I Governatori del centrodestra a Mattarella: ‘Nella Fase 2 più poteri alle regioni’. Domani la Calabria riapre i bar

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I governatori di centrodestra  di Lombardia, Piemonte, Liguria, Friuli Venezia Giulia, Sardegna, Sicilia, Calabria, Basilicata, Abruzzo, Molise, Abruzzo, e il presidente della provincia autonoma di Trento. scrivono al presidente della Repubblica Mattarella e al premier Giuseppe Conte “La fase 2 è una fase nuova, che si giustifica per una progressiva diminuzione dell’emergenza. E’ essenziale che si ritorni progressivamente ad un più pieno rispetto dell’assetto costituzionale e del riparto di competenze tra lo Stato e le Regioni, sempre in applicazione dei principi di sussidiarietà e leale collaborazione. È necessario giungere a una “normalizzazione dell’emergenza”, che consenta un ritorno agli equilibri democratici previsti dalla Costituzione“.  “Pare assolutamente necessario che l’attuale struttura del Dpcm 26 aprile 2020, imperniato su regole previste rigidamente in funzione della sola tipologia di attività economica svolta e con la possibilità di adottare, nelle singole regioni, solamente misure più restrittive, venga riformata in quanto non dotata della necessaria flessibilità capace di riconoscere alle Regioni, laddove la situazione epidemiologica risulti migliorata e i modelli previsionali di contagio in sostenuta decrescita, la possibilità di applicare nei loro territori regole meno stringenti di quelle previste a livello nazionale, con una compressione delle libertà costituzionali strettamente proporzionata all’esigenza di tutela della salute collettiva”. E  da domani in Calabria sarà “consentita la ripresa delle attività di bar, pasticcerie, ristoranti, pizzerie, agriturismo con somministrazione esclusiva attraverso il servizio con tavoli all’aperto”. E’ quanto previsto da un’ordinanza per la fase 2 firmata dalla governatrice della Calabria, Jole Santelli. Secondo l’ordinanza, queste stesse attività “possono essere riattivate presso gli esercizi che rispettano le misure minime ‘anti-contagio’ e ferma restando la normativa di settore”.

Il ministro degli affari Regionali Boccia oggi in videoconferenza con le Regioni ha dettato un altolà.”Propongo un metodo: ordinanze regionali coerenti con il Dpcm”. Se ci sono ordinanze non coerenti invio una diffida, una lettera con la scheda indicando le parti incoerenti e la richiesta di rimuoverle (solo in caso di allentamento delle misure) – afferma -. Se non avviene sono costretto a ricorrere all’impugnativa al Tar o alla Consulta”.  “Non impugno subito ma con grande collaborazione vi scrivo e prima ancora sollecito un confronto preventivo”. “In base al monitoraggio delle prossime settimane ci potranno essere dal 18 maggio scelte differenziate” tra le Regioni sulle riaperture di attività: così il ministro Francesco Boccia. Il principio è “contagi giù uguale più aperture e viceversa – aggiunge -. Discuterete del monitoraggio con il ministro della Salute Speranza (a seguire in videoconferenza con le Regioni, ndr). Definito il monitoraggio si potrà procedere a differenziazioni”. “E’ molto importante dare un segnale di unità. Se non siamo uniti noi non possiamo chiederlo ai cittadini. Ci vogliono unità, serietà e responsabilità” avrebbe detto il ministro ai presidenti delle Regioni.

In mattinata Luca Zaia era stato molto chiaro: “Lo dico subito e in maniera trasparente: stiamo lavorando per fissare in maniera plastica un numero di ricoverati e delle terapie intensive, perché se lo raggiungiamo si torna a chiudere“. Lo ha annunciato ai giornalisti il presidente del Veneto Luca Zaia. “Non ci sono alternative – ha aggiunto Zaia – non vorrei che qualcuno si faccia l’idea che è tutto finito”. “E’ possibile affrontare la riapertura, ma investiamo sulla messa in sicurezza dei cittadini, e soprattutto la mascherina è imprescindibile – ha aggiunto il governatore –  perché metti in sicurezza la tua salute, metti in sicurezza la salute degli altri, e se non te la metti avremo ricadute e dovremo riprendere in mano le chiusure”. “Intanto – ha precisato – c’è l’obbligo di mascherina a tutti gli ingressi. Prego i cittadini di valutare fino in fondo il fatto che l’ospedale è il luogo nel quale i virus e i batteri sono più presenti, e così si va da soli a trovare parenti. Il luogo di cura è sacro, dobbiamo mettere in sicurezza la salute dei pazienti che sono i più esposti al virus”.

“Abbiamo un piano di rafforzamento che per la fine dell’estate ci porterà a fare 30 mila tamponi al giorno” ha detto Zaia. “Se ci riusciamo – ha aggiunto – andiamo anche oltre i 30 mila, avremo alcune sorprese”. Il governatore  ha puntualizzato che “è previsto che nel giro di 15-20 giorni vi sia un ripasso per tutti gli ospedali e le case di risposo, in alcune purtroppo la raccolta di positivi non è cessata. Il tampone ‘becca’ la positività già al sesto-settimo giorno, il test rapido dall’11/o giorno”, ha concluso.

LA FASE 2 NELLE REGIONI – Nella capitale inizia oggi l’installazione della segnaletica per il distanziamento sociale su metro e bus di Roma. I marker verranno posizionati sulle sedute dei treni e degli autobus della capitale che saranno off limits per garantire il distanziamento tra passeggeri. Previsti anche cartelli e avvisi alle stazioni, sulle banchine e sui mezzi di superficie. Le operazioni di installazione termineranno entro domenica in tempo per la Fase 2.

“Continua il nostro impegno per ripartire in sicurezza. Questa mattina abbiamo deciso di stanziare altri 51,3 milioni per costruire e ammodernare le nostre scuole e per la manutenzione delle nostre strade, saranno ripartiti tra Province e Città Metropolitana. La Lombardia parla coi fatti”. Lo scrive il presidente della regione Lombardia Attilio Fontana su Facebook. Le risorse fanno parte – spiega una nota della Regione – del ‘Piano Marshall’ messo in campo dalla Lombardia, in grado di mobilitare complessivamente 3 miliardi di euro e, tra questi, 400 milioni destinati a Comuni e Province per opere cantierabili entro il 31 ottobre 2020. “Con la Fase 2 si metteranno in movimento circa 3 milioni di persone sull’intero territorio nazionale, molte delle quali utilizzeranno mezzi pubblici”. Lo ha detto la ministra delle infrastrutture e trasporti Paola De Micheli rispondendo in question time. “Occorre quindi che sia le aziende dei trasporti che l’utenza – ha aggiunto – si attengano all’osservanza di misure necessarie a garantire un regolare svolgimento di questa seconda fase, al fine di ulteriormente contenere il diffondersi del contagio”.

Ore decisive per il ministero della Salute che sta mettendo a punto i criteri soglia di sicurezza per affrontare la fase 2 che inizierà il 4 maggio, prevista dall’ultimo Dpcm. L’obbiettivo e’ fissare i limiti di sicurezza in mancanza dei quali potrebbe scattare il ritorno alla fase 1 di lockdown. Il ministero è al lavoro – apprende l’ANSA – per mettere a punto i criteri di monitoraggio dell’epidemia. Tra questi il tasso di occupazione delle terapie intensive e le percentuali di positivi sui tamponi fatti. Per accompagnare la fase della riapertura sono necessari criteri di ‘soglie di allarme’ che il ministero sta mettendo a punto. Sulla base di questi criteri – si apprende – i presidenti di regione avranno potere di iniziativa. Il provvedimento è atteso entro la settimana.

Fonte ANSA

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