CDLS: la crescita è ancora troppo bassa

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San Marino. Il sindacato fa festa al Parco Ausa in occasione del 1° Maggio, ma è anche l’opportunità di ripercorrere i temi più caldi e prioritari di questa stagione.  “Il binomio che anche quest’anno fa da sfondo alle celebrazioni del 1° Maggio è il lavoro e lo sviluppo. Lo testimoniano la fragilità dei numeri, con una crescita del Pil dello 0,5% dopo un crollo di oltre il 30%, e lo confermano le continue difficoltà a indicare verso quale modello economico si vuole traghettare il Paese”. Il segretario CDSL, Riccardo Stefanelli, ricorda così gli argomenti al centro dell’ultimo congresso confederale.  “Abbiamo posto l’accento sul dovere di capire e interpretare la sfida dell’innovazione, indicando da una parte la necessità di istituire per via contrattuale il diritto alla formazione individuale continua per tutti i lavoratori, dall’altra la necessità di realizzare un’agenzia per lo sviluppo capace di attirare investimenti e sostenere l’economia reale, puntando sulla ricerca, sull’innovazione dei processi produttivi nei settori dell’alta tecnologia, del digitale e del green economy e di un rilancio del rapporto fra scuola e università col mondo del lavoro”.

“Non esistono scorciatoie- sottolinea Stefanelli – il dovere è quello di indicare le coordinate di un nuovo e concreto progetto economico e promuovere San Marino nel contesto europeo e internazionale per attirare nuovi investimenti capaci di creare occupazione e punti di Pil”. Ma il nodo lavoro e sviluppo è oggi legato a doppio filo con la crisi del sistema bancario.  “La messa in sicurezza dei nostri istituti di credito, degli oltre 600 posti di lavoro e delle risorse accumulate nei Fondi Pensione – afferma il segretario CDLS – è del resto un altro punto cruciale della strategia di rilancio di San Marino. Non esistono realistiche prospettive di crescita del Paese senza un sistema bancario-finanziario solido e patrimonializzato, per questo l’alto tasso di litigiosità che quotidianamente sta agitando il nostro sistema politico-istituzionale non è certo la via migliore per trovare soluzioni equilibrate e utili”. Stefanelli ricorda infine che il tema della previdenza resta “cerchiato di rosso” nell’agenda politico sindacale.  “Fermo restando che la strada maestra per mantenere la sostenibilità del nostro sistema pensionistico è lo sviluppo economico e il rilancio dell’occupazione, riteniamo sia non più rinviabile l’apertura di una trattativa su un progetto di riforma complessiva, primo e secondo pilastro, del nostro sistema previdenziale. Confronto dove fissare precisi criteri nella gestione dei Fondi e dove lo strumento della flessibilità deve diventare una possibile alternativa al rischio di tagli e ridimensionamenti delle pensioni”.

 

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