Gent.mo Segretario Santi,
le rispondo perché lei mi ha chiamato in causa. Pensavo ad una battuta, ma l’apparente sua banalità due parole le richiede. Il mio impegno nelle istituzioni ora si svolge principalmente in Consiglio Grande e Generale ed in Commissione Finanze ed in Commessione Esteri. Tendo ad evitare, anche per stile, di entrare in temi legati a mie precedenti responsabilità ma se insiste lei!
Lei ha memoria corta e distorta.
I problemi che lei cita li conosce bene perché lavorava negli staff della segreteria di stato a guida Rossini e poi anche in quella a guida Podeschi. Lei sa quindi la difficoltà e la complessità dei problemi che ho ereditato, e che lei oggi a sua volta deve gestire perché ereditati.
Ciò non toglie che è stucchevole la politica della colpa degli altri che lei porta avanti, come fa di prassi. Lei c’era in passato, ha determinato, condizionato dal governo e dall’opposizione, ed ora c’è.
Contano i dati. E i dati sono che dopo un anno e mezzo di sua gestione politica in presenza delle stesse norme di legge è più che raddoppiato il trend di fuga dei medici. Le liste d’attesa sono più che raddoppiate in diverse aree dell’Iss. C’è un problema di trasparenza, di gestione e di fiducia che la sua politica non trasmette.
Ho lavorato con comitati esecutivi composti di professionisti di grande serietà e capacità, per un biennio circa Pasini Paolo d.g., Venturini Lorenzo d.am. e Arzilli Aldo d. san., e in seguito per un altro biennio circa Caruso Bianca d. g., Francini Filippo d. a. e Dario Manzaroli d. s.; e poi con l’ Autority sanitaria sempre a guida dott. Gualtieri Andrea.
La posizione del dott. Soragni va contestualizzata nel comitato esecutivo a gestione Pasini. Il dott. Soragni è andato in pensione secondo la legge, e non poteva evidentemente determinare il suo successore come in ogni azienda che si rispetti. Fu fatto un concorso, se lo aggiudicò il migliore. Concorsi che il suo governo evita.
Una riflessione che è in sottofondo: il pensionato deve potere lavorare, con una decurtazione significativa della pensione, fra questi anche i medici. Serve nel nostro paese una sana azione e rivoluzione liberale. Mi scontrai e mi scontro con la logica di alcuni burocrati degli uffici preposti e con una politica priva di visione. Ricordo gli scontri sulla norma che proposi e che non fu accolta dalla maggioranza del tempo per consentire al medico in pensione di potere lavorare nell’iss a certe condizioni. Ricordo le interminabili discussioni per rendere l’ISS autonomo nella gestione del personale rispetto alla PA.
Spero che oggi lei e i suoi colleghi di governo abbiate un po’ rivisto le vostre visioni nel mentre vi accingete a proporre una riforma delle pensioni e ad intervenire con proposte su personale che ancora non si son viste.
Caro Santi lei ha ereditato molti problemi, inevitabile nella sanità, ma ha peggiorato la situazione. Mi sembra che manca la capacità di gestire le complessità dell’ISS. Peraltro in un contesto ottimale consegnatole di accordi con OMS, con Italia, con regioni, con università ferrara, modena e cattolica di roma, con strutture sanitarie primarie, progetti di legge, leggi e percorsi su disabilità, progetti e percorsi su anziani, su pensioni, su gestione personale.
Questo governo ad un anno e mezzo dal suo insediamento ha indebolito la fiducia sul sistema paese e ha dimostrato tutti i suoi limiti. Buon lavoro.
Francesco Mussoni