Dalla bad bank alle bad girls

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San Marino. Al di là dello sdegno, rabbia, indignazione che hanno saputo muovere con consumata indifferenza Francesco Confuorti e Lorenzo Savorelli, forse merita fare anche qualche considerazione su tutta la vicenda che si è svolta nel contesto del Meeting.

Innanzi tutto la protesta pacifica delle donne di Rete. Ci vuole coraggio, inventiva e – perché no? – una buona dose di faccia tosta per andare nel tempio di CL e orchestrare una protesta. Tutta passata in subordine per la maleducazione di Confuorti e Savorelli. Almeno dal punto di vista giornalistico, dove sempre accade che una notizia più grossa va ad affossare una notizia giudicata più piccola.

Invece, a nostro modesto parere, quanto accaduto dà ancora maggior valore all’iniziativa di Rete, l’unica forza politica che ha avuto l’intuito di portare fuori dal Palazzo tutte le obiezioni e le accuse mosse da mesi nei confronti di Banca Centrale e dei personaggi più o meno occulti che ne muovono le scelte.

La bad bank, il debito enorme che è venuto ad accumularsi in così poco tempo, la chiusura di una banchetta e il fallimento di una banca istituzionale, che però deve diventare la “banca guida”, le forzature fatte a suon di leggi e di decreti, il fiume di soldi che se ne va fuori confine: ci volevano le “bad girls” per sintetizzare tutto in tre cartelli: “GIU’ LE MANI DA SAN MARINO – AVVOLTOI DELLA FINANZA – GRAIS E CONFUORTI”.

È lo stesso pensiero di tanti cittadini, oltre modo preoccupati per tutto quello che accade con una sequenza che lascia frastornati e che spesso non viene capita. Ma tutti capiscono le affermazioni del Segretario alle Finanze quando, di fronte allo sfacelo, afferma: tranquilli, garantisce lo Stato!

Il che dovrebbe acquietare gli animi, rassicurare i risparmiatori e gli eventuali investitori. Invece provoca reazioni contrarie da parte della gente, che molto semplicemente commenta: “Io non sono d’accordo”.

Già, perché lo Stato non è il governo, o l’Ecc.ma Camera, ma sono i cittadini, la gente comune, che spesso non ha voce in capitolo, che non vota in Consiglio, che non viene ascoltata ma che sa perfettamente di contribuire al bilancio, quindi alle casse dello Stato, con le imposte dirette e indirette, che sono aumentate in maniera esponenziale rispetto al passato, mentre i servizi sono diminuiti e gli investimenti in infrastrutture pubbliche, praticamente inesistenti.

Tutta gente che non ha nessuna voglia di finanziare per i prossimi vent’anni le operazioni spregiudicate fatte da Grais, Confuorti e Savorelli.

Questo conta. E non una conferenza al Meeting, dove peraltro non c’era nessuno, salvo il pubblico dei sammarinesi interessati ad ascoltare maggiori delucidazioni sul futuro dell’economia. Che però non sono venute, perché i due relatori di spicco hanno parlato di altri argomenti, per altro in inglese. Forse rivolgendosi a ben altro pubblico, che non quello che era lì, in rappresentanza di un piccolo Stato.

T. D. Ruggero

 

 

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