Don Peppino ricevuto a Palazzo

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Don Giuseppe Innocentini. Per tutti, da sempre, don Peppino, parroco di Serravalle. Dopo 63 anni di ministero, lascia la guida a un parroco più giovane, don Simone, che finora era stato ad Acquaviva. “Ho anche fatto testamento – spiega tutto serio – lo devo presentare in Curia” e indica dei fogli scritti a mano che sbucano da un libro sulla scrivania. “E’ obbligatorio, per noi – continua – perché dobbiamo dire a chi lasciamo le nostre cose. Questa scrivania, ad esempio, è la mia, ma la lascio qui.”

Don Peppino ha 87 anni, un po’ più curvo rispetto a qualche tempo fa, qualche segno in più sul viso, ma sempre attivo, dinamico, lucidissimo. E con una memoria da elefante.

Era arrivato a Serravalle nel 1953, subito dopo essere stato ordinato sacerdote. Sulla parete di fianco alla scrivania c’è una foto in bianco e nero che lo riprende giovanissimo, in abito talare, vicino ai suoi genitori.

“E’ la foto più bella che ho” dice, e nella sua voce trema un poco di commozione. E pensare che ce ne sono moltissime altre di foto: con Papa Giovanni Paolo II, con Benedetto XVI, con Gimondi, con la pianeta a celebrare messa sul Rosa a 4000 metri di altezza. Una vita densa di ricordi, di personaggi, di vicende, di impegni non solo parrocchiali, ma anche sportivi.

A tutto questo hanno fatto riferimento i Capitani Reggenti e i Segretari di Stato, che oggi lo hanno ricevuto a Palazzo come segno di riconoscenza per tutto quello che don Peppino ha fatto per l’intera comunità sammarinese. La colonia della Verna, la Società Polisportiva Juvenes, il circolo S. Andrea sono solo alcuni dei progetti più conosciuti, realizzati lungo una vita spesa per la Chiesa, per i giovani, per lo sport locale.

Anche se è stato un prete fino in fondo, le attività sportive sono state un capitolo importante della sua vita. Don Peppino amava il calcio già da quando era seminarista, quindi quando arrivò a Serravalle creò la Società Polisportiva Juvenes, che si occupava di calcio e di ciclismo, e poi arrivarono la podistica, la palla a volo e il tennis tavolo, disciplina che è riuscita ad arrivare fino alle Olimpiadi.

Ma il ciclismo fu il settore che riservò le maggiori soddisfazioni. Nella sede della società, con le pareti tappezzate di coppe e di trofei dal pavimento fino al soffitto, sono scritte alcune delle più belle pagine di storia sportiva. “Abbiamo vinto anche un Giro d’Italia con Ivan Gotti della Juvenes” gonfia il petto orgoglioso don Peppino. Qui passarono grandissimi come Bartali e Gimondi. Uno dei ragazzi, Santoni, vinse 18 gare in un anno. Un record. Insomma, la Juvenes era famosa per la serietà dei suoi atleti e per la loro capacità di vincere. “Abbiamo fatto delle annate straordinarie!”

Oggi il ciclismo è calato molto nel gradimento del pubblico, invece il calcio va forte e con il tennis tavolo la Juvenes ha appena vinto il Campionato italiano. C’è di che essere fieri. Anche se ormai ha lasciato tutto in altre mani, don Peppino può essere soddisfatto.

Angela Venturini

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