emendamenti aggiunti modificano una legge sul potere giudiziario. La modifica, tra l’altro, interviene con una legge ordinaria su una legge di rango costituzionale.  Da parte dell’opposizione il sentimento è comune: una risposta aberrante dal punto di vista istituzionale a una provocazione politica.

Lo scontro continua in maniera feroce nella notte, tanto che la Reggenza minaccia di cacciare dall’Aula Federico Pedini Amati e poco dopo interrompe la seduta mandando tutti a casa all’una e mezza, mentre la seduta avrebbe dovuto continuare fino alle 3.  La tribunetta pienissima di gente. Tutti quelli che non sono riusciti ad entrare a far la fila di fuori. Questa mattina, in Ufficio di Presidenza, I Capitani Reggenti richiamano nuovamente l’Aula al rispetto rimarcando il proprio imbarazzo.  Ma i toni non si placano

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