Un Prg per San Marino 2030

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San Marino. Una platea affollatissima fa da cornice alla prima presentazione pubblica del nuovo PRG, mercoledì 10 maggio, al Kursaal. Sul palco, con il Segretario al Territorio Augusto Michelotti, l’architetto Stefano Boeri con i suoi collaboratori. Tra il pubblico: professionisti, rappresentanti delle categorie economiche, politici, gente comune.

“Una carta d’identità del futuro – esordisce Boeri – deve fare tre cose: raccontare quale futuro ci si aspetta, spiegare come ci si arriva, fissare le regole”.

Sceglie quindi un approccio interdisciplinare, che parte da una preziosa cornice culturale per approdare agli elementi fondanti di una visione territoriale molto ambiziosa: trasformare San Marino nel “giardino d’Europa”. L’analisi delle criticità evidenzia problemi che sono ormai ben noti a tutti: una urbanizzazione molto frammentata, con oltre 30 per cento di abitazioni sfitte; aree produttive altrettanto parcellizzate e sparse un po’ in tutti i Castelli; una rete viaria che spesso disgiunge invece di unire; un patrimonio agricolo e boschivo disseminato un po’ ovunque, tanto che se ne perde quasi la percezione. Poi ci sono gli aspetti idrogeologici, con aree calanchive che occupano il 10 per cento del territorio e abitazioni che, in alcuni casi, vi insistono sopra. E infine, un rischio sismico che pone San Marino nella “zona 2”.

Poi, il problema dell’accessibilità, altro tema enorme, per via dei grandi flussi che si muovono sulla Repubblica e per la mobilità interna, altrettanto importante. Ci sono 1152 veicoli per ogni 1000 abitante (qui non si sa se siano state considerate le immatricolazione dei sammarinesi fuori territorio); il 35 per cento delle strade non hanno marciapiedi; gli incidenti stradali accadono mediamente una volta al giorno, 400 all’anno, con 3290 ore di prognosi e due decessi. L’altro grosso problema è l’accesso al centro storico e relativa sosta, elementi la cui gestione non segue una logica strutturale.

Boeri propone già tutta una serie di soluzioni, sia per sanare le criticità, sia per migliorare valori fondamentali come la sicurezza, la tutela del paesaggio e degli ecosistemi. Punta su cento chilometri di piste ciclopedonali, sull’agricoltura bio, sulla collaborazione con l’Università come motore di innovazione, sull’autonomia energetica, una superstrada come un elegante boulevard, il ripristino del collegamento ferroviario, il potenziamento della funivia.

“Stiamo lavorando anche sulle regole – anticipa Boeri – per fissare procedure e protocolli”. Mentre la politica, dal canto, sta cercando sinergie con i privati (anche stranieri) per gli investimenti infrastrutturali. Un solo peccato: in questo costruendo giardino, le prime cose ad essere piantate saranno 34 antenne!

 

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