Continua il solito modus operandi da parte dei sindacati: screditare una intera categoria, in questo caso quello di tutto il settore commerciale… per quale motivo? A chi giova?
Legittimo annunciare scioperi ma non siamo convinti che il motivo sia accompagnato da altrettanto comprensibili finalità.
Nel ribadire che – a memoria – nessun incontro informale è avvenuto dal 2018 ai primi mesi del 2022, ci chiediamo in quale parte del mondo venga contestato un aumento immediato e reale del 4,5% quale soluzione transitoria in attesa della firma del rinnovo contrattuale. Ribadiamo ancora una volta che la questione riguarda 1100 aziende e 3000 lavoratori e che non saremmo di certo i primi a firmare un accordo precontrattuale in attesa della firma definitiva di un contratto obsoleto nella forma e nella sostanza.
Contratto che dovrebbe essere armonizzato con le prossime o future riforme del mercato del Lavoro, riforme che qualcuno ha fatto slittare al 2023 con data ancora da definirsi. A dimostrazione del fatto che intervenire sulle questioni di sostanza richiede i giusti approfondimenti.
È giunto il momento di comprendere che le piccole medie imprese vanno tutelate in quanto sono le stesse che elargiscono gli stipendi e sostengono il sistema nel complesso (monofase, contributi, imposte, commissioni bancarie).
In periodi di straordinaria difficoltà, come quelli che stiamo vivendo da diversi anni, occorrono interventi innovativi che possano supportare i lavoratori evitando di pesare ulteriormente sulle Imprese. Del resto i nostri lavoratori sono una delle prime risorse che va valorizzata, soprattutto nel settore commercio, dove il contatto con il cliente, la gestione di una sede aperta al pubblico, la professionalità e l’accoglienza con cui approcciarsi alla clientela sono aspetti vitali per ogni attività. Solo chi opera nel commercio può capire certe dinamiche o peculiarità di un settore in continua evoluzione.
È arrivato il momento di comprendere che il commercio e tutte le Imprese commerciali non si possono paragonare a nessun altro settore perché vivono dinamiche uniche, di natura sia locale che globale.
Nonostante le innumerevoli “catastrofi economiche” degli ultimi anni rimaniamo a disposizione e cogliamo l’occasione, come già annunciato nel comunicato stampa precedente, per ribadire la nostra – già ampiamente dimostrata – disponibilità a trovare soluzioni immediate e transitorie a supporto dei lavoratori, in attesa del rinnovo contrattuale nel quale identificheremo soluzioni complessive a supporto dei nostri lavoratori, delle nostre imprese e dell’intero sistema commerciale sammarinese, al fine di superare assieme questi anni di difficoltà causati da una bolla speculativa globale senza precedenti.
USC – OSLA