Si voterà per il referendum o per le elezioni anticipate?

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Dal caos targhe a Banca Cis, passando per la lunga via Crucis della ricerca di finanziamenti, le tante difficoltà che starebbe incontrando il prosieguo della legislatura

San Marino. Questo referendum che vuole modificare la legge elettorale, non piace alla maggioranza. Il rischio che passi è grosso e, dunque, vale la pena rinunciare al maggioritario? Qualcuno ci sta pensando.

Ma sul piatto della bilancia ci sono altri elementi che pesano parecchio.

Il caos targhe, che non si risolve e che comincia a costare molto in termini economici, con aziende che se ne vanno e cittadini che trasferiscono le loro macchine in Italia. Sono perdite secche.

La liquidità dello Stato in continua decrescita. Sono due anni che il governo sta cercando finanziamenti all’estero, senza riuscirci. L’ultimo tentativo con la Russia. Non avrebbe altre ragioni la visita di un personaggio di così alto rango come Lavrov, se non per trattare qualche sorta di finanziamento. Pare che la Russia sia stata molto disponibile in questo senso: un miliardo, due miliardi, sono noccioline per uno Stato così grande. Secondo i soliti bene informati, pare che Lavrov abbia chiesto come unica condizione il beneplacito di Bankitalia. E lì si sarebbe chiusa la storia. Allora si prova con la Bank of China. San Marino sulla via della seta. Ma pare che non avrebbero scucito niente, neanche questi.

È lo stesso risultato ottenuto con la visita ufficiale di tre Segretari di Stato a Roma, nello scorso febbraio. Di norma, in questi casi, arriva un comunicato congiunto. Che non c’è stato. Ergo, Roma ha risposto picche alle richieste di San Marino.

Al Fondo Monetario, invece, neppure è stata formalizzata la proposta, visto che dopo una lunga sequela di visite, nessuna delle sue raccomandazioni è stata accolta e i report che si sono susseguiti sono stati uno peggio dell’altro. Grandi finanziatori esteri non si vedono all’orizzonte e, dopo Ali Turki, sembra essersi persa ogni speranza in questo senso.

Sul piatto della bilancia pesa, non poco, anche il caso banca CIS, che inizialmente avrebbe dovuto risolversi in pochi giorni. Invece siamo al terzo mese di blocco dei pagamenti, con scadenza il prossimo 22 aprile. Le conseguenze si vedono già, con la chiusura del cantiere per il polo del lusso, che rischia di rimanere l’ennesima incompiuta. O, se si vuole, un altro ecomostro. Dentro quella banca ci sono anche circa 100 milioni di fondi pensione, sulla cui sorte nessuno scommette un penny. Bisognerebbe che Banca Centrale consentisse procedure non ortodosse, cioè che chiudesse un occhio, o magari tutte e due, per cercare di salvare capra e cavoli. Lo farà? Quando ha forzato la mano per l’obiettivo contrario quale fu la liquidazione coatta di banca Asset – con il beneplacito del governo (o è avvenuto il contrario?) – la vicenda è andata a finire in tribunale. Adesso ci sono i danni da pagare. Ma bisogna precisare che all’epoca c’era un’altra governance in via del Voltone.

Considerate queste poche cose e senza andare a spulciare altri fatti di cronaca, vale dunque la pena continuare la legislatura, o sarebbe meglio smazzare le carte andando alle elezioni anticipate? L’idea può sembrare peregrina, vista la solidità della maggioranza in Consiglio. Eppure, pare che qualcuno ci stia pensando seriamente…

a.ve.

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