Com’è dura l’arte dell’eleganza!

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San Marino. Ieri sono stato in Piazza della Libertà per far conoscere, seppur furtivamente, a degli ospiti svedesi, la nostra splendida Repubblica.  Già, perché al netto di ogni futile personalismo ed umana debolezza nell’accusare un pò di intolleranza di tutti contro tutti, il nostro paradiso lascia sempre il visitatore a bocca aperta.  Devo dire che anche la mia di bocca si è leggermente aperta a causa di un’incontrollabile quanto inebetita caduta della mascella, scorgendo al centro del Pianello, parcheggiate in bella vista le nuove, fiammanti auto reggenziali. Ma come?

Le massime cariche dello Stato in Skoda? Ho pensato.

Qual è lo scopo?

Risparmiare 10.000 € ad auto, svilendo ancor più un ruolo in teoria apicale, ridotto nei fatti a tacca sul muro di pseudo carriere politiche? Chiedo perdono in anticipo, non voglio di certo scadere nel vilipendio, ma la storia degli ultimi vent’anni mi dà ragione e seppur la buona parte delle persone che hanno ricoperto questa carica hanno onorato la Repubblica in modo encomiabile, troppi sono coloro che non avevano i requisiti minimi necessari o ancor peggio sono stati indagati e in ben tre casi persino incarcerati e ciò non è accaduto 200 anni fa, bensì molto di recente.

Questo, ahimè, significa una sola cosa, che il metodo di scelta è carente e inadeguato a garantire onorabilità dei prescelti. I Reggenti, in quanto a massima carica della magistratura devono continuare ad essere una garanzia indissolubile per lo Stato e mai un’istituzione su cui risparmiare cifre importanti in un comune budget familiare ma che nulla hanno a che vedere col bene della Repubblica di San Marino.

Un commerciale, un dirigente, persino un Segretario di Stato può girare in Skoda, ma non un Capo di Stato, soprattutto al di fuori dei nostri confini, perché, ci crediate o no, in rari casi l’abito fa anche il monaco e questo è certamente uno di quelli. Ogni tentativo di controbattere è inutile e strumentale perché anche in una situazione di consapevole difficoltà economica del paese non è in certi tipi di inutile presunto risparmio che si vede la capacità di rilanciarsi, quanto nell’investimento infrastrutturale e nel sapersi “rinnovare innovando”, pur valorizzando ciò che si sa fare meglio col miglior rapporto qualità prezzo, che nel nostro caso è una semplice e naturale trilogia: turismo-cultura-industria, esattamente in quest’ordine.

Tornando a noi, la Skoda è di fatto una Wolksvagen di penultima generazione con il logo cambiato e fabbricata sfruttando la logica degli incentivi europei e del lavoro a basso costo di lavoratori polacchi, dunque dai tedeschi storicamente considerati popolo di serie B, alla faccia del politically correct per cui non c’è nemmeno un buon motivo etico dietro una scelta tanto inadeguata. Ciò nondimeno, io stesso potrei valutare l’acquisto di una Skoda e non me ne voglia il famoso concessionario sammarinese, che di certo avrebbe preferito vendere allo Stato due belle Audi A8 super accessoriate, ma sobrietà per sobrietà si sarebbe potuta scegliere un’auto hibrid o addirittura full-electict. Ma poi, cosa avevano le vecchie Audi che non andava? Niente!

Quindi di cosa vogliamo parlare? Di qualche migliaio di euro forse risparmiato o di circa 60.000€ tirati giù dalla rupe? Fate vobis, ma si sa, la classe non è acqua, neanche acqua del Pianello, a quanto pare.

Francesco Chiari

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