Economia: aumentano le imprese ma cala il commercio

0
32

San Marino. L’Ufficio Informatica, Tecnologia, Dati e Statistica della Repubblica di San Marino ha reso noti i principali dati relativi al quarto trimestre dell’anno 2017.

IMPRESE – Il totale delle imprese presenti ed operanti in Repubblica, al 31 dicembre 2017, è pari a 4.996 unità registrando, rispetto al 31 dicembre 2016, un incremento di 5 aziende (+0,1%); analizzando il trend dell’ultimo anno solare, si è verificato un aumento nel settore manifatturiero (+2,0%), mentre il “Commercio” è in diminuzione (-48 unità pari al -4,3%). A dicembre 2017 la forma giuridica più diffusa è quella societaria con 2.665 unità: +24 negli ultimi 12 mesi; sono inoltre presenti 415 imprese artigianali (-15), 102 imprese individuali industriali (-13), 365 imprese individuali commerciali (-8), 758 attività libero professionali (-1); le cooperative sono 71 (+2) e i consorzi sono 4 (+1).

Gli enti sono 479 (-24). La maggior parte delle imprese sul nostro territorio ha piccole dimensioni, infatti il 94,5% del totale ha meno di 10 addetti e il 54,2% ha un numero di dipendenti pari a 0. Da una revisione della banca dati delle imprese è emerso che alcuni codici operatore economico venivano considerati attivi ed operanti, mentre nella realtà erano cessati, in alcuni casi, anche da molti anni. Si trattava di operatori economici assegnati ad enti e associazioni privi di licenza, che, una volta cessati mantenevano comunque lo stato attivo all’interno della banca dati. Negli ultimi mesi, l’Ufficio Statistica ha effettuato un’analisi approfondita, che ha permesso di identificare i casi appena descritti e di eliminarli dalla banca dati degli operatori attivi a partire dal mese in cui hanno cessato la loro attività. Al fine di garantire la massima precisione e coerenza dei dati pubblicati, è stata ricostruita tutta la serie storica delle imprese attive dall’anno 2000 ad oggi, evitando così la presenza di improvvise variazioni negative nella serie, dovute al fenomeno descritto sopra. La serie storica delle imprese attive è, quindi, cambiata lievemente nei valori assoluti, ma non nelle variazioni mensili e annuali, proprio grazie alla ricostruzione dell’intera seria storica.

POSTI DI LAVORO – Al 31 dicembre 2017 le forze di lavoro complessive sono pari a 21.875 unità di cui 12.108 maschi (55,4%) e 9.767 femmine (44,6%); rispetto al 31 dicembre 2016 si evidenzia un incremento di 169 unità (+0,8%). I lavoratori dipendenti sono 18.689 (85,4% della forza lavoro), 1.756 sono lavoratori indipendenti (8,0%) ed infine, 1.430 sono i disoccupati totali (6,6%), di cui 1.140 sono disoccupati in senso stretto. I lavoratori dipendenti del settore privato (15.070 unità, di cui 9.047 maschi e 6.023 femmine), nell’ultimo anno sono aumentati complessivamente di 152 unità (+1,0%); l’aumento più consistente risiede principalmente nel settore “Attività Manifatturiere” (+219 lavoratori pari al +4,0%) e dal settore “Attività dei Servizi di Alloggio e di Ristorazione” (+73 lavoratori pari al +9,6%). Al contrario, i seguenti settori hanno registrato una marcata diminuzione di lavoratori: “Commercio” (-107 lavoratori pari al -4,0%) e “Attività Finanziarie e Assicurative” (-62 lavoratori pari al -7,7%). Nel Settore Pubblico Allargato i lavoratori sono aumentati di 13 unità nell’ultimo anno, assestandosi a 3.619 (+0,4% rispetto al 31 dicembre 2016), di cui 2.202 femmine e 1.417 maschi. Le diminuzioni più consistenti si registrano nell’Azienda autonoma di Stato per i lavori pubblici (-13). In controtendenza ci sono l’Istituto per la sicurezza sociale e l’Università, che hanno registrato un aumento rispettivamente di 23 e di 6 unità. Negli ultimi dodici mesi il numero di frontalieri è aumentato del 2,4%, raggiungendo la cifra di 5.382 lavoratori, pari al 28,8% del totale dei lavoratori dipendenti; sono collocati quasi esclusivamente nel settore privato e, nella ripartizione per qualifica, sono principalmente “Operai” (57,4%) e “Impiegati” (40,3%), mentre solo l’1,9% rientra tra i dirigenti. Al 31 dicembre 2017 i disoccupati totali ammontano a 1.430 unità (+31 rispetto al 31 dicembre 2016); di questi,

1.140 sono disoccupati in senso stretto (+18 rispetto al 31 dicembre 2016), ovvero coloro che si rendono immediatamente disponibili ad entrare nel mondo del lavoro. Per questi ultimi, in particolare, la fascia di età che conta il maggior numero di disoccupati è quella dai 20 ai 29 anni (28,8% del totale), così come per i disoccupati totali (28,5% del totale). Tra i disoccupati in senso stretto, il titolo di studio prevalente è il diploma di maturità (35,0% del totale), mentre la percentuale di disoccupati laureati è pari al 12,4% con 141 unità.

CASSA INTEGRAZIONE – Da gennaio a settembre 2017 si sono registrate 348 aziende, che hanno fatto ricorso alla Cassa integrazione guadagni, con un decremento del -7,2% rispetto allo stesso periodo temporale del 2016 (in cui le aziende erano state 375). Tale riduzione non si conferma, invece, in termini di importo liquidato: nel periodo gennaio-settembre 2017 sono stati erogati 3.649.809 euro, una cifra superiore del +3,4% rispetto allo stesso periodo del 2016 (3.529.968 euro). Il motivo preponderante di ricorso alla Cig è stato “Situazioni temporanee di mercato” (71,0% dell’importo totale) seguito da “Crisi economica, ristrutturazioni e conversioni aziendali” (18,5% dell’importo totale).

(Fonte: La Serenissima)

LASCIA UN COMMENTO

Please enter your comment!
Please enter your name here