Intervento di MIS (Movimento Ideali Socialisti)

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Ritemiamo opportuna qualche breve riflessione sulla scomposta nota del 12 maggio u.s. di quel poco che rimane dell’antico e glorioso Partito Socialista che – dum excusare credis, excusatio non petita, accusatio manifesta – pur non essendo dirrettamente menzionato replica al nostro comunicato del giorno precedente che prendeva le distanze dalla politica dello “stavamo bene”, e dalla demagogica ricerca di un modello economico che non c’e e non ci sarà mai più.

Non ha certo bisogno di alcuna difesa d’uffico il Consigliere Bronzetti oggetto dell’ira funesta dei suoi ex compagni di Partito con cui ha affrontato l’ultima tornata elettorale, ma ci limitiamo mestamente in questa sede a ricordare – tanto per rimanere in campo cronaca giudiziaria – la sua esposizione, a differenza di altri, in prima fila contro le logiche del sodalizio criminale che si era impadronito della Repubblica di San Marino sotto l’egidia del Governo di Adesso.sm, oltre il fatto che, a riprova della strumentalità dell’attacco, quanto riportato in nota dal Partito Socialista era ben noto e non costituiva certo un problema quando il Consigliere Denise Bronzetti militava nelle loro fila, rivestendo il ruolo di Capogruppo dell’intera lista NPR.

Sarebbe viceversa buona cosa che quello che si fa ancora chiamare Partito Socialista, che in realtà non esiste più almeno da quando la sua base ha preso le distanze dalla classe dirigente dando vita al Movimento Ideali Socialisti (M.I.S) si preoccupasse – anziché degli ideali di Mis che non comprende perché probabilemtne fa fatica a comprendere i propri figuriamoci quelli degli altri – bensì del fatto che vive nell’irregolarità per non dire illegalità, come evidenziato tempo addietro anche da Suoi autorevoli membri di Direzione, non avendo più da anni i parametri minimi per la sopravvivenza organizzativa. Come noto infatti – dopo l’ultimo Congresso Generale svoltosi nel lontano 2012 (dieci anni fa!!) il Partito Socialista è privo dell’Esecutivo (art. 10) del Segretario Politico (art.12), della mancanza minima dei Membri di Direzione (art.9), dei Garanti del Codice Etico (art.15), dei sindaci (art.14), del Tesoriere (art.13) e sconta la mancata convocazione dell’assemblea Congressuale (art.8) e del Congresso Generale (art.7), ai sensi del proprio Statuto.

Ciò nonostante percepisce ingenti fondi pubblici ma manda a pagare i propri debiti – facendoli chiamare dalle Banche creditrici – ignori ex simpatizzanti e membri di direzione che anni prima avevano intesa dare fiducia all’organizzazione politica.

Crediamo tanto basti per augurare che la paventata operazione di “rafforzamento” vada a buon fine, prima che intervengano gli organi pubblici di controllo a mettere fine alla disastrazione situazione e che si inizi a lavorare per un nuovo modello economico al servizio delle future generazioni con buona pace dello “stavamo bene” di antica memoria.