Bronzetti sulla Sanità: “Portare qui i migliori professionisti”

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San Marino. (Andrea Lattanzi – La Serenissima) “La sanità rappresenta una delle maggiori voci di spesa del bilancio ma, a nostro avviso, dovrebbe e potrebbe diventare una delle voci di entrate del bilancio”. Questo è il pensiero di Denise Bronzetti sulla sanità sammarinese, un settore che a detta sua starebbe “addirittura peggiorando” dal giorno in cui è avvenuto l’insediamento del nuovo governo. Il consigliere del Partito socialista commenta l’attuale situazione politica sammarinese ed esprime giudizi sulla legge di bilancio e sui rapporti internazionali del Titano.

Denise, secondo lei, come si sono comportati finora il governo e il Partito socialista?

“Sull’operato del governo, credo che siano i fatti a parlare. Dodici mesi ormai in cui le poche cose portate a termine o vicine al raggiungimento sono quelle che il precedente governo aveva impostato mentre su tutto il resto le valutazioni sono estremamente negative, soprattutto sul fronte economico finanziario e sulla sanità. Niente investimenti e debito pubblico crescente, annunci roboanti sulla difficoltà dei conti pubblici poi smentiti il minuto dopo, autoreferenzialità̀, scelte scellerate nel settore bancario e finanziario e nella sua governance. Inutile ricordare la serie di nomine e di conseguenti dimissioni dei vertici di Banca Centrale e di Cassa di Risparmio su cui pesano grandi ombre di ingerenze, anche estranee alla politica, oltre a una mancanza di rispetto, nel legiferare, delle norme vigenti in materia. Nessuno come questo governo ha vissuto in così poco tempo tante manifestazioni pubbliche di protesta che hanno riunito nella stessa piazza cittadini, professionisti, categorie economiche e sindacati. Quasi un unicum nella storia sammarinese, difficile scontentare tutti, eppure questo governo ci è riuscito. La maggior parte delle sedute consiliari ha avuto finora quasi come unico oggetto di discussione le emergenze del settore bancario e finanziario a discapito di altri settori pur importantissimi per il Paese su cui è calato il silenzio più̀ totale, di cui quello più preoccupante riguarda la sanità. Proprio su questo, il Partito socialista ha più̀ volte spronato il governo a un confronto serio, consapevole di un arretramento degli standard di qualità̀ delle prestazioni erogate, oltre che alla fuga di professionisti, all’interno del nostro ospedale. Di fronte a questa e tutte le altre emergenze che sta vivendo il Paese, il Partito socialista è fortemente impegnato nel suo ruolo di opposizione e quindi in primis di controllo dell’operato del governo e della maggioranza anche assieme a tutte le altre forze di opposizione, con le quali si è affinata nel tempo una positiva e fattiva collaborazione anche in relazione ad alcune proposte elaborate fino alla ‘denuncia’ del mancato rispetto dei più normali principi democratici nello svolgimento della funzione istituzionale”.

Cosa dovrà fare il Partito socialista per attirare più cittadini possibili dalla sua parte e che tipo di progetto propone per rilanciare non solo il Paese ma anche la politica sammarinese?

“È innegabile che i partiti storici stiano pagando gli errori del passato. Quelli di una politica distante dai cittadini e travolta dalle inchieste giudiziarie e per i quali errori occorre sapersi assumere la propria parte di responsabilità̀ assieme a una buona dose di autocritica. Tuttavia i partiti, come anche il Partito socialista, sono composti da persone capaci e oneste, cresciute in una organizzazione partitica con regole ben precise e che sanno esprimere una cultura di governo che non si improvvisa. Credo, infatti, che chi si aspettava da questa attuale maggioranza un cambiamento nel metodo di governare e la capacità di risolvere i problemi del Paese al grido di ‘Noi rappresentiamo il nuovo’, sia rimasto deluso. Il Ps si vuole porre oggi quale punto di riferimento per tutti coloro che non si sentono adeguatamente rappresentati e tutelati. Il Ps era ed è una forza politica che ha sempre avuto una visione liberista dell’economia purché non si lasci indietro nessun cittadino, con il coraggio delle scelte sempre anche per quanto riguarda la propria organizzazione interna. Guai a non cambiare, anzi a non precedere il cambiamento. Cambierà quindi anche il Partito socialista e lo farà già nei suoi prossimi adempimenti statutari. Ma è proprio la fase di difficoltà in cui versa il Paese a rappresentare per noi il più grande momento di elaborazione delle proposte che ci vedrà impegnati anche sulla prossima legge di bilancio e, contestualmente, in un confronto costante con chi si richiama ai valori della sinistra moderata e riformista con una visione comune del futuro di questo Paese oggi non sufficientemente rappresentata nel panorama politico dalla sola Ssd. Non va dimenticato che una delle sfide più grandi è rappresentata dal saper coinvolgere le nuove generazioni, oggi disilluse dalla politica nonostante abbiano grandi capacità e preparazione”.

Passiamo alla legge di bilancio: tutelerà veramente le imprese e le famiglie? È́ favorevole o contraria alla patrimoniale e alla minimum tax?

“E chi l’ha vista la legge di bilancio? Come sempre, le opposizioni vengono chiamate ai tavoli di confronto con la maggioranza e il governo all’ultimo minuto e senza documenti. In ogni caso se, come brevemente spiegato nell’unico incontro finora avvenuto, la legge di bilancio si comporrà di patrimoniale, minimum tax per le imprese, tagli agli stipendi e balzelli vari al solo scopo di contenere il debito senza alcuna proposta riguardante le entrate e la canalizzazione delle risorse per creare sviluppo, si salvi chi può! Quello che dispiace maggiormente è che in una fase, seppur timida, di ripresa dell’economia, si debba assistere al deserto in termini di proposte, anzi peggio ancora alla contrazione forzosa di questo sviluppo per fare solo e unicamente cassa. Allora sorge un dubbio: non è che serve più chiarezza nei numeri forniti? Siamo stanchi degli annunci, peraltro estremamente contraddittori, per cui una volta non si arriva a giugno con la liquidità poi è di nuovo emergenza per poi sentire dichiarare proprio l’altro giorno in una tv nazionale, in un tentativo piuttosto maldestro di riposizionare certe strane fughe di notizie, che le nostre banche non hanno alcun problema di liquidità. Proviamo a chiederlo a loro?”.

Perché si è astenuta, nell’ultima seduta della Commissione Esteri, dalla votazione dell’ordine del giorno che impegna l’Ufficio di Presidenza a individuare modalità e iniziative per intensificare i rapporti tra il Consiglio e il Parlamento della Federazione Russa?

“Perché la politica estera non è uno scherzo, soprattutto in uno scenario mondiale con forti tensioni e difficili equilibri fra Stati e quando una piccola Repubblica come San Marino, che ha basato tutta la sua storia di repubblica indipendente proprio sulla buona e lungimirante conduzione della politica estera, si muove a livello internazionale, deve farlo con molta attenzione, tenendo anche in conto, la sua collocazione all’interno degli organismi appunto internazionali. Ho ritenuto l’odg una mossa non ponderata presentata in fretta e furia senza troppe spiegazioni nel comma Comunicazioni della Commissione preposta. Che esigenze si celano? Un Paese che vuole internazionalizzarsi, come il nostro, deve prima sapere che modello economico insegue e dove vuole andare. Fatto questo, ha bisogno di una rappresentanza diplomatica di valore, e non è sempre andata così, poi necessita di accordi contro le doppie imposizioni fiscali. In poche parole, non si tratta di scegliere a caso gli Stati con cui si vogliono intensificare le relazioni”.

Quali soluzioni propone il Ps per portare benefici nei settori della sanità e del turismo?

“Con questa domanda, si toccano due tasti dolenti: l’attuale governo, nel primo caso, sta addirittura peggiorando il sistema mentre nel secondo è pressoché silente, tolto l’annuncio della monorotaia. La sanità rappresenta una delle maggiori voci di spesa del bilancio ma, a nostro avviso, dovrebbe e potrebbe diventare una delle voci di entrate del bilancio. Occorre una politica sanitaria che si apra all’esterno, che possa attirare i migliori professionisti delle aree che si intendono maggiormente elevare in termini di eccellenza attirando, così, utenti esterni. Occorre necessariamente intervenire sulla regolamentazione della libera professione medica e crediamo sia anche giunta l’ora di non considerare più, dal punto di vista normativo ed economico, la parte sanitaria facente parte dell’attuale settore pubblico allargato. Per quanto riguarda il turismo, invece, non si è capito e non l’ha capito nemmeno questa maggioranza, che esso è la vera attrattiva, potenziale fonte di guadagno e indotto per la creazione di infrastrutture per il nostro Paese. Anche qui, senza accordi internazionali, con i tour operator e una politica pluriennale di investimenti, si svilupperà ben poco. A rimanere come offerta turistica saranno i pochi hotel, ristoranti e negozi di chincaglieria che da decenni contraddistinguono in particolare il nostro centro storico, patrimonio dell’Unesco”.

 

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