Maggioranza – opposizione: duello in conferenza stampa

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San Marino. Il duello tra i due schieramenti politici, dopo essere saltato in aula, continua a distanza, in due diverse conferenze stampa, con accuse reciproche che non risparmiano colpi.

La maggioranza: “Grave l’assenza, pretestuoso il motivo e sconcertante che a uscire dall’aula siano stati proprio i primi responsabili del dissesto finanziario del sistema”. Luca Boschi di Civico 10 respinge le accuse di autoritarismo dopo “mesi di confronto in cui non abbiamo che parlato della necessità di interventi importanti da parte dello stato” ribadendo ancora che ogni accesso al debito sarà fatto solo a salvaguardia dei risparmiatori, con particolare riferimento a Carisp. Precisa: “La situazione dell’istituto è problematica e non c’è alternativa alla ricapitalizzazione”. Guarda ancora alle opposizioni: “più volte abbiamo sollecitato soluzioni alternative, ma hanno mosso solo critiche strumentali”.

“Non è abbandonando l’aula che si rappresentano gli elettori, la maggioranza da sola sta garantendo il numero legale”. È Roberto Giorgetti, capogruppo Repubblica Futura che dà un giudizio sul modo di fare opposizione. Quindi entra nel merito dei contenuti: “Basta nascondere la polvere sotto i tappeti. Noi ci assumiamo la responsabilità del fare; loro cercano il consenso su sparate populiste rivendicando un percorso fatto di confronto e trasparenza”. Sul tetto dei 200 milioni di titoli di debito pone la domanda alla controparte: “Non sapevano che era una cifra importante?” Sottolinea quindi che ogni intervento per capire quanto debito accendere, per accertarne affidabilità e provenienza diversificata “sarà condiviso”.

Guarda oltre Giuseppe Morganti, capogruppo SSD, a come il Paese dovrà convivere con il debito: “razionalizzando la spesa, rendendo più equa la contribuzione fiscale; vincendo la sfida dello sviluppo per far crescere le entrate”. Morganti in 35 milioni di euro il valore di una futura manovra di bilancio. L’invito è poi a leggere il debito in Cassa come un investimento.

Di tutt’altro tono la conferenza stampa di DC e PS. “E’ ufficialmente aperta l’era del debito pubblico – dicono in coro – che avrà affetti per almeno due generazioni”. Alessandro Mancini, capogruppo PS, definendo l’emendamento all’articolo 21 aggiunge che è “la goccia che ha fatto traboccare il vaso”.

“Decisione autoritaria di un governo che è venuto meno ad ogni regola di confronto democratico e cancellato la dialettica politica” precisa Giancarlo Venturini, segretario DC. Ripercorre gli ultimi provvedimenti sul sistema bancario e su Carisp, che hanno portato, aggiunge Pasquale Valentini: “ad una situazione dalla portata storica senza che il Consiglio potesse fare nulla, senza che noi potessimo esercitare il nostro ruolo, sorpassando tutti gli organi di controllo.”

“Chi c’è dietro? Chi è la mente?”  chiede, con Marco Gatti che aggiunge: “E’ un progetto occulto di cui però i 30 consiglieri di maggioranza sono complici”. Stefano Canti solleva un’altra preoccupazione: “Chi comprerà il debito? Il pubblico o privati?”. Titoli di debito fino a 200 milioni sono il segno “che il governo ha già un quadro certo della situazione di Cassa e del sistema. A noi, nessun dato è stato fornito”.

Torna sul metodo il capogruppo DC Alessandro Cardelli che insieme a Massimo Andrea Ugolini dice: “Eravamo pronti a dare un contributo in aula con ben 50 emendamenti all’assestamento, ma il confronto non c’è più”. “Mancanza di democrazia dal governo, che ha condotto una azione sporca” attacca Teodoro Lonfernini, mentre Giovanna Cecchetti ammette “Ci sentiamo inermi” ricordando però le mosse attuate per fermare i provvedimenti, dalla manifestazione sul Pianello, all’ostruzionismo.

“Nessuna concertazione – per Oscar Mina, che rileva – l’atteggiamento di onnipotenza del segretario Celli, appiattito sullo strapotere di Banca Centrale”.

 

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