Fine della storia per i furbetti della monofase

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San Marino. Anno nuovo, vita nuova? I furbetti della monofase hanno finito di dormire sonni tranquilli. Civico 10 ha depositato stamattina un progetto di legge di iniziativa popolare proprio contro di loro. Una legge semplice, di soli due articoli e con ben 300 firmatari.

Il primo stabilisce le azioni da avviare per gli amministratori che non hanno fatto piani di rientro per la restituzione della monofase non pagata e soprattutto vuole capire se si possono aggredire i patrimoni personali.

Qualche tempo fa, quando uscì la notizia che dalle casse dello Stato mancavano 360 milioni e che 185 di questi erano ritenuti inesigibili, i cittadini di San Marino inorridirono. E ancor di più lo furono quando il capogruppo Dc, allora al governo, affermò in Consiglio che questa cifra era da ritenere “fisiologica”.

Eppure, se un normale cittadino, un piccolo operatore, si permette di non pagare, o di ritardare un pagamento, contro di lui esistono leggi e decreti severissimi. Che vengono puntualmente applicati. Come ha potuto “qualcuno” permettersi di non pagare centinaia di migliaia di euro, perfino milioni, e farla franca?

Viene anche da chiedersi: dov’era l’Ufficio Tributario?

Il problema degli operatori forensi, che se ne sono andati lasciando i debiti, oggi potrebbe essere risolto grazie allo scambio automatico di informazioni che è andato in vigore proprio dal 1 gennaio. Quindi non ci sono più scusanti neppure su quel fronte.

Il recupero della monofase non pagata potrebbe essere una boccata di ossigeno per il Bilancio pubblico. Se non addirittura favorire il suo totale ripianamento

Ma torniamo alla legge.

Il secondo articolo è sul credito di imposta che diventa incentivo fissato per legge quando le banche si fondono. È previsto infatti che le passività vengano coperte dal credito di imposta. Ma chi controlla? In molte situazioni passate, i controlli non sono mai stati eseguiti. Secondo informazioni uscite la scorsa estate, sembra che tali crediti ammontino a oltre 155 mila euro.

Sono risorse che vengono meno al Bilancio dello Stato, che vanno solo a vantaggio delle banche e, forse, potrebbero essere usate in maniera più appropriata.

Di qui la richiesta di nominare tre Commissari che facciano gli interessi del Paese, verificando le reali sofferenze. L’articolo 41 della legge di bilancio appena approvata, ricalca questa proposta prevedendo un Comitato di sorveglianza. La differenza è che il Comitato viene nominato dal Congresso di Stato, mentre nel progetto di legge di iniziativa popolare i 3 Commissari sono individuati attraverso bandi trasparenti.

È un segnale, il primo che viene dalla politica dopo tanto tempo. “Il sistema San Marino” non può più essere quello del passato. E forse oggi sta cominciando una nuova stagione. Resta da vedere come si comporterà il Consiglio: se approverà questa legge, la modificherà, oppure troverà ancora sponda per lasciare tutto com’è.

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