Buon primo maggio a tutti, ma in particolare ai miei concittadini sammarinesi

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Questa data rappresenta il cordoglio, le scuse postume, la presa di coscienza dell’esecuzione sommaria avvenuta nel 1886 ai danni di alcuni anarchici che sin dal 5 settembre 1882 a New York, sulle orme dei Knights of Labor (Cavalieri del Lavoro), si battevano per i diritti dei lavoratori.

Poi le istituzioni hanno sapientemente trasformato una labile memoria sociale in una festa mondiale.

Dunque anche quest’anno voglio riflettere per qualche ora sul tema del lavoro che nel bene e nel male sottende all’evoluzione della nostra società, dalla rivoluzione industriale ad oggi, con un auspicio particolare rivolto al mio Paese, la più antica Repubblica del Mondo, San Marino, che ne ha davvero bisogno.

Occorre però uno sforzo comune, un ritrovato senso di unità, l’abbattimento delle barriere sociali, politiche e partitiche che oggi più che mai sono anacronistiche in un piccolo territorio che deve poter contare sulla propria agilità e non sulla propria corazza.

Abbandoniamo quel senso di inadeguatezza, frutto a parer mio, di un perduto spirito di sacrificio e ritorniamo nuovamente ad essere “noti a noi e anche a tutti gli altri” per la nostra operosità, per la nostra capacità di innovare e di aprire attività competitive in Europa e nel mondo che portino gettito e occupazione.

Dobbiamo capire che è normale, anzi giusto, aspettarsi sempre meno gente di dubbia reputazione che viene ad imboscare capitali di dubbia provenienza e lavorare invece perché arrivino sempre più imprenditori seri.

Dobbiamo capire che è normale, anzi giusto, ridimensionare la nostra PA ed il nostro sistema bancario.

Dobbiamo capire che è normale, anzi giusto, che il privilegio oggi sia quello di poter lavorare dignitosamente per guadagnare adeguatamente e non guadagnare molto lavorando poco.

Se capiamo tutto questo, potremo risalire la china in un solo decennio, grazie alle nostre piccole dimensioni, che al giorno d’oggi possono essere una risorsa, se utilizzate bene, e non un limite.

A tal proposito esiste una nuova, fiorente letteratura sul futuro dei “piccoli stati” intesi come “città stato” virtuose, in grado di interagire col mondo e non come porti di mare off-shore arroccati su loro stessi.

Per questo è fondamentale ristabilire un giusto equilibrio con l’Italia e liberarsi dalla sindrome di Stoccolma che troppo spesso ci lega ad essa.

Sono fermamente convinto, per le particolarità che ci contraddistinguono, che a San Marino possano fare molto di più dei comuni cittadini Sammarinesi, mossi dall’amore per la nostra terra e da un sincero spirito di servizio, che dei “super professionisti” forestieri che di noi non conoscono nulla.

Tra i lavoratori Sammarinesi non voglio dimenticare gli oltre 10.000 cittadini residenti all’estero tra cui ci sono eccellenze quasi in ogni ambito e comunque tantissimi fra questi sono rispettati e inseriti nelle comunità che li hanno accolti sin dai tempi dell’emigrazione di massa, dunque degni di far conoscere San Marino a tutti. Quale migliore sponsor per attrarre capitali e imprese?

Impariamo dalla storia ma cancelliamo i falsi storici per scrivere un futuro radioso evitando che i nostri figli pensino che Mazzini e i mazziniani siano lo strano Leviatano celato nella camera oscura dei vecchi partiti sammarinesi, prima condannati e poi in gran parte pare dimenticati.

Restituiamo alla parola Politica il suo vero significato.

La Politica non comincia e non finisce, si vive e basta.

La Politica è alzarsi al mattino con la voglia di essere la persona che vorresti incontrare al bar, al supermercato, al lavoro, in palestra o a teatro.

La Politica è andare a dormire sentendosi a posto con gli altri e con sé stessi.

La Politica è abbattimento di barriere culturali e sociali, non è rissa in Parlamento.

La Politica è costruzione per andare avanti, non dietrologia per guardarsi indietro.

La Politica è amore per la propria terra e il proprio popolo, non è politica dell’orticello.

La Politica è buona e necessaria alla comunità, sono alcuni uomini o a volte la maggior parte di essi a renderla malefica.

Vivere la Politica con la P maiuscola è l’unico modo per spazzare via i politici con la p minuscola.

La Politica è Lavoro, il Lavoro è Politica

Concludo con un piccolo aforisma che ho pensato in questi anni, forse suggestionato dalla necessità di dare un senso alla vita che mi ritrovo a vivere, ma con la speranza di continuare ad esistere in eterno nel cuore di chi ho conosciuto in questa fase materica della mia esistenza.

“Se c’è amore e passione in ciò che si fa per sé e per gli altri allora si può portare il lavoro a casa, a tavola, a letto e in vacanza perché esso non sarà sinonimo di problema bensì di realizzazione. Se riuscirò in questo allora potrò dire di aver lavorato ad una vita piena e serena e non di aver vissuto una vita di tribolazioni lavorative”.

Francesco Chiari

 

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