Bocciati i primi cento giorni del governo

0
27

Sono passati appena tre mesi dall’insediamento del nuovo governo. Cento giorni. Ma tutti concordi nel dire che non funziona, che ha deluso e che, anzi, fa preoccupare i cittadini. Sviluppo, lavoro, sistema finanziario, questo il titolo scelto per la serata pubblica delle opposizioni. Ovvero, temi centrali per il paese, per i quali si attendeva un cambio di passo. Che non c’è stato. Una platea gremitissima affolla la sala Montelupo di Domagnano. Gente in piedi fin sulle scale, tra le prime file tutti i vertici di Asset Banca.

“Questa non è una sfida al governo” esordisce il segretario DC Giancarlo Venturini, che insieme a PS e PSD ha invitato al tavolo dei relatori anche le altre opposizioni, le categorie economiche e i sindacati proprio per elencare tutte le cose che non vanno. E al Segretario Celli manda a dire: “Questa è la dimostrazione della preoccupazione per la mancanza di iniziative da parte della maggioranza”.

Continua: “Sui conti pubblici hanno detto solo che non ci sono i soldi. Quali sono le risposte: finanziamento estero, patrimoniale, riforma delle pensioni?”

Gli fa eco Giancarlo Capicchioni, PSD: “Sono appena cento giorni e sono riusciti solo a mettere d’accordo tutti contro il governo. Forse hanno in mente qualcosa. Si ha la netta impressione che ci siano manovre ben precise. Che noi non sappiamo.”

Alessandro Mancini, PS: “Non si capisce come vogliano governare il paese. Assistiamo solo a un forte scontro istituzionale e a una fervente attività sulle delibere clientelari. Non è questo il cambiamento per il quale hanno ricevuto la fiducia.”

William Vagnini, Anis, fa un’analisi del comparto economico, ancora pesantemente condizionato dalla crisi, anche se le aziende hanno ricominciato ad assumere. Critica la legge sullo sviluppo, che non è nata al tavolo della concertazione, ma nel chiuso del Palazzo.

Sulla stessa linea Giuliano Tamagnini, Csdl, che aggiunge una chiosa sulle banche: “Così come sono ridotte oggi, non servono a nulla!”.

Mirko Dolcini, Osla punta il dito sul comparto turistico, che è nevralgico per far ripartire l’economia mentre non riscuote le attenzioni dei governi; mentre Andreina Bartolini, USC, sottolinea la necessità di non privilegiare sempre e solo chi viene da fuori.  Pio Ugolini, Unas, illustra l’effetto dirompente che avrà sulle imprese artigianali la legge sullo sviluppo qualora venga applicata così com’è.  Francesco Biordi, USL, dice che non si fa attrattività con il differenziale fiscale, ma con i servizi, la certezza del diritto e la sana burocrazia. Riccardo Stefanelli, CDLS, riporta il discorso sulle banche, dove sta andando avanti una vera e propria guerra civile.

In chiusura degli interventi, tornano i politici. A cominciare da Roberto Ciavatta, Rete, che rilancia la sfida al governo: “La politica è diventata una tifoseria, se non fai parte della maggioranza, sei un nemico.” La stessa cosa, continua, succede per le banche: se non sono allineate, vengono eliminate. “Sono andati al governo con il 30 per cento dei consensi – insiste – avevano il dovere di coinvolgere le opposizioni.”

Augusto Gasperoni, MDSI, tocca l’argomento NPL e sottolinea che i cittadini hanno diritto di sapere, non possono essere gestiti nell’oscurità.

Intervengono poi Andrea Belluzzi, PSD; Maria Luisa Berti, NS; e Marcello Forcellini, PS, che fa un’interessantissima riflessione sui danni economici provocati da Banca Centrale con il suo modo di agire. Chiude Luca Beccari DC, con una frase lapidaria: “Chi vince le elezioni, non vince uno stage formativo. O sa governare, o va a casa!”

 

LASCIA UN COMMENTO

Please enter your comment!
Please enter your name here