Elio Pozzi: vivere una vecchiaia serena è un diritto e non una concessione!

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San Marino –  Il Congresso FUPS-CSdL cade in un periodo tra i più difficili per San Marino. I problemi da affrontare sono tanti e complessi, e tutti coinvolgono i pensionati: riforma pensioni, introduzione dell’IGC (IVA sammarinese), modifica IGR, accordo di Associazione con l’Unione Europea, tassa patrimoniale, sanatoria edilizia, spending review, il tutto nel pieno di una crisi bancaria che ha creato profonda incertezza nel paese, e che coinvolge anche l’utilizzo dei fondi pensione, che appartengono ai lavoratori e ai pensionati.

In questo contesto già di per sé complicato ed intenso, si inserisce l’operato della Magistratura, verso cui la FUPS esprime il proprio pieno sostegno, e dalla quale ci si attende un’operazione di chiarezza che possa fare finalmente luce sulle zone d’ombra esistenti, eliminando dubbi e sospetti su fatti recenti e meno recenti avvenuti nel paese. Il debito pubblico accumulato rischia di portare a scelte difficili da accettare e ad un lungo periodo di austerità.

Occorre tenere presente che il sistema bancario sammarinese, sviluppato oltre misura negli anni passati e dal quale dipendevano gran parte delle entrate fiscali dello Stato, ha subìto un forte ridimensionamento a causa del rientro in Italia dei capitali qui depositati per effetto degli Scudi Fiscali. A questo si sono aggiunti gli NPL, cioè i prestiti fatti dalle banche che non sono stati restituiti. Gli errori del passato non hanno ancora visto un’azione di responsabilità da parte delle istituzioni sammarinesi nei confronti dei dirigenti bancari che hanno provocato in gran parte il disseto finanziario attuale; anzi, molti dirigenti sono ancora al loro posto, magari in altre banche.

Il sostegno alle banche ha ridotto drasticamente le risorse economiche dello Stato sammarinese, costringendolo ad una revisione della spesa pubblica, che se viene attuata in modo lineare, finirebbe per mettere in crisi il sistema di stato sociale, che invece deve essere fondato su principi di universalità e solidarietà, e soprattutto da una imprescindibile equità; sarà determinante per la pace sociale il modo in cui si affronteranno i problemi dovuti al debito dello Stato, cioè se a pagare saranno solo i lavoratori a reddito fisso e i pensionati o l’intera società.

Portando avanti un programma di rigore e togliendo capacità di spesa, il rischio è quello di impoverire intere categorie di cittadini, ottenendo l’effetto di allungare la crisi.

PENSIONI

Per i pensionati, che in questi anni sono stati anche un ammortizzatore sociale sostenendo con il loro reddito le famiglie in difficoltà, si prospetta un periodo difficile in quanto il progetto di riforma pensionistica presentatoci prevede interventi pesanti sul reddito da pensione. In questo contesto le donne, che già in età lavorativa percepiscono retribuzioni più basse, e per effetto delle interruzioni del periodo lavorativo per maternità o part-time, ricevono trattamenti pensionistici inferiori rispetto agli uomini, con un rischio povertà ancora più reale.

Noi pensionati siamo coscienti che se il paese si trova in crisi – e non certo per nostra responsabilità – ha bisogno di chiedere sacrifici ai cittadini, ma non si può farlo solo colpendo coloro che hanno un reddito fisso e quindi trasparente, mentre ci sono altre categorie o gruppi di persone che si sono arricchite negli anni anche grazie ad una tassazione minima o addirittura all’elusione fiscale.

Di vitale importanza diventa la verifica del reddito familiare: Indicatore della Situazione Economica Equivalente (ISEE), che deve essere fatto superando il segreto bancario interno ed includendo nella valutazione tutti i redditi mobili ed immobili in territorio e fuori. In un paese di 34mila abitanti dovrebbe essere agevole incrociare i dati e fare le adeguate verifiche; per applicare la giusta tassazione basterebbe un semplice sistema informatico per collegare i registratori di Cassa o i programmi di contabilità all’ufficio Tributario. È più che evidente che la questione è solamente politica e non di altro genere.

Attualmente i pensionati versano un contributo di solidarietà a partire dal 2% per le pensioni superiori a 1.501 €, ed in progressione fino al 10,50% dell’imponibile netto, ed hanno una fascia di esenzione del 20% sulla retribuzione

Gli orientamenti di riforma pensionistica che abbiamo ricevuti dal Governo prevedono di partire con il contributo di solidarietà da 1001 €, con percentuali che potrebbero arrivare per le pensioni più alte fino al 40%. È prevista anche la riduzione della fascia di esenzione al 7%. Per questo se sacrifici vanno fatti, debbono coinvolgere tutta la popolazione sammarinese, attuando finalmente una vera equità fiscale fondata su un criterio di progressività.

I pensionati ed i lavoratori non ci stanno a sopportare tutto il peso del debito pubblico! Già con la riforma tributaria del 2014 hanno visto raddoppiare la loro tassazione, mentre per le altre categorie della società nulla o quasi è cambiato! Per cui prima di accettare qualunque modifica della nostra tassazione pretendiamo di vedere attuati strumenti di verifica efficaci per tutti i cittadini sammarinesi e gli operatori economici; in caso contrario non siamo disponibili a subìre nessun aumento!

Nell’ultimo incontro avuto con il Governo sulla riforma pensionistica, il 31 ottobre scorso, ci è stato comunicato che la realizzazione della riforma potrebbe avvenire da giugno 2019. Con questo slittamento di sei mesi il Governo ha tutto il tempo per introdurre norme e regole per accertare, se vuole, redditi e capitali di tutti i cittadini e le attività economiche del paese.

Nello stesso incontro ci è stata comunicata l’intenzione di ridurre il trasferimento dello Stato al Fondo pensioni a soli 20 milioni, dai circa 40 attuali, per 3 anni, e questo ricadrebbe quasi interamente sui fondi pensione dei lavoratori dipendenti, essendo gli altri fondi in perdita. Noi non siamo assolutamente d’accordo. In questo modo si andrebbero a indebolire le risorse nel nostro fondo pensionistico. Chiediamo inoltre che ogni tassa sulle pensioni vada a fare parte dei fondi pensionistici, e che non si disperda nei mille rivoli della fiscalità generale.

Da anni le banche si reggono grazie alle risorse pensionistiche: negli istituti di credito sono depositati circa 500 milioni di euro dei fondi pensione, risorse non esenti da rischi perché finora nessun Governo ha voluto garantire con una legge che salvi questi soldi da eventuali fallimenti delle banche in cui sono investiti. Queste risorse rappresentano un fattore di solidità per i prossimi anni; sono di proprietà dei pensionati e dei lavoratori, ed è solamente a questi soggetti che compete la gestione di questi fondi. La loro trasformazione in obbligazioni delle banche ci vede nettamente contrari!

Alcuni ipotizzano un conflitto intergenerazionale, ma questo è privo di fondamento! I giovani sono i nostri figli e nipoti e non una razza a parte! I sacrifici fatti durante la nostra vita servono a lasciare a loro un migliore benessere, per cui se ci saranno altre rinunce da fare i pensionati faranno la loro parte, ovviamente alle giuste condizioni!

IL RILANCIO DELL’ECONOMIA

Il motore fondamentale per la crescita rimane il settore manifatturiero, che assicura anche maggiore stabilità in termini di radicamento al territorio, perché presuppone investimenti significativi e una valorizzazione delle imprese. Dopo decenni di indifferenza e di inseguimento del miraggio della piazza finanziaria, che come dimostrano fatti recenti è ancora oggi l’idea di fondo di una parte della classe politica,  occorre progettare un piano industriale con al centro le attività che in questi anni hanno retto l’urto della crisi.

Ovvero quelle concentrate nei settori: meccanica di precisione, sanitario, elettrotecnica, microelettronica, tessile di alta qualità, fonti energetiche alternative, e in generale la green economy, settore molto sviluppato nella regione Emilia Romagna. Queste  possono essere la salvezza per San Marino e dare un futuro meno incerto al paese. è  dimostrato infatti che sono questi i settori industriali ancora in crescita.

IL LAVORO

La priorità del momento, è senz’altro il lavoro, la cui mancanza toglie dignità alle persone rendendole ricattabili e fragili; al contrario un lavoro dignitoso e tutelato da norme precise rende le persone libere e le fa sentire utili per la società. Importantissimo è ovviamente l’aspetto economico: i livelli di retribuzione si riflettono necessariamente sulla situazione delle pensioni: se calano fortemente gli occupati, e quindi il monte salari e stipendi complessivo, calano ovviamente anche i versamenti nei fondi pensione.

Circa un terzo degli occupati a San Marino è composto da lavoratori frontalieri. La loro azione e necessaria ed è una componente indispensabile per l’economia del paese. Bisogna nel contempo favorire al massimo l’assunzione di personale sammarinese e residente per limitare il più possibile la disoccupazione e rilanciare i consumi interni nel paese.

Un contributo determinante all’equità può venire dalla Smac card, uno strumento moderno in grado da un lato di consentire la documentazione delle deduzioni per i lavoratori e i pensionati, e dall’altro di verificare i ricavi degli operatori economici. Dovrebbe e potrebbe diventare la moneta elettronica di San Marino, evitando l’uso di denaro. Si può fare semplificando e snellendo le procedure di pagamento e di registrazione della carta, e questo oggi è possibile grazie all’evoluzione tecnologica.

Lo stato sociale

L’assistenza sanitaria e sociosanitaria va purtroppo rivista dalle fondamenta. Non si può pensare che una popolazione di 34mila persone possa avere una sanità di eccellenza in tutti i campi restando chiusa in se stessa; anche l’Emilia Romagna, che ha una popolazione di 4 milioni di abitanti, ricorre a volte a strutture fuori regione.

San Marino deve organizzarsi tenendo presente il contesto geografico, tra l’altro favorevole visto che si trova a cavallo di due regioni italiane in cui la sanità è di buon livello. Vorremmo sapere se esiste un progetto per la sanità e di cosa si tratta, mentre nel frattempo si assiste ad una diminuzione dei servizi in vari reparti, in precedenza di buona qualità, e ad un aumento dei farmaci a pagamento,

Sono dunque forti le preoccupazioni del sindacato sulla tenuta, nel medio e lungo periodo, dell’attuale equilibrio tra risorse e qualità dei servizi offerti ai cittadini. Siamo assolutamente contrari alla introduzione di eventuali tiket, perché il diritto alla salute attraverso la sanità pubblica deve essere garantito per tutti, in particolare ai cittadini in maggiori difficoltà economiche e sociali. Lo stato sociale, a carattere pubblico e universalistico, è uno degli elementi con cui si sostanziano la democrazia e le pari opportunità e si determina una parziale ridistribuzione del reddito, in un’ottica di solidarietà e di coesione sociale.

L’impressione che si ha è che la dirigenza stia navigando a vista affrontando le emergenze che si presentano di volta in volta ma senza sapere quale sarà la meta finale. Ci chiediamo se esista un progetto sulla sanità, e speriamo che ci sia! In tal caso credo che vada divulgato e reso noto alla popolazione intera! Non possiamo accettare che quello che era un vanto dei sammarinesi venga smantellato a loro insaputa! Una efficiente rete di sevizi sanitari, sociosanitari e di protezione sociale possono sopperire, in parte, alla eventuale diminuzione della capacità di spesa dei cittadini; diminuire entrambe sarebbe devastante!

Le politiche e i servizi per gli anziani

La rivendicazione di fondo dei pensionati è la piena attuazione della “Carta dei diritti delle persone anziane” (L. 7 gennaio 2008 n. 1), una legge di civiltà fortemente voluta dalle Federazioni Pensionati, le cui potenzialità e contenuti devono essere ancora pienamente sviluppati. Questa legge prevede interventi mirati e permanenti, attraverso progetti pluriennali di medio e lungo periodo, da cui devono scaturire politiche di inclusione sociale rivolte agli anziani, che sono una risorsa imprescindibile della società.

Questa legge discende dalle risoluzioni dell’ONU sull’invecchiamento e sulle persone anziane. Nei suoi articoli prevede le azioni per il mantenimento delle persone anziane nel contesto sociale, la promozione di attività di socializzazione, l’edilizia abitativa per le persone con difficoltà di movimento, i diritti delle persone anziane ospiti in strutture residenziali, l’eliminazione delle barriere architettoniche, e altri interventi a favore dei pensionati e delle persone in difficoltà.

In prospettiva ci si attende un continuo invecchiamento della popolazione; questo fattore si aggiunge alle altre problematiche esistenti. San Marino è uno dei paesi al mondo con la popolazione più anziana, infatti siano secondi al mondo solo dopo il Giappone. Questo avrà ulteriori ripercussioni anche sui conti pubblici, visto che aumenteranno i pensionati e saranno necessari ulteriori versamenti nei fondi pensione.

Tra le richieste specifiche, rivendichiamo il potenziamento di una rete di assistenza alle persone anziane. Al contempo è indispensabile istituire un fondo specifico per il finanziamento dei servizi socio-sanitari e assistenziali per gli anziani, in particolare per i non autosufficienti. Servizi che vanno necessariamente potenziati, avendo come riferimento la positiva esperienza del Servizio Domiciliare Territoriale, e la gestione del centro Diurno e del Centro ricreativo anziani di Serravalle, autogestito dagli anziani con la partecipazione sempre del STD.

Esperienze, queste, che vanno estese anche alle altre zone del territorio. Da sottolineare l’altrettanto positiva esperienza, portata avanti unitariamente dalle due Federazioni pensionati della CSU, dell’Associazione Polisportiva Vita Sana, gestita da volontari per l’attività della ginnastica dolce che coinvolge alcune centinaia di persone nel territorio sammarinese, favorendo la mobilità e l’attività fisica delle persone anziane, importante per il benessere fisico e la socializzazione.

LE BADANTI

Sono oltre 500 le badanti che a San Marino fanno assistenza agli anziani non autosufficienti. Il regolamento “Interventi a favore degli anziani e persone con disabilità non autosufficienti residenti in territorio che si avvalgono dell’assistenza privata”, ovvero le badanti, risale al 2004-2005, ed è valido solo per assistenti straniere. Nonostante le continue richieste da parte dei sindacati, non è mai stato aggiornato, salvo qualche piccola modifica.

Sul nostro territorio ci sono al momento lavoratrici e lavoratori sammarinesi o residenti disponibili e in grado di svolgere funzioni assistenziali, compresa l’assistenza agli anziani, ma questo non è possibile perché il regolamento non lo prevede; cosa ancora più importante, il regolamento dovrebbe permettere ad un parente della persona non autosufficiente di assisterla. Va risolto ovviamente anche l’aspetto contributivo ai fini pensionistici.

La revisione del regolamento è diventata urgentissima. Credo che sia giunto il momento di istituire finalmente lo sportello unico; lo stiamo chiedendo dal 2005! Uno sportello dove recarsi una volta soltanto per fare la richiesta di assunzione della badante e poi tornare a ritirare i documenti quando gli uffici preposti hanno espletato tutte le operazioni necessarie. Questo è un paese malato di burocrazia; dobbiamo andare in un ufficio dello Stato per chiedere il rilascio di un documento e portarlo personalmente in un altro ufficio pubblico. Mi domando: ma gli uffici non possono dialogare e connettersi tra loro?

Nel mese di ottobre c’è stato un incontro con il governo nel quale si è parlato del problema delle badanti presso l’ospedale. La proposta di favorire la creazione di agenzie o cooperative di servizi alle quali rivolgersi in caso di bisogno sembra buona;  aspettiamo di vederla realizzata al più presto.

CASA DI RIPOSO LA FIORINA

La casa di riposo di Fiorina, operativa dal 2010, ha una storia lunga 15 anni. La costruzione della struttura di Fiorina era prevista al punto 8 del “Protocollo di Intesa” sottoscritto tra Governo e Federazioni Pensionati della CSU il 14 gennaio 1998; si trattava di una rivendicazione presente nella piattaforma sindacale generale dei pensionati. Da subito è stata affermata molto chiaramente la posizione unitaria delle due Federazioni, per una gestione pubblica dei servizi sociali alle persone, ma la gestione è stata data ad una società privata mentre esisteva una struttura pubblica adiacente all’Ospedale di Stato di Cailungo.

Dal dicembre 2017 le due strutture sono state unificate nella sede di Fiorina, e la gestione è diventata pubblica, come chiesto dai sindacati. Il passaggio non è stato semplice e nell’unificazione sono emerse diverse criticità che ci sono state segnalate dai familiari degli ospiti; criticità che si sta cercando di appianare anche grazie ad un Comitato di Confronto e Verifica chiesto dalle Federazioni Pensionati CSU in applicazione della legge 7 gennaio 2008 n° 1, che si sta formando in questi giorni (il prossimo incontro è previsto il giorno 13 prossimo).

Il tutto dovrà avvenire nella massima trasparenza, vedendo riconosciuto un ruolo peculiare alle Federazioni dei Pensionati nella partecipazione alla verifica della qualità dei servizi agli anziani, anche con la presenza di alcuni ospiti e dei rappresentanti dei loro familiari.

L’azione unitaria presente ed in prospettiva

La nascita della Centrale Sindacale Unitaria porta la data del 1976. Sono passati 42 anni dalla sua fondazione. La CSU, pur nella diversità di CSdL e CDLS, nel tempo ha dato dimostrazione di coesione e unità sui temi di interesse generale del mondo del lavoro e del paese.

Fatti recenti ci hanno dimostrato che la CSU può essere considerato un baluardo forte per il mantenimento della democrazia nel paese, nonostante il fatto che molte forze abbiano lavorato e stiano lavorando per dividere questa grande forza democratica; noi crediamo invece che dobbiamo consolidare e mantenere questa nostra forte prerogativa, creando le premesse per una sempre maggiore rappresentanza del mondo del lavoro nel nostro paese.

In conclusione, vorrei fare un accenno con orgoglio alla nostra categoria e ai pensionati FUPS-CSdL; nel giro di dieci anni, cioè dal 31 dicembre 2004 ad oggi, siamo passati da 1.385 iscritti a 3.200, con un incremento del 231%, e questo al netto di coloro che abbiamo dovuto cancellare per cause di forza maggiore. Questo notevole incremento è anche dovuto ai sevizi di patronato che la Federazione pensionati offre ai propri iscritti e ai cittadini, come la richiesta del Certificazione Unica e la compilazione del modello RED-EST per i pensionati INPS, la compilazione della denuncia dei redditi da parte della CSU Servizi, e anche le numerose convenzioni specifiche per i pensionati inserite nella Carta dei Sevizi CSdL.

I pensionati residenti San Marino sono circa 7.800. Se fossimo una categoria unita e se parlassimo con una voce unica, potremmo condizionare la politica del paese in maniera determinante; dobbiamo impegnarci per portare avanti azioni ed obiettivi comuni. Un esempio per tutti: siamo ancora in attesa della piena attuazione della “Carta dei Diritti delle Persone Anziane” (legge 7 gennaio 2008 n°1), una legge importante, come già detto, le cui potenzialità e contenuti devono essere pienamente sviluppati. Questo è un invito a tutti i pensionati alla partecipazione attiva alla vita sociale del paese.

Andare in pensione non significa ritirarsi nel privato, chiamarsi fuori ed uscire dalla vita politica; il nostro contributo può essere molto importante per l’attuazione delle politiche sociali che riguardano la nostra categoria, ma non solo. Come ci curiamo dei nostri figli e dei nostri nipoti, così possiamo e dobbiamo curarci delle politiche che ci riguardano e che riguarderanno in futuro le nuove generazioni. Dobbiamo fare nostra la lungimiranza di chi ci ha preceduti negli anni passati.

Abbiamo contribuito in passato allo sviluppo del paese con il lavoro; ora possiamo e dobbiamo contribuire con il nostro impegno politico a migliorare la società in cui viviamo per noi e per i giovani. Dobbiamo assolvere l’impegno di lasciare loro un mondo migliore di come ci è stato prestato dai nostri genitori.

Sarà possibile raggiungere ogni traguardo grazie ad una forte unità d’azione sindacale. L’unità del sindacato è quel valore aggiunto che ha consentito e che potrà consentire di trasformare i progetti e gli intenti in risultati concreti.

Vivere una vecchiaia serena è un diritto e non una concessione. Pertanto i pensionati rivendicano una assistenza di qualità ed universalistica, per offrire – in particolare ai lungodegenti e ai non autosufficienti – una rete efficiente di protezione sanitaria e sociosanitaria.

Penso che i risultati che riusciremo ad ottenere saranno il frutto del nostro impegno e della capacità di fare valere le nostre idee in base alla nostra partecipazione. La democrazia prevede la delega, ma soprattutto si sostanzia nella  partecipazione!

Grazie per la vostra attenzione. Buon Congresso a tutti!

Elio Pozzi

 

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