San Marino. All’indomani dell’ultimo incontro sulle pensioni, categorie economiche e parti sociali si sono scatenate in una serie di prese di posizione e dichiarazioni roboanti sull’ipotesi di riforma delle pensioni. A qualcuno non piaceva l’ipotesi di aumento dei contributi, a qualcun altro non andava a genio l’idea di innalzamento dell’età pensionabile, ad altri ancora era invisa la possibilità di ricalcolo degli assegni di pensione, mettendo in guardia anche sul rischio di aumento del costo del lavoro.
“Osservazioni giuste e in parte anche condivisibili – afferma il Segretario di Stato alla Sanità e Sicurezza Sociale, Franco Santi – ma i numeri che abbiamo condiviso durante gli incontri e che sono stati validati da esperti attuari ci dimostrano che il sistema attuale non può andare avanti così. A nulla serve fare come lo struzzo: nascondere la testa sotto la sabbia ci impedisce solo di guardare in faccia la realtà. La riforma si deve fare e al più presto, recuperando i ritardi che irresponsabilmente si sono accumulati nei decenni”. Lo squilibrio dei conti è tutt’altro che trascurabile: ogni anno lo Stato riversa nei Fondi Pensione, per garantire una loro tenuta, oltre 40 milioni di euro. Il che significa che di questo passo, fra vent’anni, dai conti pubblici verranno sottratti 800 milioni di euro, che andrebbero invece destinati ad altri interventi per la collettività. Il rapporto fra pensionati e lavoratori non tiene più: siamo passati da un pensionato per ogni 4 occupati ad 1 lavoratore a riposo ogni 2 attivi, e questo ha generato sofferenze pesanti ai fondi pensione. Se aggiungiamo un elemento fortemente positivo, come una accresciuta aspettativa di vita, che ha portato San Marino in vetta ai Paesi del mondo dove si vive più a lungo e in salute, è evidente che un correttivo al sistema previdenziale sia non solo inevitabile ma anche urgente. “Pur comprendendo le ragioni di tutti – afferma il Segretario Santi – trovo assolutamente necessario che insieme si lavori su un progetto di riforma credibile, concreto, efficace e attuabile. Un traguardo che deve essere comune, al di fuori della tutela degli interessi di parte, per assicurare il rispetto di tutti i lavoratori e garantire un futuro pensando alle nuove generazioni. Il mio – conclude – è un invito accorato al dialogo e alla necessità di approfondire insieme le ipotesi di intervento che sono state avanzate e che potenzialmente potrebbero scaturire dal confronto.”
Segreteria Sanità