USC: “Diamo i numeri? Allora dobbiamo farci anche delle domande!”

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San Marino. Si fa un “gran parlare” di Sistema.  Che cos’è un sistema? Atteggiamento o capacità di valutare o pensare le cose nel loro insieme. Valutare dov’è meglio concentrarsi in modo tale da remare TUTTI nella stessa direzione. In contrapposizione c’è l’individualismo e cioè l’incapacità di pensare al Sistema e pensare solo al proprio orticello per trarre benefici solo a se stessi. In questo caso si pensa a una parte sociale piuttosto che a un’altra. È dura abituarsi a convivere con il “progresso” o la convinzione che solo cambiando gli slogan si possa cambiare il pensiero da individuale a pensiero di SISTEMA.
Valutando i numeri, ci chiediamo: come si può pensare di contrastare la disoccupazione quando, nel nostro Paese, sono presenti 2681 operatori con ZERO dipendenti su 4996 totali? Una percentuale di circa il 53%! Vogliamo intraprendere la strada di una reale economia oppure continuiamo a perseguire o tollerare un’economia del “passa carte”?
Se il commercio genera circa 40 milioni di euro di monofase al netto delle esportazioni, presupponendo che il settore carburanti sia escluso e che da solo genera altre decine di milioni di euro, quanto introito viene generato da parte di tutti gli altri settori?
Perché esistono tante imprese con licenza di servizi, che invece di operare nel loro ambito, si occupano di commercio o artigianato a scapito dei circa 1500 operatori commerciali e artigianali?
Riguardo ai numeri, in attesa della relazione dell’Osservatorio del Commercio per l’anno 2017, riportiamo alcuni passaggi della relazione riguardante l’anno 2016:
“Nonostante il numero delle imprese (commerciali) sia diminuito, regge in termini di fatturato, di monofase e soprattutto di occupazione. Infatti i dipendenti complessivi sono aumentati di 155 unità (+6% soprattutto nel commercio al dettaglio e in particolare è la costante tendenza a ricoprire questi posti di lavoro da parte di residenti con +130 unità)”.
“In 10 anni il rapporto residenti/frontalieri è passato da 1 ad 1 , a 1 frontaliero e 2 residenti”
“Recentemente si è assistito all’ennesima operazione commerciale promossa da soggetti esterni, incentivati e osannati, che hanno lasciato senza stipendi i dipendenti e arretrati di contributi e di monofase da pagare.
Politiche d’incentivazione che oltre a danneggiare gli operatori del settore che adempiono in toto ai loro impegni e subiscono una dannosa concorrenza sleale, lasciano allo Stato un consistente carico di oneri”.
“In riferimento agli ultimi avvenimenti italiani relativi all’infiltrazione della mafia nella grande distribuzione, si mette in guardia dall’eccessiva apertura all’esterno, senza adeguati filtri”.
“Stanno sempre più imperversando catene commerciali che basano la loro competitività sulla destrutturazione delle tutele salariali e sociali”.
“Lasciare spazio a insediamenti di queste forme distributive vuol dire mettere a rischio centinaia di posti di lavoro ben retribuiti e tutelati come usufruiscono gli occupati nel settore a San Marino, perché è ovvio che la concorrenza si farà sentire sulle attività esistenti, le quali saranno costrette a chiudere o seguire lo stesso
percorso”.
“Lo Stato pensa di rilanciare il settore concedendo residenze e incentivi, ma questo non è altro che il solito progetto di vendere gli immobili, che la speculazione devastante del passato ha generato. Il presupposto di partenza era sbagliato allora e lo è ancora oggi e dimostra che chi governa, pur alternandosi, non riesce a
sganciarsi da questa cultura”.
Tutto quanto sopra esposto è totalmente condivisibile da parte di USC e rivolgiamo il nostro pensiero a qualsiasi operatore della Repubblica indipendentemente dal settore a cui appartiene.
Da tempo sollecitiamo il cambiamento di atteggiamento rivolto al Sistema, da parte di chi ha l’obbligo di legiferare e da TUTTE le parti sociali, nessuno escluso. Cerchiamo di remare tutti dalla stesa parte senza distinzione di appartenenza e senza l’individualismo di convenienza che ha prodotto questi risultati.
I numeri devono essere seguiti da un ragionamento, e non sfruttati per divulgare solo slogan populistici pensando così di risolvere i NOSTRI problemi, perché, così facendo, i numeri possono cambiare, ma purtroppo i problemi resteranno.

USC

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