Banche, cala la raccolta, ma forse non è il problema minore

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San Marino. Banca Centrale pubblica i dati statistici relativi al sistema bancario sammarinese al 30 settembre 2016. Prosegue l’andamento negativo che costantemente si è registrato dal dicembre 2007 al dicembre 2015:  la raccolta totale era passata da 14, 6 a 6,8. Ora è: a 6,5 milioni di euro. Meno della metà.

È un dato importante, che va aggiunto agli altri problemi del sistema bancario sammarinese. Che non sono solo quelli relativi ad una crisi economica che non accenna a diminuire. Il “sistema San Marino” vigente fino a qualche anno fa, quello del paese offshore, è quasi crollato completamente, parzialmente sostituito da un sistema in chiaro, che però stenta a decollare e che si trascina dietro le zavorre del passato (leggi scandali e vicende giudiziarie).

Un altro elemento su cui riflettere è lo scarso rilievo che ha avuto l’uscita del Gruppo Banca CIS da ABS, cioè dall’associazione di categoria che riunisce tutte le banche sammarinesi. Al profano è subito apparsa una situazione gravissima, tanto più che non si conoscono le ragioni. Che anche l’osservatore meno accorto potrebbe fare risalire a un forte scontro tra “poteri forti”. Quelli “forti” davvero.  Quelli che hanno due modi antitetici di vedere (o di voler gestire) il sistema bancario sammarinese.

Nessun commento da Banca Centrale, né dalla Segreteria Finanze. Ma si può ipotizzare che le conseguenze si vedranno nel prosieguo della storia.

Come merita un’attenta riflessione la dichiarazione del Segretario alle Finanze Simone Celli, quando in Consiglio proclama: “Carisp dovrà diventare banca di Stato!”

È vero che lo Stato ha finanziato Carisp con 180 milioni di euro. È vero che Carisp, nonostante i problemi, è ancora l’istituto di credito che ha la maggiore raccolta. Ma è anche vero che cova in pancia una montagna di crediti non esigibili, i famosi NPL. Il report del FMI segna quasi 1 miliardo e 200 milioni, fonti politiche li fermano a 800 milioni. Ma sono comunque tantissimi per una realtà piccola come quella sammarinese.

La domanda è quasi ovvia: se Carisp diventa dello Stato, anche gli NPL diventano dello Stato? Cioè saranno spalmati su tutti i cittadini? Mediamente, trenta mila euro a testa, neonati compresi, anziani con un piede nella fossa compresi.

Altroché Banca del Titano! Forse qualcuno se lo ricorderà il primo scandalo bancario, costato circa mille euro a testa.

A meno che per gli NPL ci sia una soluzione diversa, una “soluzione di sistema” di cui al momento nessuno parla. Siamo fermi agli slogan, alle dichiarazioni di principio: “Vediamo i grandi creditori”. Come se le banche non sapessero chi sono! Ma su come risolvere la situazione, non si sa nulla.

Non è finita, perché su Carisp incombe ancora la vicenda Delta: un’avventura che da sola è costata – secondo fonti accreditate – la bellezza di 4 miliardi di euro. Praticamente dieci finanziarie.

Ogni tanto la vicenda ritorna a galla e allora si sente dire che i crediti di Carisp stanno progressivamente rientrando. Quanti? Quando? Come?

Se stanno rientrando, anche parzialmente, perché c’è bisogno di una ricapitalizzazione urgente?

Va da sé che il prossimo presidente della Fondazione Carisp avrà delle belle gatte da pelare…

a.ve.

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