Il Soroptimist di San Marino a Pavia

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San Marino. Una nutrita rappresentanza del Club Soroptimist di San Marino il 23 settembre ha visitato a Pavia, presso le Scuderie del Castello Visconteo, la mostra “Longobardi – Un popolo che cambia la storia”. Un evento culturale di grande rilievo, per il quale quasi 100 musei hanno prestato le loro opere. In tale occasione il Club Soroptimist di Pavia ha organizzato, presso la prestigiosa Biblioteca Universitaria della Città, una conferenza tenuta dalla socia soroptimista sammarinese Itala Cenci Malpeli sul tema: “Tracce longobarde nella Repubblica di San Marino”. Nella stessa sala è stato possibile visitare la prestigiosa mostra Regine e Re longobardi, dedicata al mondo longobardo nella letteratura.

La dottoressa Malpeli ha evidenziato come nell’Alto Medioevo, fra il IV e il XIII secolo, San Marino costruì la sua identità politica, in mezzo alle difficoltà determinate nel VI secolo dalla paura della guerra greco-gotica e, nei tre secoli successivi, alle dinamiche di assorbimento di presenze straniere, come i Goti e i Longobardi, con le quali dover convivere.

Il monte Titano, noto dall’antichità come punto di riferimento per marinai e viaggiatori, era anche un luogo strategico di difesa. Forse gli abitanti originari, per lo più contadini e pastori, lasciarono che i nuovi venuti, esperti di armi e avidi di conquista, vi si arroccassero anche a difesa della loro libertà. Uno dei segni dell’avvenuta integrazione si ritrova nella lingua volgare di San Marino, con abbondanti etimi e toponimi di origine longobarda. La lingua dei Longobardi era all’inizio un semplice idioma germanico usato quando questo popolo invase l’Italia nel 568, ma poi declinò rapidamente già nel VII secolo, poiché gli invasori adottarono subito i volgari neolatini parlati dalle popolazioni locali.

Le ultime attestazioni dell’uso della lingua longobarda arrivano oltre l’anno 1000.

Nella formulazione degli Statuti, redatti tra il 1253 e la fine del XIII sec. (1285), l’organizzazione del Comune sammarinese appare subito nella sua unicità e riflette in molti punti la legislazione longobarda, poiché gli ampliamenti territoriali sono strutturati in  Gualdarie, cioè in divisioni per boschi secondo il criterio longobardo.

Dal punto di vista della religione, sono stati presi in considerazione luoghi e probabili percorsi segnati dal culto di San Michele Arcangelo, il “santo nazionale” dei Longobardi, analizzando quindi i reperti materiali, come una croce di pietra e alcuni cippi riutilizzati come basi d’altare in chiese di epoca successiva.

Nell’occasione  sono anche state ricordate, su un giornale locale e in un intervento, le diverse controversie e discussioni, insorte una settantina di anni fa, fra la Repubblica di San Marino e le città di Milano e di Pavia, a proposito delle reliquie del Santo fondatore della nostra millenaria Repubblica; devono sempre essere rimaste sul monte Titano, mentre le chiese di Santo Stefano a Milano e di San Marino a Pavia ne vantano a loro volta il possesso, fondandosi su notizie storiche più o meno attendibili e su perizie che a loro volta possono dar luogo a pareri disparati.

 

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