Associazione all’UE: si fermi la sottoscrizione dell’accordo

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Riteniamo necessaria ed urgente l’immediata sospensione, con un conseguente “rallentamento”, del percorso di associazione all’Unione Europea, che dovrebbe eventualmente essere ripreso solo a seguito del raggiungimento di chiari e necessari accordi con la Repubblica Italiana, con la quale è necessario recuperare immediatamente un rapporto non solo di buon vicinato ma piuttosto di collaborazione strategica, in un’ottica di reciproco vantaggio:  solo tale relazione privilegiata ci consentirebbe eventualmente di sedere poi con tutt’altra forza al tavolo con l’Unione Europea, con lo scopo di negoziare condizioni il più possibile vantaggiose per il nostro Paese.

Riteniamo fondamentale che i cittadini siano consapevoli delle condizioni in base alle quali la perdita di sovranità, che sicuramente avverrà in maniera talmente profonda da essere senza precedenti, si andrà a concretizzare in un momento di già grave crisi economica che pesa su tutto il Paese. Ecco perché bisogna tenere conto, indipendentemente dal contenuto dell’accordo di associazione – di cui oggi, ad un mese dalla firma definitiva, non si sa praticamente nulla – delle seguenti considerazioni:

  1. a) la sottoscrizione dell’accordo di associazione porterà sicuramente ad una forte limitazione del potere legislativo del nostro Consiglio Grande e Generale, che dovrà sostanzialmente limitarsi a recepire automaticamente (tranne che per alcune materie residuali) decisioni assunte e normative predisposte, nel contesto europeo, da altri organismi, il tutto con il rischio concreto di sacrificare le peculiarità del nostro sistema;
  2. b) la sottoscrizione dell’accordo di associazione comporterà un automatico recepimento di numerose e corpose leggi, che stravolgeranno l’intero sistema sammarinese ed appesantiranno la vita di ogni cittadino, con l’introduzione inoltre di ulteriore e dannosa burocrazia;
  3. c) la sottoscrizione dell’accordo comporterà, in un contesto di già grave crisi economica, un ulteriore aggravio di costi a carico dello Stato con la creazione di ulteriori uffici pubblici appositi, sia in territorio che all’estero, con la conseguente assunzione di ulteriore personale pubblico per poter seguire l’attività europea;
  4. d) la sottoscrizione dell’accordo di associazione porterà un serio rischio per l’intero assetto economico del nostro territorio, che potrebbe finire “schiacciato” dal peso di grandi competitori dovuto all’apertura del mercato sammarinese a quello europeo senza le adeguate correzioni a protezione degli operatori locali.

Ecco perché riteniamo indispensabile sospendere immediatamente la sottoscrizione dell’accordo di associazione, previsto per il mese di giugno, ed effettuare preliminarmente un’analisi precisa – oltre che oggettiva – della realtà socio-economica sammarinese, allo scopo di considerare e valutare le effettive conseguenze di tale accordo: ciò al fine ultimo ed imprescindibile di tutelare e preservare la nostra sovranità e le peculiarità del nostro Paese.

In vista di un passo come quello che si pensa di fare, verso un contesto normativo internazionale estremamente complesso, è necessario assicurarsi che la nostra economia sia sufficientemente solida e competitiva, in grado di reggere un’eventuale apertura indistinta al mercato del lavoro, dei servizi e dei capitali (un sistema con rating bbb- ci sembra tutto fuorché un sistema solido).

Riteniamo che non vi sia modo migliore, per prepararsi adeguatamente, se non aprire un confronto con tutte le parti sociali, di categoria e politiche, in ragione del fatto che la tematica coinvolge irreversibilmente  il futuro di tutti i cittadini, che devono essere consapevoli delle conseguenze derivanti da una scelta di tale portata.

Infine, ma non certo per importanza, teniamo a ribadire che la cittadinanza si era già espressa nel 2013, mediante referendum, riguardo ad un percorso di avvicinamento all’Unione Europea, che trasformandosi da “adesione” ad “associazione” è stato sostanzialmente aggirato, nonostante la Dichiarazione dei Diritti ci ricordi che “la sovranità della Repubblica risiede nel Popolo”.

In conclusione, ribadiamo con forza la necessità che il percorso di associazione avviato venga immediatamente sospeso – oltre che assoggettato a nuovo quesito referendario –, perché la popolazione possa esprimersi su un tema di tale importanza così come avvenuto in tutti gli Stati liberi in Europa, ribadendo che sia fondamentale in questo momento stendere un’agenda chiara e trasparente nei confronti del Paese, nell’interesse esclusivo della Repubblica: i cittadini devono essere messi nelle condizioni di scegliere, insieme, il loro Domani.

Domani – Motus Liberi

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