Stefano Elli, Sole 24 Ore, sulla Cassa di Risparmio

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Quella della Bad bank (anche) per il sistema finanziario di San Marino era una strada segnata. A fronte dei quasi 2 miliardi di non performing loans e dei pessimi conti 2016 della Cassa di Risparmio locale (il bilancio è stato approvato lo scorso venerdì con perdite per 537 milioni) diventa urgente agire per mettere in sicurezza la Cassa la cui quota di maggioranza è detenuta dal Governo locale. Ed è stata, appunto, la segreteria di Stato per le Finanze e il Bilancio retta da Simone Celli che ha reso noto ieri di avere assunto l’impegno ad adottare «tutti gli atti legislativi e istituzionali affinché sia totalmente garantita la copertura delle esigenze finanziarie della Cassa in termini di liquidità e di capitale – e prosegue la nota – contestualmente all’approvazione definitiva del bilancio 2016 (prevista per metà settembre) da parte dell’assemblea degli azionisti , si avvierà il piano di ristrutturazione di Cassa di Risparmio che, presumibilmente attraverso lo scorporo degli asset positivi e negativi presenti nell’istituto, condurrà alla nascita di una good bank e di una bad bank entrambe di proprietà interamente statale».

Dunque iniezioni di capitali freschi e istituzione di uno Spv (special purpose vehicle) creato e strutturato al precipuo scopo di gestire e incassare al meglio i crediti inesigibili (o inesatti) del sistema locale (che è tuttora privo di una Centrale rischi). Il Governo locale ha reso noto anche che «Con un’adeguata iniezione di capitale da parte dello Stato, un progetto industriale di alto livello orientato all’efficienza e all’internazionalizzazione e un management dotato di elevati profili professionali e tecnici la Cassa di risparmio, depurata da tutti gli asset negativi, si troverà nelle condizioni di generare reddito nel medio breve periodo e tornerà a essere uno strumento a supporto della crescita economica del Paese».

Bacchettate governative, invece, sono partite all’indirizzo del precedente consiglio di amministrazione della Cassa: «La significativa attività di due diligence richiesta da Bcsm (…) ha permesso di mettere in evidenza quanto la gestione degli ultimi anni della banca sia stata non solo discutibile e superficiale ma in particolare lontanissima da una corretta applicazione del principio della sana e prudente amministrazione che porterà il Governo ad attivare le azioni di responsabilità nei confronti di coloro che si sono resi complici dell’attuale situazione di dissesto».

Stefano Elli

 

 

 

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