Carisp scarica sulla commissione finanze la decisione sugli NPL

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San Marino. Giornata davvero cruciale per tutti, domani, sia per chi vuole a tutti i costi cedere i crediti Delta, sia per chi sta facendo di tutto per fermare le bocce. C’è l’ombra dell’ordinanza Morsiani a scuotere le coscienze, anche quelle politiche; ma pesa anche l’ombra di un maneggio perfettamente descritto dalle carte del tribunale, orchestrato da personaggi senza scrupoli. In mezzo, San Marino, che ormai è ridotto in povertà. Basti dire che la vendita frutterà appena 39 milioni per Carisp, a cui dovranno essere detratte le spese. Giornale.sm ha pubblicato ieri il resoconto del cda di Cassa di Risparmio, che in pratica non decide e mette nelle mani della commissione finanze la mannaia del boia. Ecco quanto pubblicato:

Fino a tarda ora ieri sera si è svolto il Cda di Cassa di Risparmio; il primo dopo la deflagrante pubblicazione da parte di Giornalesm della terza Ordinanza Morsiani dove venivano evidenziate come sia le consulenze per gli Npl che l’approvazione del bilancio 2016 dei -534 milioni fossero farlocche.

I vari consiglieri dovevano decidere che cosa fare con i crediti Delta, ovvero se autorizzare o meno la loro vendita. Alla fine di un travagliato Cda, i consiglieri sembrerebbero aver preso una decisione a maggioranza.

Il Cda avrebbe deciso di inviare sia la relazione ARAM sui crediti Delta che una lettera di Banca Centrale, che ha analizzato le conseguenze della cessione o meno dei crediti Delta, alla Commissione consigliare Finanze di lunedì prossimo.

In sostanza c’è stata una sorta di scaricabarile dove la decisione viene rinviata nuovamente alla Commissione Finanze che dovrà accollarsi la responsabilità di dismettere quasi 2 miliardi di crediti Delta, con all’interno quasi 60 milioni di crediti sanitari perfettamente esigibili (cioè una parte di DECTOFACTOR che sono in totale con altri crediti sanitari circa 115 milioni ma che verrà venduta solo una parte per ora), a fronte di un incasso di quasi 109 milioni totali non saranno liquidati immediatamente; si pensa a circa 1-2 anni e ma questo dipende dall’accordo che verrà fatto con la controparte acquirente. Di certo non li avremo a brevissimo.

Ricordiamo ai lettori che una volta venduti tali crediti, Carisp sarà costretta a pagare una fideiussione BPER di oltre 40 milioni di euro a cui vanno detratti circa 12 milioni di euro di crediti già recuperati. Quindi l’importo della fideiussione BPER (Banca Popolare Emilia Romagna) dovrebbe essere attorno ai 28-30 milioni di euro. Soldi che dovranno essere detratti dall’incasso dei 109 milioni di euro e dai circa 60 di crediti sanitari perfettamente esigibili).

Alla fine poco o nulla rimarrà nelle casse di Carisp se non quella liquidità che potrà momentaneamente (?) aiutare le casse dell’istituto ma che dovrà fuoriuscire nuovamente per quasi l’intero importo.

Si pensa che Carisp avrà un incasso netto di circa 39 milioni di euro su un totale di quasi 2 miliardi di euro a cui vanno detratte le spese accessorie.

Ma non finisce qui.

Definita la vendita dei crediti sanitari, lo Stato di San Marino non potrà esimersi dal corrispondere circa 30 milioni di euro per trattenute già effettuate sulle buste paghe dei frontalieri per prestazioni sanitarie e mai corrisposte allo stato italiano, in rispetto a quanto sottoscritto dal governo sammarinese nell’accordo con il governo italiano del 2007.

Quindi alla fine rimarrebbe ben poco e non avremmo nemmeno più i crediti Npl Delta che potremmo, invece, cercare di incassare qui a San Marino con maestranze sammarinesi. Potremmo incassare di più e dare lavoro ai sammarinesi disoccupati del settore bancario.

Ma forse il piano, recondito, è un altro. (Fonte: Giornale.sm)

 

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