Forcellini su Carisp: “Nel Cda manca un membro delle forze di opposizione”

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San Marino. Nell’intervista di Andrea Lattanzi (La Serenissima), Davide Forcellini, esponente di Rete, racconta la sua prima esperienza da membro del Consiglio Grande e Generale; commenta il licenziamento del direttore generale di Banca Centrale, Lorenzo Savorelli, e la prossima Assemblea dei Soci della Cassa di Risparmio; oltre a svelare il suo punto di vista sull’Ateneo sammarinese e la pubblica istruzione in generale.

Quando ha iniziato ad interessarsi alla politica? Qual è stato il motivo che l’ha convinta a impegnarsi per il bene comune?

“Innanzitutto grazie per avermi contattato per questa intervista. Per me è una novità, essendo in effetti la prima intervista nel mio ruolo di consigliere. Un anno fa ho deciso di provare a dare il mio contributo attivo per questo mio Paese e, a distanza di otto mesi dal mio giuramento, devo dire che le battaglie che come movimento Rete abbiamo sostenuto fuori e dentro il Consiglio mi hanno confermato l’importanza di questo ruolo. In generale, lo spirito che motiva le mie scelte, ruota attorno a tre concetti chiave: il coraggio, la determinazione e l’entusiasmo. È con questi che inizio ogni giorno della mia vita e cerco di portare questo mio atteggiamento nelle relazioni interpersonali, nel mio lavoro e ora anche nella politica. Secondo me, c’è bisogno di tanta aria nuova: io spero semplicemente di portare un po’ del mio personale uragano”

Cosa differenzia Alleanza popolare, suo ex partito, da Rete, suo attuale movimento?

“Ho cominciato a interessarmi della politica ormai da una decina d’anni, grazie o a causa del mio spirito critico di fronte alle cose che trovo ingiuste. Ho fatto parte del giovanile di Alleanza popolare fino a quando ho percepito che quel partito rappresentava il mio stesso spirito critico e volontà di cambiamento. Quando come giovanile ci siamo interfacciati con il nascente movimento Rete, ho capito da subito il significato vero e autentico della parola cambiamento, e mi sono trovato subito in sintonia con loro. Ho anche capito quello che più mi dà fastidio della politica sammarinese. E cioè il modo ipocrita con cui si parla della parola ‘cambiamento’. Facendo mia una massima di Albert Einstein, non si può dire di cambiare le cose continuando a fare quello che si è sempre fatto. Io credo che i partiti tradizionali abbiano perso la spinta propositiva e innovativa che invece trovo tutti i giorni lavorando insieme con il gruppo di Rete. I partiti tradizionali non riescono a farsi portavoce delle istanze della popolazione, sono arroccati nelle loro stanze dei bottoni e si ricordano della cittadinanza solo al momento delle elezioni. Rete, invece, è tra la gente, sempre pronta a un dialogo aperto e propositivo con la cittadinanza, e cerca di farsi artefice di quel cambiamento che la gente pulita e onesta vuole per questo Paese”.

Lorenzo Savorelli, direttore generale di Banca Centrale, è stato prima sfiduciato dal governo e poi licenziato dal consiglio direttivo Bcsm in seguito al suo dito medio mostrato alla stampa al Meeting di Rimini. Pensa che la protesta del suo movimento abbia influito sulla decisione?

La sua domanda mi consente di fare un esempio di quanto io intenda per difficoltà a portare i cambiamenti necessari al Paese. Istituzionalmente tutte le azioni intraprese da Democrazia in movimento e Rete, in questi otto mesi di Consiglio, come i tanti ordini del giorno, la raccolta firme contro il debito estero, la manifestazione sul Pianello (con circa un migliaio di manifestanti), l’abbandono dell’Aula da parte della nostra coalizione, non hanno avuto nessun tipo di risposta politica da parte del governo che continua a difendere il sistema. L’ultima azione messa in campo dal nostro movimento, in particolare dalle nostre grandiose donne, e mi riferisco alla rivolta al Meeting, ha portato a raggiungere il nostro obiettivo, cioè un’azione forte nei confronti dei vertici di Banca Centrale. Ecco quindi, un buon esempio di come i partiti tradizionali non riescano realmente cambiare il sistema. Non è paradossale che sia valso più un gesto di estrema maleducazione avvenuto al Meeting di Rimini, piuttosto che le nostre critiche sulla professionalità del tecnico in questione? In questo Paese purtroppo succede qualcosa solo quando l’apparenza diventa imbarazzante e improponibile, della sostanza poco importa… Del resto, la vecchia politica non può fare saltare i gangli di potere, altrimenti il sistema cambia veramente. E questo non vuole farlo”.

A metà settembre dovrebbe essere nominato il nuovo presidente del CdA di Cassa di Risparmio.

L’opposizione avrà voce in capitolo in questa scelta?

“La vicenda di Romito è molto interessante perché si riallaccia al discorso che facevo prima e cioè il fatto che l’istituzione del Consiglio Grande e Generale è stata svuotata del suo potere legislativo. Infatti a maggio scorso è stato votato in Consiglio un ordine del giorno per sostituire il dott. Romito. Tale deliberazione è stata del tutto disattesa, in barba a quanto deliberato dal Consiglio Grande e Generale. Per quanto riguarda il successore di Romito, le forze di opposizione stanno ancora aspettando la nomina di un loro membro all’interno del CdA di Carisp ma, al momento attuale, non abbiamo nessuna voce in capitolo che possa se non altro controllare che i requisiti definiti dallo Statuto siano questa volta rispettati”.

Lei, oltre a essere un rinomato ricercatore, è anche un docente universitario. Che anno accademico sarà per l’Ateneo e i suoi studenti?

“Fare ricerca è la mia vita; per me trasferire le conoscenze alle nuove generazioni è una questione morale, prima che il mio mestiere e la cosa più incredibile che io conosca. L’Università è un settore in cui i Paesi dovrebbero puntare, un investimento a medio e lungo termine, ma di certo capace di muovere le economie dei Paesi più sviluppati. Ma occorre crederci, puntare per davvero, non solo dirlo… Riportando le parole del professore Renè Simard, una rinomata autorità nel campo della ricerca sul cancro, ex Rettore dell’Università di Montreal, Canada, ‘l’Università dovrebbe essere un istituto autonomo che agisca nel centro nevralgico della società; un luogo consacrato alla verità, dove l’uomo possa esplorare l’importanza dello sviluppo della società; un posto in cui si verifichino le scelte fatte dalla comunità e i sistemi di valori della società’. Tornando a noi, io credo che la nostra Università abbia tutte le carte in regola per poter diventare un punto di riferimento internazionale in specifiche nicchie di ricerca. Io credo che la specializzazione possa effettivamente essere la chiave di volta per fare crescere la nostra Università e quindi per fare brillare il nostro Paese a livello internazionale”.

Quali migliorie andrebbero apportate alla pubblica istruzione in generale?

“All’interno del movimento Rete, abbiamo attivo un tavolo di lavoro sulla scuola che ha già portato ad un incontro pubblico, che ha suscitato un enorme interesse, con il professore Paolo Mottana e Stefano Laffi. Io personalmente credo che la pubblica istruzione sia un settore fondamentale nella vita di un Paese. Purtroppo i governi l’hanno sempre relegata al ruolo di Cenerentola. Basti vedere che l’esempio dell’istanza d’Arengo che chiedeva la soppressione del sabato dai calendari didattici delle scuole medie e superiori. Nonostante l’istanza abbia destano un interesse enorme nella collettività, essa è stata liquidata dal governo con un semplice ‘vi faremo sapere…’. Il sistema scolastico, come ho avuto modo di dire in Consiglio, è invece in continuo movimento e dobbiamo cercare di intercettare le esigenze degli studenti per creare il cittadino di domani. Purtroppo, ancora una volta, c’è da dire che la formazione e l’educazione di spiriti critici che sappiano coscientemente interpretare la realtà ed aprire la propria mente al mondo, non piace ai governi conservatori. Io credo invece che per cambiare veramente le cose, bisogna puntare proprio sulla formazione delle nuove generazioni perché i nostri studenti siano prima di tutto cittadini del mondo

(Andrea Lattanzi – La Serenissima)

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