Più facile, da oggi, fare industria a San Marino

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San Marino. La SCIA (Segnalazione Certificata di Inizio Attività) è da oggi una realtà nella Repubblica di San Marino, dopo l’emanazione del regolamento che fissa le norme e indica i passi di questo strumento innovativo per diversi tipi di impresa, artigianale, commerciale o industriale. In pratica la SCIA consente al professionista incaricato dall’imprenditore, sia esso legale o commercialista, di certificare il possesso dei requisiti previsti per legge e di ottenere l’immediato rilascio della autorizzazione ad operare, rimandando ad un secondo momento i controlli da parte dei competenti uffici della Pubblica Amministrazione.

“Una sorta di rivoluzione culturale – spiega il Segretario di Stato all’Industria, Andrea Zafferani – che apre una nuova fase anche nei rapporti fra imprese e amministrazione dello Stato”. Il nuovo strumento non solo estenderà la pratica dell’autocertificazione e consentirà di accelerare notevolmente i tempi delle pratiche burocratiche, ma introdurrà anche una diversa relazione, prevedendo la possibilità che, nel caso di eventuali difformità, gli uffici pubblici possano aiutare l’imprenditore suggerendo i necessari correttivi da adottare, evitando drastici provvedimenti. 

Nella prima fase di adozione, la SCIA sarà foriera di semplificazioni e velocizzazioni soprattutto in due settori, quelli che riguardano le pratiche edilizie e urbanistiche. Sarà infatti possibile ricorrere alla Segnalazione Certificata di Inizio Attività per le concessioni o le autorizzazioni edilizie, le insegne e segnaletiche, l’installazione della pubblicità, o ancora i procedimenti relativi alle emissioni e gli scarichi, disciplinati dal Codice Ambientale.

“In prospettiva – afferma il Segretario Zafferani – il regolamento verrà adeguatamente ampliato, estendendolo ad altri settori di applicazione. Nelle prossime settimane – annuncia – adotteremo un altro strumento di semplificazione in materia societaria e nel rilascio delle licenze, arrivando ad eliminare procedure, oggi previste per legge, che riteniamo superate e non più necessarie”.

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