Scongiurato il razionamento dell’acqua, ma resta l’emergenza

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San Marino. Se è vero che una rondine non fa primavera, è anche vero che due giorni di pioggia non possono placare la grande sete dell’estate 2017. Le precipitazioni leggere, ma benefiche, di sabato e domenica, hanno avuto immediate conseguenze positive. L’acqua ha rigenerato prati e campi, animali e colture. Ovviamente, non ha ripristinato le riserve idriche ad uso umano, ma ha scongiurato il pericolo del razionamento e ha aiutato a mantenere stabili le riserve. Tuttavia rimane l’emergenza e tutte le raccomandazioni che le autorità di settore, da settimane, diramano sul tema del risparmio dell’acqua. L’ordinanza rimane in vigore, anche se il calo delle temperature ha inciso favorevolmente negli impieghi.

Nel frattempo, si pensa ad interventi strutturali per prevenire possibili problemi futuri e garantire delle riserve minime.

Spiega il Segretario Podeschi: “L’AASS dal 2007 ha aumentato l’approvvigionamento locale, un esempio è Gorgascura, ma serve un piano complessivo di monitoraggio del territorio per capire dove installare le pompe. L’aspetto tecnico va implementato anche con un’azione culturale: campagne informative per evitare eccessivi consumi e gli sprechi. Andrà probabilmente rivisto anche l’accordo con Romagna Acque.”

Continua: “Ci sono degli interventi a medio termine da fare, prevedere degli accumuli negli edifici pubblici: delle cisterne la cui acqua avrà un uso diverso dal potabile”. Anche i privati dovranno fare la loro parte, c’è già chi ha irrigato gli orti raccogliendo le piogge.”

C’è un altro grosso rischio da scongiurare: le conseguenze di eventuali “bombe d’acqua” che vediamo sempre più frequenti e che hanno colpito recentemente anche zone vicino a noi. A tale proposito, riportiamo l’opinione di Giuseppe Guidi, riportata sul suo profilo Facebook.

“Fortunatamente San Marino è stato bagnato da una buona pioggia lenta e penetrante. Se avessimo avuto anche noi una bomba d’acqua le cose sarebbero certamente catastrofiche. I nostri fossi primari sono invasi da rovi, da vegetazione spontanea mai tolta, il tutto accompagnato da una forte presenza di materiali plastici. Inoltre alcuni gettano immondizia. Residui edili, residui di potatura e falciatura di prati, in molti vedono ma nessuno interviene. In questo modo prima o poi purtroppo il disastro arriverà. Bisogna smetterla di dare la colpa agli agricoltori. I fossi primari e secondari sono patrimonio pubblico e quindi spetta alle Istituzioni di competenza intervenire. Gli agricoltori hanno il compito di raccogliere le acque superficiali dei loro terreni e convogliarle nelle reti di scolo primarie e secondarie, il resto è compito dello Stato, che può eventualmente chiedere anche l’aiuto delle aziende agricole attrezzate allo scopo. Occorre lavorare molto anche sulla cultura dei cittadini, poiché quando percorro una strada e trovo bottiglie di plastica, lattine, confezioni delle merendine, pacchi di sigarette ecc. ecc. mi rendo conto che siamo molto distanti da un concetto di Territorio bello, accogliente, ospitale e gradevole alla vita. Spero che questa mia denuncia e riflessione trovi l’attenzione delle Istituzioni e dei cittadini che amano questa Repubblica.”

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