Usot: allarme rosso per l’abbandono di American Express

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New York, 19 gen. (askanews) - Anche American Express ha dovuto fare i conti con oneri una tantum dovuti alla riforma fiscale approvata in Usa prima di Natale. Come aveva anticipato a inizio mese, il gruppo delle carte di credito ha annunciato ieri di avere archiviato l'ultimo trimestre del 2017 in perdita, colpa di oneri pari a 2,6 miliardi di dollari legati alla legislazione. AmEx ha inoltre detto di volere sospendere il suo programma di buyback. I dividendi trimestrali invece sono salvi. L'ultima trimestrale firmata dal Ceo uscente Kenneth Chenault, che a fine mese passerà il testimone all'attuale vicepresidente del gruppo Steve Squeri, è stata chiusa con una perdita di 1,12 miliardi di dollari; per l'azienda è stato il primo periodo in rosso da un quarto di secolo. Escluso l'effetto negativo dovuto alla riforma fiscale, gli utili per azione sono stati di 1,58 dollari, 4 centesimi di più rispetto alle stime degli analisti. Nei tre mesi chiusi il 31 dicembre scorso, AmEx ha registrato vendite per 8,84 miliardi di dollari, in aumento del 10% sul periodo ottobre-dicembre del 2016 e oltre le attese del mercato per 8,71 miliardi. Nell'esercizio 2017, AmEx ha messo a segno profitti per 2,7 miliardi di dollari, in ribasso dai 5,4 miliardi del 2016; gli utili per azione sono calati a 2,97 dollari da 5,65 dollari. Al netto della riforma fiscale, i profitti per azione del 2017 sono stati di 5,87 dollari per titolo, in linea alle guidance fornite dall'azienda ad ottobre. I ricavi sono aumentati del 4% a 33,5 miliardi. Chenault ha spiegato che, pur avendo ridotto i coefficienti patrimoniali del gruppo, "la riforma fiscale sarà positiva sia per l'economia Usa sia per American Express. Dato lo slancio delle aziende e i benefici stimati dall'abbassamento dell'aliquota aziendale (al 21% dal 35%) ci aspettiamo di investire fino a 200 milioni di dollari in più nel 2018 rispetto a quanto pianificato per iniziative centrate sulla clientela". Per il 2018, AmEx prevede utili per azione tra i 6,9 e i 7,3 dollari contro le previsioni degli analisti per 7,04 dollari; ipotizzando un risultato a metà di quell'intervallo, l'incremento sui profitti per azione del 2017 sarebbe del 20%. La seduta di ieri al Nyse è finita per il titolo AmEx in calo dello 0,89% a 99,86 dollari. Nel dopo-mercato ha ceduto il 2,56%.

San Marino. “In 2 mesi la American Express lascerà a piedi tutti gli esercizi commerciali di San Marino, compresi alberghi e ristoranti”. È il grido di allarme lanciato dall’Usot (Unione operatori turistici). “Un grande danno per tutto il comparto turistico commerciale e di immagine per tutta la Repubblica – scrive in una nota il direttivo –  dal momento che si tratta di un circuito imponente di diffusione e fornisce ai suoi possessori un circuito di accumulo di punti spesa che ne sviluppa e aumenta i premi.”

Questo fatto, che dimostra una caduta di interesse per San Marino, per gli operatori turistici si tradurrà in un impatto negativo nel flusso dei turisti americani ed in generale su tutto il flusso turistico internazionale, dal momento che ne limiterà la capacità di spesa e la fidelizzazione. Per il direttivo Usot la reazione del Paese a queste situazioni è di poco peso soprattutto a livello di Banche Centrali, tra Italia e San Marino, che dovrebbero reagire in maniera energica e credibile.

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